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scarp de' tenis Il mensile della strada - Caritas Torino

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sei domande a... Paola Turcidi Danilo Angelelli«La musica è omologata, ogni storia è un cammino»Da Sanremo ad Haiti. Dai bambini «armatie disarmati» che cantò ventiquattrenne alFestival del 1989, a quelli incontrati nellestrade di Port-au-Prince che le «chiedonol’acqua». In mezzo, tanta vita mescolataalla musica, tante occasioni per scenderein piazza e dire la propria, tanti viaggi nelSud del mondo. Sud assai presentenell’ultimo disco di Paola Turci, Le storiedegli altri: nove canzoni, nove fotografie acolori vividi sulla realtà che ci circonda.Chi sono gli altri, per Paola Turci?Uno che poi diventa un altro e un altroancora. Non un pubblico, non una massainforme. In questo disco fotografo lapersona, l’essere umano. Soprattuttoquello che occupa l’ultimo posto <strong>della</strong> fila.Nella canzone I colori cambiano sostieneche ogni incontro ha bisogno di ascolto,cammino e memoria... Quali incontrihanno contribuito a maturare questo pensiero?Paola, tra rocke solidarietàPaola Turci e (sopra)la copertina del suonuovo album, Le storiedegli altri. Nata a Roma48 anni fa, ha esordito ametà degli anni Ottanta.Cantautrice, intensa“vocazione” rock,da sempre è sensibileai temi socialiL’incontro con Alessandra, malata terminale di Aids, ospite in un centro delle suore di madre Teresa. Quello conun’altra ragazza, a Malindi: distesa in mezzo alla <strong>strada</strong>, voleva suicidarsi perché non aveva né lavoro né affetti.In Devi andartene il riferimento a Berlusconi è chiaro. Cosa pensa di chi è gli è subentrato?La canzone si riferisce a chi ha esercitato il potere con arroganza e menefreghismo, a chi ci ha fatto vivere in unasituazione pericolosa, di cui paghiamo le conseguenze. Oggi, nonostante tutto, si sta scrivendo una pagina nuova,molto più chiara. Però le prime scelte dell’attuale governo sono scollegate da chi fa fatica ad andare avanti. Lemanovre economiche si fanno sui grandi numeri, ma come cittadina vedo uno squilibrio pesantissimo: chi è ricco nonsente la crisi, il disoccupato e il pensionato la sentono troppo.<strong>Il</strong> disco parla anche di immigrazione. Quanto è importante capirla, per conoscere il mondo di oggi?<strong>Il</strong> tema oggi è centrale, simbolico, rappresenta il modo di stare al mondo, misura il nostro grado di cultura e conoscenza, èun’occasione per renderci conto se la storia l’abbiamo dimenticata. Come ci saremmo sentiti, quando eravamo noi italiania emigrare, se ci avessero chiamato clandestini? Ci apostrofavano anche peggio, ma la parola “clandestino” è legalizzata.<strong>Il</strong> tempo che viviamo valorizza o mortifica l’artista che coniuga musica e impegno civile?La musica si è formattata sull’intrattenimento, si è omologata per paura di perdere pubblico. Eppure la musica dice,non è un sottofondo. Io quando ascolto una canzone mi fermo. Ho sempre fatto musica puntando sulle mie sensazioni a360 gradi, non solo su quelle amorose. E mi sento a disagio quando mi definiscono “cantante impegnata”: sono partedi questa società, è naturale cantare considerando la politica, la realtà che vivo.Si è sposata ad Haiti nel 2010, sei mesi dopo il devastante terremoto. Perché?L’idea non è nata sulle ceneri del terremoto. Già ero stata ad Haiti, poi dopo il sisma ho partecipato alle attività <strong>della</strong>Fondazione Francesca Rava. Ho visto il prima e il dopo: la differenza è data dai cumuli di macerie, ma la povertà èsempre stata immensa. A Port-au-Prince i bambini per <strong>strada</strong> non chiedono un soldino, ma un bicchiere d’acqua! Io emio marito desideravamo sposarci ad Haiti anche perché lì c’è padre Rick Frechette, dell’organizzazione NuestrosPequeños Hermanos. E soprattutto perché è un luogo dove sembra che l’amore e la vita siano stati cancellati. Eppureci sono, nonostante tutto. Noi volevamo celebrarli.72.<strong>scarp</strong> de’ <strong>tenis</strong> luglio-agosto 2012

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