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il Salvagente/23 dicembre 2010-6 gennaio 2011<br />

31 dir<strong>it</strong>ti consumi scelte<br />

book...<br />

netta ogni tanto se la fa anche la prof.<br />

Adesso che sono all’ultimo anno però<br />

tira un’aria strana. Per esempio molti<br />

miei compagni non amano il tema di<br />

<strong>it</strong>aliano, pensano che sia inutile, e<br />

quando c’è il tema a volte fanno di<br />

tutto per prendere informazioni via<br />

web. La settimana scorsa la prof ci<br />

ha dato questa traccia: “Come vedete<br />

il vostro futuro Come immaginate di<br />

essere tra venti anni”. Metà classe ha<br />

cominciato a scrivere sub<strong>it</strong>o, come<br />

se tutti avessero chiaro in mente di<br />

<strong>qui</strong> a venti lunghissimi anni che cosa<br />

avrebbero fatto. Io sono stato a<br />

pensare per un po’. Poi ho scr<strong>it</strong>to<br />

una cosa semplice semplice: ho<br />

scr<strong>it</strong>to che siccome non vedo il<br />

futuro, posso parlare del presente,<br />

e che nel mio presente<br />

ha un ruolo molto importante<br />

la musica, la musica che scelgo<br />

è quasi tutta punk.<br />

Sento che c’è dentro qualcosa<br />

che mi riguarda molto<br />

da vicino e poi che mi fa<br />

esprimere la ribellione. È una<br />

protesta a modo mio, che sono un<br />

tipo forse da fuori simile agli altri (sarò<br />

normale Vai a capire…), ma che cerca<br />

di afferrare il significato di un genere<br />

musicale. Poi io rifiuto le etichette e<br />

cerco di essere creativo, odio la piattezza<br />

e la banal<strong>it</strong>à. I bigotti spesso dicono<br />

che sono strano, ma è perché c’è<br />

gente che guarda con sospetto qualunque<br />

cosa ti piaccia davvero, e dunque<br />

anche la passione per la musica. Allora,<br />

niente futuro per me, ma solo presente.<br />

Questo era il nocciolo del mio tema.<br />

Ieri la prof ha portato i comp<strong>it</strong>i a scuola<br />

corretti e ha inv<strong>it</strong>ato alcuni di noi a<br />

leggere il proprio a voce alta. Dopo la<br />

lettura avrebbe detto il voto, che lei<br />

aveva appuntato già nel registro ma a<br />

mat<strong>it</strong>a. Prima di me leggono Castella e<br />

Tironi. Il primo ha scr<strong>it</strong>to una cosa così:<br />

“Ottenuto il diploma, cercherò un lavoro.<br />

Con il diploma di per<strong>it</strong>o chimico<br />

cercherò sub<strong>it</strong>o un impiego in una d<strong>it</strong>ta<br />

alimentare o in un laboratorio esterno.<br />

Entro 4 anni mi voglio sposare, e penso<br />

che presto avrò una famiglia e una bel-<br />

Infrangere una regola “pesa” meno<br />

che provocare una delusione<br />

È<br />

più facile reggere “la colpa” di aver violato<br />

una regola o il peso di aver deluso<br />

una persona importante I ragazzi di oggi sono<br />

esposti a esempi di quotidiana infrazione.<br />

Le figure “presunte potenti” del vivere pubblico<br />

non spiccano per fedeltà alle norme,<br />

piuttosto si è diffusa l’idea che per farsi strada<br />

occorre essere furbi e che l’importante è<br />

farla franca. Ma dentro casa<br />

I gen<strong>it</strong>ori stentato a proporsi come figure autorevoli,<br />

fanno fatica a indicare direttrici di<br />

comportamento che siano utili per il bene comune.<br />

La regola ha smarr<strong>it</strong>o la sua importanza.<br />

Papà e mamma sembrano sovente essere<br />

preoccupati di tenere vicino il figlio con premure,<br />

regali, affetto, comod<strong>it</strong>à, insomma a<br />

farsi rispettare come persone che danno e<br />

che dunque qualcosa in cambio si aspettano.<br />

Cosa provoca questo nei giovani La regola<br />

ha una sua oggettiv<strong>it</strong>à: può essere stabil<strong>it</strong>a<br />

per convenzione, per esempio si sta tutti seduti<br />

a tavola a pranzo almeno 20 minuti, può<br />

servire a far bene una cosa (vedi il tema), può<br />

derivare dalle necess<strong>it</strong>à del vivere comune.<br />

Così, chi si r<strong>it</strong>ira tardi quando gli altri dormono<br />

non deve accendere la luce del corridoio,<br />

deve fare meno rumori possibili ecc. ecc.<br />

La regola mi introduce in uno spazio sociale:se<br />

la infrango faccio male a chi mi vive a fianco. Se<br />

a scuola rubo le apparecchiature, sottraggo importanti<br />

possibil<strong>it</strong>à di studio ai compagni. La<br />

regola è democratica, può essere trasgred<strong>it</strong>a<br />

sapendo a quali conseguenze si va incontro.<br />

La delusione invece “chiude” adulto e giovane<br />

dentro lo spazio intimistico del rapporto. È<br />

soggettiva, dipende dalle aspettative che nutrono<br />

le persone all’interno del legame e dalle<br />

forze in campo. Può essere un elemento di<br />

patteggiamento. Il figlio o la figlia che si accorgono<br />

di essere indispensabili perché unici,<br />

o magari gli unici rimasti a casa laddove i fratelli<br />

più grandi sono già andati a vivere fuori,<br />

possono anche deludere i gen<strong>it</strong>ori, ma sanno<br />

che il peso interno non sarà granché, che più<br />

di tanto non la “pagheranno”. I gen<strong>it</strong>ori, temendo<br />

il distacco, magari ci passeranno sopra<br />

e continueranno a corteggiarli.<br />

È meglio avere a che fare con le regole. Hanno<br />

un significato. Le delusioni ci spingono<br />

nella palude di rapporti in cui ognuno invade<br />

l’altro, con l’effetto di creare legami asfissianti,<br />

all’insegna del ricatto.<br />

la macchina. Sicuramente d’estate andrò<br />

ogni anno al mare, perché i parenti<br />

della mia fidanzata hanno una casetta<br />

dove già abbiamo passato le vacanze.<br />

Ma tra venti anni penso anche che avrò<br />

fatto almeno 5 grossi viaggi, uno di questi<br />

in Sud America”.<br />

Tironi non ha pensato cose molto diverse,<br />

tranne per il fatto che punta alla<br />

laurea, ma famiglia e bella macchina<br />

fanno parte anche del suo futuro, con in<br />

più la passione per le montagne, le camminate,<br />

la raccolta dei funghi. A entrambi<br />

la prof ha dato “appena sufficiente”. I<br />

due hanno fatto una faccia strana. Tironi<br />

ha chiesto: perché prof “appena” E<br />

lei chiaramente ha detto che erano temi<br />

troppo schematici, senza incertezze,<br />

senza dubbi, senza sogni, <strong>qui</strong>ndi l’argomento<br />

era centrato, ma lo svolgimento<br />

non era molto approfond<strong>it</strong>o.<br />

Poi ha chiesto a me di leggere il mio tema.<br />

Io mi aspettavo che lei premiasse la<br />

mia original<strong>it</strong>à. In fondo il futuro non è<br />

un eterno presente Ho letto, i miei compagni<br />

mi guardavano strano, ma aspettavano<br />

le parole della prof. Ci sono stati<br />

lunghi attimi di silenzio. Poi il verdetto:<br />

“Per me il tema è non classificato”.<br />

Fuori argomento<br />

Mi sono sent<strong>it</strong>o diventare di fuoco, ma<br />

come Allora sono migliori le scemenze<br />

dei miei compagni Ecco, adesso vanno<br />

di moda i “normali”. Ma come può la<br />

prof farmi questo Resto z<strong>it</strong>to. Sono incavolato<br />

e forse mi vergogno. Poi lei interviene:<br />

“Poiani, hai fatto un bel tema<br />

ma non hai centrato l’argomento, avresti<br />

preso 8, se la traccia fosse stata ‘le mie<br />

passioni’. Ma il t<strong>it</strong>olo era ‘il futuro’. Scrivere<br />

un tema impone almeno il rispetto<br />

di una regola, fare in modo che il contenuto<br />

corrisponda al t<strong>it</strong>olo”.<br />

Non ho risposto nulla. Oggi ho detto<br />

ai miei che avevo mal di testa e non sono<br />

andato a scuola. Poi ho scr<strong>it</strong>to una<br />

mail alla prof, non potevo resistere,<br />

avevo bisogno di sapere. Le ho messo<br />

in maiuscolo e in rosso una frase sola:<br />

“Cara prof, ma io l’ho delusa”. ●

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