einblicke * Approfondimenti 1. 2. 3. 4. 62 // www.meranomagazine.com NR. 1 <strong>2015</strong>
1. 2. 3. 4. Auf dem Weg von Pfelders zur Faltschnalalm: Autorin Christine Lasta und Fotograf Alex Filz erwanderten für ein Buchprojekt Almen und urige Gasthöfe im Meraner Land. | Lungo il percorso da Plan alla malga Valcanale: la scrittrice Christine Lasta e il fotografo Alexander Filz hanno visitato malghe e antiche locande di <strong>Merano</strong> e dintorni con l’idea di descriverle in un libro. Pfelders im Passeiertal auf 1.622 m. Ein Spätsommertag. Ein tiefblauer Bilderbuchhimmel. Die Luft frisch. Und meine Laune in Hochform. Klar! Bei dem Ausblick. Vor mir die Hohe Wilde. 3.479 m. Ich lass es gemütlich angehen. „Eine Bergfahrt, bitte.“ Der Mann hinter der Glasscheibe lächelt und übergibt mir wortlos die Liftkarte. Lacht er mich etwa aus Weil ich mit dem Lift zur Grünbodenhütte fahre Gewiss, ich hätte in einer knappen Stunde auch dorthin laufen können. Über den 5A, einen gemütlichen Fuhrweg. Aber egal. Ich bezahle und bedanke mich. Und er Er sagt nichts. Klar! Er lächelt ja. Ich setze mich in den Grünboden-Express, versuche Gedanken und Karte lächelnd in den Rucksack zu stecken und schnüre mir die Stiefel. Gerade als ich mir einen Panoramablick genehmigen will, spüre ich, wie der Lift sein Tempo drosselt: Ende der Fahrt! Eh klar. Grünboden-Express. 3,18 Minuten für 400 Höhenmeter, werben die Betreiber. Ich steige aus. Vor mir die akkurate Grünbodenhütte auf 2.001 m, die wohl Namensgeber für die fixe Kabinenbahn ist. Weidende Kühe, wenig Leute. Ich breite die Arme aus und nehme einen tiefen Zug frische Luft. Die Berge am Sonnenhang vis-à-vis sind zum Greifen nah. Das Massiv der Texelgruppe – auf dem ich stehe – ist im Schatten und thront erhaben über mir. Ich halte Ausschau nach der 4. Hinter der Hütte blitzen Wegweiser hervor und geben mir Aufschluss: 5A Sefiarspitz 2h 40’ 4 Falschnalalm 50’ 4 Panoramaweg Obwohl der Faltschnalalm das t fehlt, folge ich dem Wegweiser nach rechts und nehme den kurzen Anstieg ins Visier. TSCHIK TISCHIK TSCHAK Ein rhythmisches Schnalzen bricht die idyllische Ruhe. TSCHIK TSCHIK TSCHAK Ich blicke ins Tal. Menschen in Playmobilgröße stehen in Trauben um einen leeren Platz herum. Mehr kann ich nicht erkennen. Grübelnd wandere ich auf dem breiten Forstweg bergauf und versuche, mich von den eifrig grasenden Kühen ablenken zu lassen. TSCHIK TSCHAK TSCHAK Aufmüpfig – so als wollte mir das Schnalzen einen Wanderrhythmus diktieren – knallt es aus dem Tal herauf. TSCHIK TSCHIK TSCHACK Auf der Anhöhe mache ich halt. Schaue wieder ins Tal und spüre förmlich, wie mir ein Licht aufgeht. Klar! Goaßlschnöller (Die „Goaßl“ ist eine Peitsche aus Leder oder Drahtgarn, Anm. d. Red.) im Wettbewerb. Deshalb der Andrang. Deshalb die Playmobiltrauben um die Arena. Ich versuche das Szenario im Tal zu durchschauen, was mir aufgrund der Distanz aber nicht gelingt. Plan, 1.622 metri sul livello del mare. È un giorno di tarda estate. Il cielo di un blu quasi irreale. L’aria è fresca, chiara, e il mio umore in forma smagliante. Chiaro! Con una vista del genere… Davanti a me l’Altissima con i suoi 3.479 m. Mi concedo una partenza in tutta tranquillità. “Un biglietto per la salita, grazie”. L’uomo mi sorride da dietro il vetro e mi allunga il biglietto senza parlare. Starà sorridendo di me perché ho deciso di prendere la cabinovia Certo, ci sarei arrivata anche in 50 minuti di cammino, seguendo il sentiero 5A. Ma cosa importa. Pago e ringrazio. E lui non dice nulla: sta ancora sorridendo. Prendo posto sul Grünboden-Express, sorrido cercando di infilare pensieri e cartina nello zaino e stringo i lacci degli scarponi. A malapena riesco a concedermi di lanciare uno sguardo al panorama, che subito avverto la cabina rallentare: siamo già arrivati a destinazione! Come dimenticarlo: Grünboden-Express. 3,18 minuti per 400 metri di dislivello, come pubblicizzano in zona. Scendo e davanti a me si staglia la curatissima malga Grünboden, 2.001 m, che ha prestato il proprio nome alla cabinovia. Mucche al pascolo, poca gente. Allargo le braccia e assaporo una profonda boccata d’aria fresca. Le montagne del versante soleggiato, che mi guarda di fronte, sono così vicine che sembra di poterle toccare. Il massiccio del Gruppo del Tessa, su cui mi trovo, è ancora in ombra e troneggia maestosamente sopra di me. Do un’occhiata in giro alla ricerca del numero 4. Appena dietro la malga si fanno notare alcuni segnavia, che subito mi forniscono chiarimenti: 5A Monte Tavolino 2h 40’ 4 Malga Valcanale Falschnalalm 50’ 4 Sentiero panoramico Seguo verso destra l’indicatore per la Malga Valcanale, ignorando un errore nella scrittura tedesca del nome, che dovrebbe essere Faltschnalalm, e proseguo seguendo la breve salita che mi si para davanti. TIC TIC TAC Uno schiocco ritmico è l’unico turbamento a quella quiete idilliaca. TIC TIC TAC Do uno sguardo verso valle. Omini che sembrano quelli del Playmobil si ammassano alla ricerca di un posto libero. Di più non riesco a vedere. Con qualche domanda in testa, decido comunque di proseguire seguendo l’ampia strada forestale e cercando di farmi distrarre dalle mucche intente a brucare affannosamente l’erba, accompagnate dallo scampanio dei loro collari. TIC TAC TAC… … ripete lo schiocco dalla vallata, ostinatamente, quasi a volermi dettare un ritmo di marcia. TIC TAC TAC Faccio sosta su un piccolo poggio, gettando un NR. 1 <strong>2015</strong> // 63