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Il Cambio d'Era

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<strong>Il</strong> <strong>Cambio</strong> d’Era di David Wilcock<br />

Tra poco termineremo la sessione. Sia sufficiente dire, comunque, che in futuro quello che vi dirò<br />

sarà più comunemente conosciuto. Gli uomini familiarizzano fino a un certo punto con la loro<br />

identità interiore, con le altre forme della loro coscienza.<br />

[Nota: Per fortuna, quel futuro sta già cominciando adesso, sempre più ogni anno].<br />

Nel corso delle varie epoche, alcuni hanno riconosciuto il fatto che c’è una certa auto-coscienza e<br />

un certo proposito in alcuni sogni e stati di sonno, ed hanno mantenuto, anche nella vita da svegli, il<br />

senso della continuità di questo sé interiore. Per certa gente non è più possibile identificarsi<br />

completamente con la coscienza dell’ego. Essi sono troppo ovviamente consapevoli di sé stessi<br />

come una moltitudine. Quando si raggiunge una tale conoscenza, l’ego può accettarla, perché trova<br />

con sua sorpresa che non è meno conscio, ma di più, che i suoi limiti vengono dissipati.<br />

Ora: non è vero – e lo sottolineo fortemente – che il cosiddetto materiale inconscio, data una certa<br />

libertà, toglie energia dal sé organizzato egoisticamente in una normale personalità. Al contrario,<br />

l’ego si rinforza e anche piuttosto direttamente. È la paura che l’“inconscio” sia caotico che fa fare<br />

agli psicologi queste affermazioni. C’è anche qualcosa nella natura di coloro che praticano la<br />

psicologia: un’attrazione, in molti casi, già predisposta ad aver paura dell’”inconscio” in<br />

proporzione diretta alla loro attrazione verso di essa.<br />

L’ego mantiene la propria stabilità, la propria apparente stabilità, e la propria salute, con il costante<br />

nutrimento conscio ed inconscio che riceve. Troppo nutrimento non lo uccide. Mi seguite?<br />

(“Si.”)<br />

Solo quando questo nutrimento viene per qualche motivo interrotto fino ad un livello considerevole,<br />

l’ego va incontro alla fame. Avremo di più da dire riguardo la relazione dell’ego con l’“inconscio”.<br />

In una persona in salute, il sé interiore proietta facilmente tutte le esperienze nelle unità EE, dove<br />

vengono poi tradotte nella realtà. La materia fisica, pertanto, agisce come un feedback. Ora<br />

termineremo la sessione, a meno che non abbiate delle domande.<br />

(“Penso di no. È stato molto interessante.”)<br />

I miei saluti di cuore e una dolce buona sera a entrambi.<br />

Così con questo estratto, possiamo facilmente iniziare ad afferrare quanto familiari debbano essere i<br />

nostri Sé Superiori con queste unità di coscienza. Seth dice essenzialmente che ogni sfera, pulsando<br />

a suo modo attraverso le varie forme geometriche, è un’unità EE, e che queste unità EE formano per<br />

intero la nostra realtà fisica. Con queste parole possiamo cominciare ad avere un barlume delle<br />

immense realtà metafisiche che soggiacciono a queste unità. Dal momento che esse sono formate<br />

dalla coscienza, noi, consapevoli o meno, le creiamo costantemente attraverso i nostri stessi<br />

pensieri. Esse possono conservare determinate cariche energetiche emozionali specifiche, e le<br />

energie emozionali sono spesso radicate nei sistemi archetipici, che discuteremo brevemente. <strong>Il</strong><br />

resto di questo capitolo può sembrare fuori tema rispetto alle discussioni fisiche dirette, ma è<br />

www.stazioneceleste.it<br />

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