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Geriatria 2009 Vol. XXI; n. 2 <strong>Marzo</strong>/<strong>Aprile</strong> 83<br />

GERIATRIA NEL MONDO<br />

a cura di:<br />

Zanatta A.<br />

STUDIO EPIDEMIOLOGICO SU MANOVRE<br />

DI RIANIMAZIONE CARDIORESPIRATORIA<br />

(CPR) INTRAOSPEDALIERA PER GLI<br />

ANZIANI.<br />

Ehlembach W.J., MD et al. NEJM vol 361: 22-31, 2<br />

Luglio 2009 N° 1.<br />

SCOPI<br />

Non sono noti i dati sulla sopravvivenza a distanza<br />

dalla rianimazione in ospedale e sulle caratteristiche<br />

dei pazienti o dei nosocomi che possono<br />

predire la sopravvivenza.<br />

METODI<br />

Sono stati analizzati assistiti del MEDICARE di 65<br />

aa e più, sottoposti a rianimazione (CPR) intra<br />

ospedaliera nel periodo 1992-2005.<br />

È stato valutato sia il trend che il variare della<br />

sopravvivenza negli anni.<br />

RISULTATI<br />

Sono stati identificati 433.985 sottoposti a CPR in<br />

ospedale dal 1992 al 2005.<br />

Il 18,3% è sopravvissuto fino alla dimissione (CI<br />

95%,18,2-18,5).<br />

Il tasso di sopravvivenza non si è modificato con<br />

gli anni.<br />

La sopravvivenza è stata minore per i più anziani,<br />

con malattie concomitanti, per i neri e per quelli<br />

ricoverati in ospedali a bassa tecnologia.<br />

Si è notato quindi un rapporto tra razza, ospedale<br />

di ricovero e soppravivenza.<br />

Tra i pazienti sopravvissuti è aumentato il numero<br />

dei trasferiti in strutture protette, rispetto al<br />

domicilio.<br />

CONCLUSIONI<br />

Le manovre di CPR intraospedaliere non hanno<br />

prodotto aumento di sopravvivenza nel corso di<br />

13 anni (1992-2005).<br />

Addirittura è aumentata la successiva mortalità<br />

intra ospedaliera. È diminuito il numero dei<br />

dimessi a domicilio.<br />

Il fenomeno è spiegabile con l'aumento della gravità<br />

e dell'età dei pazienti ricoverati.<br />

I dati a sfavore della razza nera, più sottoposti a<br />

CPR ma con esiti peggiori, viene imputato ai<br />

diversi luoghi di cura.<br />

COMMENTO<br />

È esperienza comune il riscontro dei scarsi benefici<br />

derivanti da CPR per i pazienti geriatrici.<br />

Si tratta spesso di pazienti oncologici in stato<br />

avanzato o comunque anziani fragili.<br />

Dovremmo esser più cauti e soprattutto più saggi<br />

onde evitare l'insistenza terapeutica, senza che<br />

questo prefiguri una eutanasia passiva.<br />

È però importante rilevare che in questo studio la<br />

sopravvivenza è legata al tipo di ospedale.<br />

Dobbiamo scongiurare il rischio che per i nostri<br />

anziani ed extracomunitari, si vada a configurare<br />

un fenomeno simile ai neri americani.<br />

Il sistema universale delle cure del nostro tanto<br />

bistrattato SSN, esclude la possibilità di discriminazione<br />

per età e colore della pelle.

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