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Il Cambio d'Era

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<strong>Il</strong> <strong>Cambio</strong> d’Era di David Wilcock<br />

pensato in parte per dare un po’ di respiro ai lettori meno portati ai discorsi tecnici; è anche pensato<br />

per esplorare le ramificazioni più esoteriche della prospettiva che Seth ci ha dato sulla fisica in<br />

questione.<br />

GLI ARCHETIPI E LE DIMENSIONI ARMONICHE<br />

Gli archetipi sono spesso menzionati, come nella Serie della Legge dell’Uno, ma poche persone li<br />

comprendono realmente, quindi li esploriamo per un momento. Essenzialmente, la teoria che sta<br />

dietro agli archetipi è che tutte le esperienze di vita che ognuno può avere possono essere raffinate<br />

ed organizzate in una serie comune di eventi. Ogni evento archetipale sarebbe poi una parte<br />

necessaria dell’apprendimento delle nostre lezioni di Crescita spirituale al fine di un ulteriore<br />

avanzamento. Secondo Ra, ci sono certe lezioni che ogni densità ci insegna, attraverso cui<br />

dobbiamo passare al fine di raggiungere il livello vibratorio necessario per il livello successivo.<br />

Ogni livello vibratorio, quindi, potrebbe essere paragonato ad un archetipo per una specifica lezione<br />

che necessita di essere appresa, per ognuna delle tre parti del nostro essere: spirituale, mentale e<br />

fisica.<br />

Qui entriamo negli arcani maggiori delle carte dei Tarocchi, che sono basati su quelli che sono<br />

conosciuti come gli “sephiroth” dal sistema mistico Ebraico conosciuto come Cabala. È antica<br />

tradizione tra i mistici che sia il sistema dei Tarocchi sia quello Cabalistico, ognuno dei quali con 22<br />

archetipi, contengano l’intero spettro delle esperienze di apprendimento necessarie per l’autoperfezione,<br />

che sarebbe il ritorno all’Uno, o all’Ottava, una piena riunione con Dio. È poi<br />

affascinante osservare che questi 22 possono essere paragonati a tre scale di sette, (7 x 3 = 21), col<br />

22° archetipo, il Matto, che sta fuori dagli altri come carta separata. Questo personaggio peculiare<br />

del Matto è costantemente citato nei libri sui Tarocchi; il Matto, in sé per sé, resta separato dal resto<br />

del mazzo.<br />

Possiamo poi prendere <strong>Il</strong> Matto come rappresentante dell’archetipo del punto iniziale per tutti e tre i<br />

livelli dati, dato che l’Uno sarà sempre lo stesso, mai suddiviso. Così, se applichiamo il Matto,<br />

come l’Uno, all’inizio di ogni set di sette, otteniamo 8 x 3, o il 24, il numero mistico di Ramanujan.<br />

(Tuttavia, Ra ha detto che non c’è una precisa relazione uno-a-uno tra gli archetipi e le densità.)<br />

La definizione del Matto è interessante, in quanto ritrae un uomo che cammina in avanti sul ciglio<br />

di un burrone, con un bastone che ha una piccola sacca al suo estremo, bilanciata sulla spalla. Egli<br />

guarda al cielo e tiene un fiore nell’altra mano, apparentemente camminando totalmente<br />

inconsapevole del burrone che gli sta davanti, mentre un cane bianco gli abbaia incessantemente,<br />

cercando di avvertirlo del pericolo. La sacca si suppone rappresenti la conoscenza accumulata della<br />

memoria universale, che egli porta con sé. Un estratto dal libro di Sidney e Bennett sui Tarocchi<br />

dice: “Si dice che il Matto “possiede la follia di Dio, che è più grande della saggezza degli<br />

uomini””.<br />

Ma cosa ci sta dicendo esattamente il Matto? Perché la piena coscienza di Dio ci porterebbe a essere<br />

tanto superficiali nella cura delle nostre stesse vite? Questo è solo il significato più esteriore<br />

dell’archetipo. <strong>Il</strong> significato più profondo è che il Matto sa che può fidarsi completamente di Dio, e<br />

così non percepisce alcun ostacolo esistente nella realtà. <strong>Il</strong> cane rappresenta la nostra natura più<br />

www.stazioneceleste.it<br />

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