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LA CATETERIZZAZIONE NEL PAZIENTE ANZIANO:<br />
INDICAZIONI E PROBLEMATICHE<br />
Di Pierro G.B.*, Minisola F.*, Petracca A.**, Donnaperna A.*, Innocenzi M.*, Cristini C.*<br />
* Dipartimento di Urologia “U. Bracci”, Università “Sapienza”, Roma<br />
** Dipartimento di Medicina Sperimentale, Università “Sapienza”, Roma<br />
Geriatria 2009 Vol. XXI; n. 2 <strong>Marzo</strong>/<strong>Aprile</strong> 55<br />
Riassunto: Il cateterismo uretrale rappresenta, in campo urologico e non solo, una delle manovre più importanti<br />
e frequentemente praticate. Inoltre, se si considerano le diverse classi di età, gli anziani rappresentano sicuramente<br />
quella più spesso interessata.<br />
Molteplici sono le indicazioni, come differenti sono le modalità con le quali lo stesso può essere eseguito.<br />
Naturalmente, oltre agli evidenti benefici, non trascurabili e da sottovalutare sono i rischi e le complicanze potenzialmente<br />
derivabili da esso, in alcuni casi pericolosi per la vita stessa del paziente, diversamente da quanto ritenuto<br />
in passato.<br />
Parole chiave: cateterismo, UTI (urinary tract infections), batteriuria, Linee Guida EAU 2009.<br />
INTRODUZIONE<br />
Per cateterismo uretrale si intende l’inserimento<br />
di uno strumento morbido o rigido attraverso il<br />
canale uretrale in vescica a scopo diagnostico o<br />
terapeutico. A differenza di quanto ritenuto in<br />
passato, oggi si sa come questa procedura possa<br />
essere, in alcuni casi, anche responsabile di complicanze<br />
importanti e difficili da trattare. È necessario,<br />
dunque, per i pazienti che necessitano di<br />
questo presidio, mettere in campo tecniche che<br />
prevengano il più possibile o, almeno, riducano i<br />
rischi ad esso associato.<br />
DISCUSSIONE<br />
Le principali indicazioni al cateterismo vescicale<br />
sono rappresentate da:<br />
- raccolta di campioni urinari sterili<br />
- monitoraggio della diuresi<br />
- drenaggio delle urine perioperatorio<br />
- ritenzione urinaria<br />
- macroematuria spontanea o iatrogena<br />
- diagnostica strumentale (es. esame urodinamico,<br />
cistografia)<br />
- cateterismo intermittente<br />
A scopo diagnostico il cateterismo risulta utile<br />
per la raccolta di campioni di urine non contaminati<br />
dalla flora batterica, in modo particolare nelle<br />
Indirizzo per la corrispondenza:<br />
Prof. Cristini C.<br />
Dipartimento di Urologia<br />
Policlinico Umberto I<br />
V.le del Policlinico 155<br />
00161 Roma<br />
Tel 06/49974217<br />
E-mail: cristiano.cristini@uniroma1.it<br />
donne, per la valutazione del PVR (post voiding<br />
residual o residuo postminzionale) e per l’esecuzione<br />
di indagini invasive radiografiche. Ai fini<br />
terapeutici le situazioni che più di fre q u e n t e<br />
richiedono un ricorso ad esso sono gli stati di<br />
ritenzione urinaria e le macroematurie spontanee<br />
o iatrogene, quali quelle associate ad interventi<br />
c h i ru rgici, in particolare sulla prostata (AT V,<br />
TURP) e vescica (TURB).<br />
Condizioni particolari, infine, sono rappresentate<br />
da quei pazienti affetti da disfunzioni del<br />
basso apparato urinario che pregiudicano il fisiologico<br />
atto minzionale o portatori di derivazioni<br />
urinarie continenti dopo cistectomia radicale che<br />
richiedono, pertanto, un cateterismo intermittente<br />
al fine di ottenere un corretto svuotamento della<br />
vescica o del neoserbatoio.<br />
Il cateterismo vescicale, inoltre, merita una valutazione<br />
adeguata ed approfondita in quanto<br />
responsabile di circa l’80% delle UTI (urinary tract<br />
infections) in ambito nosocomiale, quindi ed in<br />
modo particolare nei pazienti anziani, che come<br />
tali sono più soggetti ad ospedalizzazione anche<br />
più volte e con intervalli prolungati nel tempo (1).<br />
Prima di tutto, la dovuta importanza va data<br />
alle modalità di inserimento del catetere stesso:<br />
esso dovrebbe essere eseguito sterilmente, con<br />
adeguata igiene e detersione dei genitali esterni,<br />
in modo più atraumatico possibile con l’utilizzo<br />
degli appropriati lubrificanti ed evitando lesioni<br />
uretrali.<br />
Oltre alla tecnica d’inserimento, analoga attenzione<br />
va dedicata alla cura del catetere in loco, che<br />
risulta ugualmente importante nella prevenzione<br />
delle infezioni, ad esempio assicurando che la<br />
sacca di raccolta si trovi ad un livello inferiore<br />
rispetto alla vescica e quindi, sempre, un suo adeguato<br />
svuotamento.<br />
È da sottolineare, inoltre, come l’incidenza del-