Leggete qui. - Modenacinquestelle.it

More documents

Recommendations

Info

IL SALVAGIOVANI/Schematismi della cronaca e dubbi sul futuro È normale, non va su Faceb 30 diritti consumi scelte il Salvagente/23 dicembre 2010-6 gennaio 2011 INTERNET, YOUTUBE, SOCIAL NETWORK: NON È DA QUESTO CHE SI GIUDICA UN RA- GAZZO. E ALLORA DA COSA UN TEMA A SCUOLA PUÒ AIUTARE A CAPIRLO... • DELIA VACCARELLO N on capisco cosa significhi. Lo dicono in giro sempre più spesso. C’è gente che si riempie la bocca e poi sentenzia “e che dire dei ragazzi normali A loro non pensa nessuno”. Oppure l’ho sentito tantissimo a proposito della scomparsa di Yara, la ragazza con la passione per la ginnastica ritmica che un bel giorno sparisce. Nei tg e nei servizi sempre ’sto concetto martellante: “Una ragazza normale, niente Facebook, niente amicizie virtuali, il sogno di una schiena sciolta per ballare meglio, una ragazza normale”. “Ci sono adolescenti difficili che si nutrono di video e internet ma Yara non è di quelle”. Ma che cosa vuol la posta di Delia delia.vaccarello@tiscali.it Giornali morbosi e cattiva tv “G entile dottoressa Vaccarello, non reggo questo clima di morbosità, ho visto un programma tv in cui il caso di Yara era allineato a quello della ragazza di Avetrana. Ho sentito che vogliono instillare la paura, io ho una figlia di 14 anni, ma come si fa a vivere pensando che basta deviare dal percorso conosciuto uscendo dalla palestra per fare una bruttissima fine Non posso andare a prendere mia figlia che ha diverse attività pomeridiane, lavoro, e poi che vita sarebbe, eppure da qualche sera a questa parte mi accorgo di rientrare a casa con un nodo alla gola e di aspettare di vedere il suo volto tranquillo per respirare un po’. Non è giusto vivere così, i giornalisti davvero tante dire Siccome io vado su Facebook, e spesso con gli amici o da solo cerco i video su YouTube, quelli musicali soprattutto, vuol dire che non sono normale Allora davvero di normali ce ne sono pochi. Per giunta proprio su Fb ho trovato il gruppo “W i giovani normali”, con una bella scritta di presentazione: facciamo vedere in giro che esistono giovani normali. E che non se ne può più di sentire “quello è emo, quello è fighetto… ecc. ecc.”. W LA NORMALITÀ… BASTA CON L’OSTENTAZIO- NE DELLA DIVERSITÀ... NON SIETE ORIGINALI, SIETE RIDICOLI!!”. volte usano dei toni! Come facciamo a difenderci Rossella.” Carissima Rossella, chi è informato è più libero. Il giornalismo è una professione vitale per un paese, svolgerla con serietà e impegno è meraviglioso. Ma quanti esempi di giornalismo onesto abbiamo Pochissimi. Il vero giornalista dà la notizia,non punta i riflettori su di sé, non instilla un modo forzato di vedere i fatti, apre le menti, solleva dubbi, ci aiuta a conoscere la realtà. Quando può approfondire, ci aiuta a comprendere le complessità. Spenga la cattiva tv e butti i giornali morbosi. È facile riconoscerli. Sono quelli che gridano, sono faziosi, lasciano dentro noia e inquietudine non per quello che dicono, ma per come lo dicono. La realtà fa bene, anche se è cruda, ci aiuta a rimboccarci le maniche. La suggestione martellante che ci paralizza vuole farci schiavi e pavidi da cittadini liberi che siamo. Dunque, secondo i giornalisti una ragazza che non va su Fb è normale, mentre su Fb ci sono i normali che dicono che gli altri, sempre di Fb, non sono normali. Giuro che non ci capisco nulla. Per giunta in classe è successa una cosa che mi ha proprio gettato nel caos. La prof di italiano Noi abbiamo una prof di italiano proprio forte, porta sempre i jeans, un corpo da modella, gli occhi bellissimi, e un modo di interrogare che non è rompi… ma ti fa ragionare. So che ha due figli, e ogni tanto mi dico come deve essere forte avere per madre una così. In classe con lei abbiamo parlato una volta anche di canne, ed era chiaro che lei non ha il cervello frullato come molti degli altri prof. Insomma, c’è da preoccuparsi quando gira la coca, ma un po’ di fumo non ha fatto mai male a nessuno. Questo dibattito lo abbiamo avuto al primo anno. Lei ha proposto il tema, io ho detto che avevo provato, alcuni miei compagni hanno fatto i perfettini, altri la buttavano sul cazzeggio come spesso. Lei ci ha ascoltati tutti, ma sentivo che la pensava come me. Magari una can-
il Salvagente/23 dicembre 2010-6 gennaio 2011 31 diritti consumi scelte book... netta ogni tanto se la fa anche la prof. Adesso che sono all’ultimo anno però tira un’aria strana. Per esempio molti miei compagni non amano il tema di italiano, pensano che sia inutile, e quando c’è il tema a volte fanno di tutto per prendere informazioni via web. La settimana scorsa la prof ci ha dato questa traccia: “Come vedete il vostro futuro Come immaginate di essere tra venti anni”. Metà classe ha cominciato a scrivere subito, come se tutti avessero chiaro in mente di qui a venti lunghissimi anni che cosa avrebbero fatto. Io sono stato a pensare per un po’. Poi ho scritto una cosa semplice semplice: ho scritto che siccome non vedo il futuro, posso parlare del presente, e che nel mio presente ha un ruolo molto importante la musica, la musica che scelgo è quasi tutta punk. Sento che c’è dentro qualcosa che mi riguarda molto da vicino e poi che mi fa esprimere la ribellione. È una protesta a modo mio, che sono un tipo forse da fuori simile agli altri (sarò normale Vai a capire…), ma che cerca di afferrare il significato di un genere musicale. Poi io rifiuto le etichette e cerco di essere creativo, odio la piattezza e la banalità. I bigotti spesso dicono che sono strano, ma è perché c’è gente che guarda con sospetto qualunque cosa ti piaccia davvero, e dunque anche la passione per la musica. Allora, niente futuro per me, ma solo presente. Questo era il nocciolo del mio tema. Ieri la prof ha portato i compiti a scuola corretti e ha invitato alcuni di noi a leggere il proprio a voce alta. Dopo la lettura avrebbe detto il voto, che lei aveva appuntato già nel registro ma a matita. Prima di me leggono Castella e Tironi. Il primo ha scritto una cosa così: “Ottenuto il diploma, cercherò un lavoro. Con il diploma di perito chimico cercherò subito un impiego in una ditta alimentare o in un laboratorio esterno. Entro 4 anni mi voglio sposare, e penso che presto avrò una famiglia e una bel- Infrangere una regola “pesa” meno che provocare una delusione È più facile reggere “la colpa” di aver violato una regola o il peso di aver deluso una persona importante I ragazzi di oggi sono esposti a esempi di quotidiana infrazione. Le figure “presunte potenti” del vivere pubblico non spiccano per fedeltà alle norme, piuttosto si è diffusa l’idea che per farsi strada occorre essere furbi e che l’importante è farla franca. Ma dentro casa I genitori stentato a proporsi come figure autorevoli, fanno fatica a indicare direttrici di comportamento che siano utili per il bene comune. La regola ha smarrito la sua importanza. Papà e mamma sembrano sovente essere preoccupati di tenere vicino il figlio con premure, regali, affetto, comodità, insomma a farsi rispettare come persone che danno e che dunque qualcosa in cambio si aspettano. Cosa provoca questo nei giovani La regola ha una sua oggettività: può essere stabilita per convenzione, per esempio si sta tutti seduti a tavola a pranzo almeno 20 minuti, può servire a far bene una cosa (vedi il tema), può derivare dalle necessità del vivere comune. Così, chi si ritira tardi quando gli altri dormono non deve accendere la luce del corridoio, deve fare meno rumori possibili ecc. ecc. La regola mi introduce in uno spazio sociale:se la infrango faccio male a chi mi vive a fianco. Se a scuola rubo le apparecchiature, sottraggo importanti possibilità di studio ai compagni. La regola è democratica, può essere trasgredita sapendo a quali conseguenze si va incontro. La delusione invece “chiude” adulto e giovane dentro lo spazio intimistico del rapporto. È soggettiva, dipende dalle aspettative che nutrono le persone all’interno del legame e dalle forze in campo. Può essere un elemento di patteggiamento. Il figlio o la figlia che si accorgono di essere indispensabili perché unici, o magari gli unici rimasti a casa laddove i fratelli più grandi sono già andati a vivere fuori, possono anche deludere i genitori, ma sanno che il peso interno non sarà granché, che più di tanto non la “pagheranno”. I genitori, temendo il distacco, magari ci passeranno sopra e continueranno a corteggiarli. È meglio avere a che fare con le regole. Hanno un significato. Le delusioni ci spingono nella palude di rapporti in cui ognuno invade l’altro, con l’effetto di creare legami asfissianti, all’insegna del ricatto. la macchina. Sicuramente d’estate andrò ogni anno al mare, perché i parenti della mia fidanzata hanno una casetta dove già abbiamo passato le vacanze. Ma tra venti anni penso anche che avrò fatto almeno 5 grossi viaggi, uno di questi in Sud America”. Tironi non ha pensato cose molto diverse, tranne per il fatto che punta alla laurea, ma famiglia e bella macchina fanno parte anche del suo futuro, con in più la passione per le montagne, le camminate, la raccolta dei funghi. A entrambi la prof ha dato “appena sufficiente”. I due hanno fatto una faccia strana. Tironi ha chiesto: perché prof “appena” E lei chiaramente ha detto che erano temi troppo schematici, senza incertezze, senza dubbi, senza sogni, quindi l’argomento era centrato, ma lo svolgimento non era molto approfondito. Poi ha chiesto a me di leggere il mio tema. Io mi aspettavo che lei premiasse la mia originalità. In fondo il futuro non è un eterno presente Ho letto, i miei compagni mi guardavano strano, ma aspettavano le parole della prof. Ci sono stati lunghi attimi di silenzio. Poi il verdetto: “Per me il tema è non classificato”. Fuori argomento Mi sono sentito diventare di fuoco, ma come Allora sono migliori le scemenze dei miei compagni Ecco, adesso vanno di moda i “normali”. Ma come può la prof farmi questo Resto zitto. Sono incavolato e forse mi vergogno. Poi lei interviene: “Poiani, hai fatto un bel tema ma non hai centrato l’argomento, avresti preso 8, se la traccia fosse stata ‘le mie passioni’. Ma il titolo era ‘il futuro’. Scrivere un tema impone almeno il rispetto di una regola, fare in modo che il contenuto corrisponda al titolo”. Non ho risposto nulla. Oggi ho detto ai miei che avevo mal di testa e non sono andato a scuola. Poi ho scritto una mail alla prof, non potevo resistere, avevo bisogno di sapere. Le ho messo in maiuscolo e in rosso una frase sola: “Cara prof, ma io l’ho delusa”. ●
Page 1 and 2: Settimanale dei Diritti, dei Consum
Page 3 and 4: il Salvagente/23 dicembre 2010-6 ge
Page 11 and 12: V oglio raccontarvi un curioso epis
Page 23 and 24: legge che fissa i valori è operati
Page 29: il Salvagente/23 dicembre 2010-6 ge
Page 37 and 38: È un mare di jeans che inonda il p
Page 41 and 42: In classifica c’è anche Annie Le
Page 43 and 44: La sedia diventa sempre più green

Leggete qui. - Modenacinquestelle.it

Create successful ePaper yourself

Delete template?

Save as template?