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Marcelli S., Damico M.G., Postacchini D. et al. - La presa in carico … 73<br />

Indipendentemente dal fatto che le badanti<br />

dimostrino un discreto sapere sugli aspetti generici<br />

dell’igiene e della mobilizzazione, l’indagine<br />

conoscitiva ha evidenziato lacune importanti in<br />

relazione ad aspetti più specifici, quali la cura<br />

delle stomie e l’incontinenza urinaria. In relazione<br />

al primo aspetto, i dati evidenziano che le caregivers<br />

non sono in grado di gestire un paziente<br />

portatore di stomie dal punto di vista dell’igiene<br />

e dell’alimentazione, mentre più della metà non<br />

conosce il significato di incontinenza urinaria.<br />

Nella valutazione delle conoscenze sulle lesioni<br />

da decubito, le badanti hanno fornito delle<br />

risposte contrastanti. Infatti, alla domanda “Quali<br />

danni causa l’allettamento”, la disidratazione è<br />

stata identificata come la conseguenza principale.<br />

Al contrario, nel momento in cui è stato chiesto<br />

“Quali sono i fattori di rischio che facilitano la<br />

manifestazione di lesioni cutanee da pressione”,<br />

l’allettamento prolungato è stato indicato come<br />

causa principale nel 60% dei casi, seguito dalla<br />

scarsa igiene.<br />

I dati emersi da questi due quesiti, mettono<br />

alla luce le difficoltà di comprensione della lingua.<br />

Infatti, dai colloqui effettuati durante gli<br />

accessi a domicilio, è emersa una palese difficoltà<br />

delle stesse nella comprensione di termini tecnici,<br />

come, per esempio, le indicazioni presenti sui<br />

fogli illustrativi dei farmaci che somministrano<br />

quotidianamente agli anziani (44). Questi dati<br />

trovano conferma nel fatto che, nonostante la<br />

maggioranza delle badanti dichiari di sentirsi<br />

pronto a gestire gli interventi assistenziali, di<br />

avere esperienze pregresse e di aver ricevuto<br />

informazioni soddisfacenti da parte degli operatori,<br />

un 65% delle carers manifesta il reale bisogno<br />

di essere più informato (45).<br />

CONCLUSIONI<br />

Il rapporto fra la badante e l’anziano non autosufficiente<br />

è un aspetto cruciale del fenomeno del<br />

lavoro di cura ed è un rapporto che si instaura fra<br />

due persone di cultura, lingua, nazionalità diverse,<br />

in cui il fattore culturale gioca un ruolo chiave<br />

nella definizione di questo rapporto. Gli immigrati<br />

sono una risorsa per il Paese e una ricchezza<br />

culturale da valorizzare, ragion per cui il sistema<br />

sanitario odierno deve essere capace di far acquisire<br />

competenze pratiche importanti, per garantire<br />

un’assistenza adeguata, soprattutto, nella<br />

gestione dei pazienti affetti da cancro (46). In un<br />

mondo di innovazioni culturali non è sufficiente<br />

insegnare ad apprendere, ma occorre anche insegnare<br />

ad assolvere i problemi e a porli. È indispensabile<br />

che la badante abbia una buona conoscenza<br />

della lingua italiana, sia per i rapporti col<br />

malato, sia per la gestione della terapia da somministrare<br />

che per far conoscere le esigenze e le<br />

difficoltà osservate durante l’assistenza. È necessaria<br />

anche una formazione per capire come trattare,<br />

anche psicologicamente, le persone con disabilità,<br />

sapere come muoverle, saper leggere un<br />

foglietto illustrativo relativo ai farmaci, saper<br />

individuare i rischi della malnutrizione e dell’allettamento<br />

e distinguere a grandi linee gli stadi<br />

dell’evoluzione di una lesione da decubito (47). In<br />

questo scenario complesso, quale il caring del<br />

soggetto anziano, l’infermiere di famiglia viene<br />

chiamato in causa come principale attore: il ruolo<br />

è quello di “catalizzatore”, con lo scopo di creare<br />

una rete solidale che circondi la famiglia, la<br />

badante e la persona fragile. In questo ambito la<br />

necessità del ruolo educativo e relazionale del<br />

family nursing è imprescindibile. Considerata la<br />

possibile evoluzione degli scenari, scopo dell’infermiere<br />

di famiglia diventa quello di coadiuvare<br />

i singoli individui in determinati momenti di rilevanza<br />

sanitaria e fornire un aiuto costante a chi<br />

deve adattarsi alla malattia, alla disabilità cronica<br />

e ai momenti di stress. Per ottemperare a questo<br />

obiettivo, è necessario che il family nursing trascorra<br />

gran parte del tempo direttamente a domicilio<br />

dei pazienti, coadiuvando la famiglia e la<br />

badante, al fine di ottimizzare questa grande<br />

fonte di risparmio, per il sistema assistenziale<br />

nazionale. Tutto questo si rende necessario perché<br />

la loro improvvisa “scomparsa” porterebbe<br />

troppe famiglie a sollecitare fortemente un ricovero<br />

nelle strutture per anziani fino al collasso dei<br />

servizi socio-sanitari. Per governare il processo di<br />

cura che offrono le carers, vi è la necessità di favorire<br />

processi di cambiamento culturali, sociali ed<br />

o rganizzativi dell’intera comunità, pre n d e n d o<br />

forza e consapevolezza dei diritti delle persone<br />

che soffrono e dei doveri di chi gestisce, condividendo<br />

un obiettivo comune, vale a dire il benessere<br />

di tutta la famiglia (48).<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1. CIGOLLE C.T., LANGA K.M., KABETO M.U., TIAN Z., BLAUM C.S.:<br />

Geriatric conditions and disability: the Health and Retirement Study. Ann<br />

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3. HARWOOD R.H., SAYER A.A., HIRSCHFELD M.: Current and future<br />

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