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Il Cambio d'Era

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<strong>Il</strong> <strong>Cambio</strong> d’Era di David Wilcock<br />

come il Mars Mission, riguardante “I Monumenti di Marte” [2] o “Gli Enigmi Marziani”. Era la<br />

videocassetta di una presentazione dal vivo tenuta direttamente alle Nazioni Unite sul loro stesso<br />

terreno; quindi, ovviamente, queste informazioni hanno attratto una certa attenzione.<br />

Ad oggi, moltissime persone sono consapevoli che esiste un enigma di qualche tipo. La sonda<br />

Mariner 1 ha fotografato già nel 1971 delle forme tetraedriche piramidali inconfondibili, chiamate<br />

Piramidi di Elysium. Questo a sua volta diede il via a ricerche presso il SRI International con la<br />

visione remota, che coinvolgevano JJ Hurtak, Ingo Swann e altri. Questa era la primissima fase di<br />

un lavoro relativo alla coscienza che suggeriva che laggiù ci doveva essere una civiltà. Questo<br />

lavoro è stato poi incluso e allargato nell’epica opera di Hurtak “Le Chiavi in di Enoch” [3], che ha<br />

anticipato di oltre 15 anni la scoperta di Robert Bauval della relazione Orione-Giza.<br />

Poi, nel 1976, il satellite Viking Orbiter 1 stava fotografando la superficie di Marte, e al<br />

trentacinquesimo passaggio sulla superficie lunare, frame 35A76, dal deserto circostante si erge di<br />

punto in bianco quella che sembra la forma di un volto umano. Da quel poco che si poteva<br />

evidenziare nell’originale non ingrandito, sembra essere una gigantesca formazione rocciosa, lava<br />

indurita o sabbia in una forma o nell’altra. Gli scienziati della NASA al tempo lasciarono cadere la<br />

cosa, e non diedero ulteriore priorità alla sonda Viking di fotografarla prima che la sonda “morisse”,<br />

terminando le proprie limitate scorte di combustibile. Essi semplicemente non potevano accettare<br />

che essa fosse altro che un curioso e insignificante tratto caratteristico di Marte.<br />

L’immagine della “ faccia” non sarebbe stata studiata per anni se non si fossero sviluppate delle<br />

situazioni che alla fine hanno portato la realtà della sua esistenza alle masse. Vero, la NASA<br />

inizialmente ne ha pubblicato delle fotografie sfocate, e David si ricordava di averla vista tra le<br />

copie di Odyssey Magazine, una rivista astronomica per giovani, quando era in seconda liceo. Egli<br />

ricorda di essere rimasto completamente scioccato la prima volta che l’ha vista, e sentiva che laggiù<br />

c’era qualche fantastica verità che aspettava di essere scoperta. Questo compito è stato portato a<br />

termine da Richard Hoagland, e potrebbe essere la prima e più importante figura storica ad aver<br />

introdotto il pubblico a questi enigmi.<br />

Nel 1965, all’età di soli 19 anni, quando la maggior parte dei giovani dava ancora la caccia al sesso<br />

opposto e sfruttava la sua nuova libertà per bere birra legalmente, Hoagland è diventato curatore del<br />

museo delle scienze di Springfield, Massachusetts. Ovviamente Hoagland doveva essere un<br />

“bambino prodigio” dell’astronomia per essersi assicurato un lavoro come questo a quell’età. La sua<br />

creatività e il desiderio di “pensare in grande” lo hanno portato a progettare e produrre un grande<br />

evento commemorativo per il sorvolo di Marte della Mariner 4: la prima volta che la nostra specie<br />

aveva mandato una sonda su un altro pianeta del Sistema Solare. C’è stata una affluenza di 2000<br />

persone al museo, e altri 5000 fra stampa e scienziati che osservavano al JPL [4] di Pasadena, in<br />

California.<br />

Chiaramente questo non è stato un passo piccolo per un uomo dell’età in cui la maggior parte delle<br />

persone mancano di sicurezza in sé stessi o di conoscenza di quello che realmente vogliono di fare<br />

nella propria vita. Poi, quando Hoagland aveva solo vent’anni, ha lavorato come consulente alla<br />

NBC riguardo al primo atterraggio morbido di una sonda costruita dall’uomo sulla superficie<br />

lunare. In seguito gli si sono presentate altre opportunità compresa, tra le altre, un’apparizione al<br />

www.stazioneceleste.it<br />

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