Leggete qui. - Modenacinquestelle.it

In classifica c’è anche Annie Lennox
con la sua A Christmas Cornucopia,
raccolta di 11 canzoni natalizie
reinterpretate. “Le ho conosciute
nel corso della mia vita, le ho cantate
quando ero piccola”, dice la cantautrice
scozzese, che da molto desiderava
realizzare un disco del genere.
“Sono dentro di me. Sono
una parte enorme della mia vita.
Quindi non è una selezione arbitraria.
I rapporti con quei pezzi di
musica erano già lì prima che mi
avvicinassi alla registrazione”.
Non si può che essere d’accordo:
chi più, chi meno, tutti abbiamo (o
abbiamo avuto) un rapporto speciale
con i canti di Natale. E forse il loro
fascino sta proprio qui, nel senso di
passato che richiamano. Per rimaneil
Salvagente/23 dicembre 2010-6 gennaio 2011
41 diritti consumi scelte
vamo persi, ci coccolano. Non a caso,
dunque, sotto Natale si pubblicano, e
si vendono, più dischi: inediti,
ma soprattutto raccolte, perfette
sotto l’albero.
E allora ecco, tra i più venduti, Tiziano
Ferro (“Album Collection”),
Mario Biondi (“Yes You Live”), Carmen
Consoli (“Per niente stanca”),
Bruce Springsteen (“The Promise”),
Robbie Williams (“In & Out of Consciousness:
The Greatest Hits 90-
10”), Nek (“Greatest Hiits 1992-
2010”), Elisa (“Yvy”).
Ricordi d’infanzia
La cantautrice scozzese
Annie Lennox. Nella sua raccolta
“A Christmas Cornucopia”
reinterpreta 11 canzoni
natalizie tradizionali.
Nella pagina
accanto,
i Coldplay,
che anche
quest’anno
pubblicano un
singolo
natalizio,
“Christmas
Lights”.
Stille Nacht. Caccia all’autore
da Berlino a Oberndorf
re alla nostra cultura, risalgono
a una tradizione orale
fiorente e assai antica, ma
nel corso del tempo hanno
toccato vari mondi musicali: dalle
laudi a Gesù Bambino, compagne
nel XIII secolo delle processioni
dell’Italia centrale, alle melodie
popolari intonate dai pastori
meridionali, alle ninnananne del Seicento,
sempre dedicate al Bambino.
L’alternativa colta
Al loro incanto ha ceduto anche
la musica colta, attraverso le Pastorali.
Una composizione sacra fra
le più eseguite è l’Oratorio di Natale
di Johann Sebastian Bach. E pensare
che il ciclo di sei cantate di cui è
composto non era stato pensato originariamente
come tema natalizio.
Bach infatti vi ha utilizzato molti cori
salito al trono nel 1840, la notte di Natale di quello
stesso anno si raccogliesse in preghiera, con la sua
corte, nella cattedrale di Berlino. Quando il coro, diretto
da Felix Mendelssohn, eseguì “Stille Nacht”,
volle sapere chi ne era l’autore. Sul libretto, però, del
compositore non c’era traccia.
Mendelssohn non seppe cosa rispondere e chiese
aiuto al maestro dei concerti reali, Ludwig, ma neppure
lui ne sapeva niente. Allora il re ordinò: “Se non
lo sai, scoprilo”. Convinto che la melodia fosse austriaca,
il maestro fece ricerche a Vienna. Invano, nessuno
lo conosceva. Ma proprio quando era deciso a
far ritorno in Germania, udì un uccellino intonare la
melodia. L’oste, che in quel momento gli era accanto,
gli disse che si trattava di un uccellino avuto in regalo
nell’abbazia di Salisburgo. Qui aveva vissuto per
molto tempo il compositore austriaco Michael
Haydn, che Ludwig già sospettava autore del brano.
Ma di “Stille Nacht” tra le sue opere esaminate a una
a una non c’era traccia.
Al caso s’interessò un professore di scuola, Ambrosio
Preisttarner, che quando sentì dell’uccellino
pensò istintivamente ai bambini del coro. Vicino alla
finestra che dava sul patio della scuola, il professore
imitò il canto dell’uccellino. Un bambino esclamò:
“Oh uccellino sei tornato”. “E dove hai imparato
questa canzone”, gli chiese il professore “Me l’ha
insegnata mio padre, l’ha composta lui”. “E come si
chiama tuo padre, bambino”. “Si chiama Franz,
Franz Xaver”. E olà, il cerchio si chiude.