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scarp de' tenis Il mensile della strada - Caritas Torino

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vicenzaDa un campo di lavoro all’impegno permanente controla cultura e la presenza delle mafie: è la scelta di Alessandro«Legami forti, cosìsi vince la mafia»di Cristina Salviati44.La scorsa estate un gruppo di giovani, su invito <strong>della</strong> <strong>Caritas</strong> diocesanavicentina, ha partecipato al campo “I cento passi”, soggiorno di lavoro a CascinaCaccia, nei pressi di <strong>Torino</strong>, un bene confiscato alla criminalità organizzata,dove l’associazione Acmos lavora per restituire parte di quello che ogni giornola mafia toglie a tutta la società. Del gruppo faceva parte anche AlessandroScaggion, che da quell’esperienza è tornato cambiato, in profondità: oggi partecipaal coordinamento giovani <strong>della</strong> <strong>Caritas</strong> e si è iscritto a Libera, sezione di Vicenza.A fine agosto, Alessandro tornerà a Cascina Caccia, stavolta come accompagnatore,e in redazione, a Scarp, abbiamo cercato di capire le ragioni profondedel suo impegno. «<strong>Il</strong> mio percorso personale – racconta Alessandro – mi ha por-tato, fino a un paio di anni fa, a trascurareil mio ruolo di cittadino. Mi informavo,leggevo molto, ma mi mancava finta di niente, o rimboccarsi le mani-io a dover fare una scelta: sapere e farela voglia di spendermi in prima personae la consapevolezza che solo dallacamicia».che? Intanto ho slacciato i polsini dell’impegnodel singolo la società trae la Cosa significa per te preparare ilspinta a uno sviluppo nella giustizia. campo a Cascina Caccia?Mi sono trovato a chiedermi: che tracciavuoi lasciare nella vita delle altre servizio di volontariato. Quello che miQuesto tipo di esperienze non sono unpersone, soprattutto di quel famoso guida è la volontà di far crescere intornoa me la consapevolezza dei mezzi“prossimo” che non conosci? Ho cominciatoad avvicinare alcune realtà che ogni persona ha per cambiareper capire; poi è capitata questa possibilità:un campo di volontariato in cui mi sento di aiutare qualcuno in parti-l’ambiente e la società in cui vive. Nonsi faceva anche formazione. Era la mia colare o di rispondere a un bisognooccasione, con mia moglie l’abbiamo non soddisfatto. Lo faccio perché vorreicontribuire alla costruzione di uncolta al volo».Da lì è cominciata la scoperta di alcunestorie: di ragazzi che sono divennoentrato a far parte <strong>della</strong> Commis-posto più accogliente dove vivere. Sotatiamici, di cittadini esemplari che sione giovani, percorsi di condivisionequalcuno si ostina a chiamare eroi. e stili di vita di <strong>Caritas</strong>. Tentando di«Approfondire la conoscenza delle storiedi chi ha dato la vita per il nostro tive ideate: tra queste rientra il campopartecipare il più possibile alle inizia-paese mi ha fatto piangere – prosegue di agosto, che quest’anno abbiamoAlessandro – : perché alla fine è solo chiamato “Tu da che parte stai”. Hoquestione di scelte. Si sceglie di scioglierenell’acido un bimbo solo perché gio a Palermo con studenti di alcunepartecipato come educatore a un viag-è il figlio di un clan rivale, si sceglie di scuole superiori di Vicenza e dell’Altotrucidare un giudice con il tritolo solo Vicentino attraverso un percorso di legalità.Un’esperienza unica, forte,perché fa il suo mestiere, si sceglie dinon piegarsi al pizzo perché “Un’intera emozionante, grazie ai luoghi che abbiamovisitato e soprattutto grazie alcittà che paga il pizzo è una città senzadignità”. Allora mi sono trovato anche gruppo di persone con cui ho potuto<strong>scarp</strong> de’ <strong>tenis</strong> luglio - agosto 2012condividere l’esperienza. Con alcuniamici stiamo cominciando a proporredelle iniziative di “cittadinanza attiva”,per una costituenda associazione aPojana Maggiore, dove abito.Riguardo al problema <strong>della</strong> mafia inItalia, quali sono le tue speranze, letue aspettative?Parlare di mafia in Italia sembra unabarzelletta. Una di quelle che sannotutti e non fanno più ridere, così quandola si sente non la si ascolta, anzi sitende a mettere da parte chi ancora laracconta. Credo che il primo problemache dovremmo affrontare riguardo alleorganizzazioni criminali sia quello didiffondere la consapevolezza che è untema che tocca chiunque e che non c’èpiù un singolo angolo del Belpaese che

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