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scarp de' tenis Il mensile della strada - Caritas Torino

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il reportagela se si fa un lavoro che piace e dà soddisfazione.E lo si legge, questo, negli occhidi Caterina, mentre racconta comesi fa il tortellone più buono che si sia maiassaggiato, o in quelli di Nicola, mentreaccoglie l’arrivo di un fornitore di vino escarica le casse, pronte per il magazzinoe per essere servite agli avventori. Gli avventori.Già. Sta qui il problema. Dopo ilterremoto sono fioccate le disdette. «Ladomenica successiva alla prima scossa –riassume Giovanni – avevamo tutti i tavoliprenotati, 60 coperti. Uno dopo l’altro,tutti hanno disdetto. Ora, noi nonchiediamo aiuti ma diciamo: venite amangiare da noi». <strong>Il</strong> gruppo Slow Fooddell’Emilia Romagna ha già risposto all’appello.Così come alcuni clienti chesono tornati al ristorante.Mani Tese si riconverteA pochi chilometri di distanza, la tappasuccessiva. Ci aspetta Gaia, al magazzino<strong>della</strong> sede locale dell’ong nazionaleMani Tese, a Massa Finalese. Gli oggettidel mercatino dell’usato, anche qui,hanno lasciato spazio ai generi di primanecessità. Casse di acqua, coperte, lettini,generi di sussistenza. Dove fino a ierisi poteva fiutare l’affare, un mobile anticoda acqusitare con poche centinaiadi euro, un vestito usato poco e ancoraben tenuto, un oggetto di antiquariatoparticolare (finanziando nel contempoprogetti di cooperazione internazionale),oggi c’è altro. Anche lettini e brandesistemate per accogliere famiglie rimastetemporaneamente senza alloggio. Eche, la branda, non l’hanno avuta neppurenei campi allestiti dalla Protezionecivile.Fuori, pronti per l’animazione delLà dove c’era il mercatinoA Massa Finalese, antiquariato, abitie oggetti di Mani Tese han lasciatospazio ai generi di prima necessitàpomeriggio nei campi autogestiti dallapopolazione, ci sono i volontari che sonoarrivati dall’Aquila. «Mani Tese si èimpegnata, in accordo con gli altri enti,per l’animazione nei campi, il supportopsicologico, la cura del gioco per i bambini»,dice Gaia. Secondo lo spirito,quello dello sviluppo dei popoli, che dasempre contraddistingue l’impegnodell’associazione. «Ci siamo cambiatiprovvisariamente l’abito. E il Sud delmondo, almeno per un po’ di tempo, lasciaspazio al servizio per la gente deinostri luoghi, per quelli che erano i nostrivicini di casa che faticavamo a salutare.Qui al magazzino raccogliamo generidi prima necessità e poi li distribuiamocon i volontari nei campi informali,nella tendopoli di Massa Finalese».<strong>Il</strong> capannone rimane un porto di mare.Sempre pronto all'accoglienza. Ci sonoanche le tende arrivate da altri gruppi eassociazioni. La solidarietà non si ferma.Anzi, riparte. Più motivata di prima. .<strong>Il</strong> cuore e i dialetti degli italianiGiornata al magazzino <strong>Caritas</strong>: aiuti da ovunque, distruibuiti tramite i centri d’ascoltodi StefanoMalagoliArrivano un po’ da tutte le parti d’Italia, con furgonistracarichi di merce; facce stanche per lunghi viaggi (ancheda Napoli, in giornata) ma contente di essere a Finale per portaresolidarietà agli emiliani costretti a fare i conti col terremoto.<strong>Il</strong> magazzino <strong>della</strong> Delegazione regionale <strong>Caritas</strong> è attivo daiprimi giorni dopo il sisma nel polo industrialedi Canaletto, alle porte di FinaleEmilia, in un capannone messo a disposizionecon generosità da un privato.Filippo, giovane di Cavezzo che dimostradi voler impiegare bene i suoi 20anni, trascorrendo un periodo <strong>della</strong> suaestate come responsabile nella gestionedel magazzino, spiega come è organizzatoil lavoro. «Qui arrivano merce e aiutida ogni parte: noi accogliamo, siste-miamo, ringraziamo e poi ridistribuiamoquanto la generosità <strong>della</strong> gente portaqua dentro». C’è di tutto: generi alimentariin primis, soprattutto cibo nondeperibile, in scatola e a lunga conservazione;poi prodotti per l’igiene e la cura<strong>della</strong> persona, generi alimentari e nonper la prima infanzia, acqua, tende dacampeggio, giochi e vestiti, davvero tantivestiti che non ci stanno più nel magazzinoe sono ora stivati in un containernel piazzale esterno. Con Filippo, segnostraordinario <strong>della</strong> generosità delterritorio, c’è anche Sandro. «Ho decisodi dare una mano qui al magazzino <strong>Caritas</strong>– spiega –. E lo faccio gratuitamen-luglio - agosto 2012 <strong>scarp</strong> de’ <strong>tenis</strong>.17

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