100 ― N. Reggiani, Dalla magia alla filologiapapiracee o pergamenacee 10 (Fig. 5), approda alle prime “e<strong>di</strong>zioni tascabili”(“economiche”?) <strong>di</strong> “classici” letterari 11 e, <strong>di</strong> qui, alla letteratura ed alla manualisticaellenistico-romana 12 , destinata a quei lettori me<strong>di</strong> che sarebbero poi assurtialle posizioni <strong>di</strong> comando 13 .Ma questo non era che il ritorno ad una vecchia tra<strong>di</strong>zione romana 14 , che opponeva,secondo istanze conservatrici, i supporti a tavolette rilegate, <strong>di</strong> antichissimaorigine me<strong>di</strong>terranea-orientale 15 (Figg. 1-2) e che si sarebbero conservati nellearee più marginali in forme aberranti (come le tavolette lignee <strong>di</strong> Vindolanda 16(Fig. 6) o i co<strong>di</strong>ci a tavolette rilegate <strong>di</strong> Kellis 17 ), alla “moda” ellenizzante del <strong>volume</strong>nin papiro, importata <strong>di</strong>rettamente dalla Graecia capta 18 . Rotolo e co<strong>di</strong>ce,13; ROBERTS/SKEAT 1987, 12-3).10 Hor. Sat. II 3, 1-2; Ars 386-90 (attestazioni <strong>di</strong> fogli pergamenacei in blocchi per appunti, equiparatialle tavolette cerate); cfr. ROBERTS/SKEAT 1987, 15-23; VAN HAELST 1989, 18-9. La prima testimonianzamateriale dei block notes pergamenacei è P.Berol. inv.7358/9, II sec.d.C., con annotazioni <strong>di</strong> pagamenti.11 Si tratta della famosa testimonianza <strong>di</strong> Marziale sui testi classici pubblicati in piccoli co<strong>di</strong>ci pergamenacei,adatti alla lettura “da viaggio”: Mart. I 2 (...hos eme, quos artat breuibus membrana tabellis...) eXIV 7 (pugillares membranei), 184 (Homerus in pugillares membranei), 186 (Vergilius in membranis),188 (Cicero in membranis), 190 (Titus Liuuius in membranis) e 192 (Oui<strong>di</strong> Metamorphosis inmembranis); cfr. ROBERTS/SKEAT 1987, 24-9; VAN HAELST 1989, 20-1.12 Vd. infra.13 La teoria della classe me<strong>di</strong>a (o della “spinta dal basso”) risale inizialmente al 1975 (prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>CAVALLO 2002; la formula della “spinta dal basso” è a p. 85) ed è stata poi variamente ripresa; si vedain particolare CAVALLO 1984 (rie<strong>di</strong>to in ID. 2005, 209-12), che fornisce una replica alle obiezioni <strong>di</strong> Robertse Skeat.14 Sulla tra<strong>di</strong>zione romana delle tavolette lignee, cfr. ROBERTS/SKEAT 1987, 12-4; CAVALLO 1989a, 696-708;ID. 1989b, 319-21; ID. 1992, 98-9.15 SKEAT 1976, 21-2; IRIGOIN 2009, 4. Si vedano il <strong>di</strong>ttico ligneo rinvenuto nel relitto <strong>di</strong> Ulu Burun (XIV-XIII sec. a.C.) o il polittico eburneo assiro da Nimrud (VII sec. a.C.).16 Cfr. T.Vindol. 21, I-II sec.d.C. (lettera in inchiostro su sottile foglio <strong>di</strong> legno ripiegato specularmente,“a co<strong>di</strong>ce”); sul rapporto fra le tavolette britanniche e le forme librarie si veda BOWMAN 1975, passim;BLANCK 2008, 68-70.17 BLANCK 2008, 66-8; vd. infra.18 Cfr. CAVALLO 1989b, 322-4 e 327, sul rotolo papiraceo nel mondo romano. Da questo punto <strong>di</strong> vista sipuò forse leggere come una reazione in senso conservatore la “innovazione” <strong>di</strong> Giulio Cesare che, secondoSvetonio, nell’invio dei resoconti <strong>di</strong> guerra al Senato, primus uidetur ad paginas et formam memorialislibelli conuertisse, cum antea consules et duces non nisi transuersa charta scriptas mitterent(Iul. 56, 6). Cesare avrebbe soppiantato l’uso del rotolo papiraceo scritto contro le fibre (transuersacharta) con quello del co<strong>di</strong>ce papiraceo ad imitazione dei memorialis libelli, affini al τῶνὑπομνημάτων δέλτοϲ del Senatus consultus del 73 a.C. e dunque, <strong>di</strong> fatto, identificabili con co<strong>di</strong>ci
Papyrotheke 1 (2010) ― 101papiro e pergamena, sono dunque costantemente interrelati: se i primi co<strong>di</strong>ces perappunti attestati erano costituiti da fogli pergamenacei (membranae) rilegati “a libro”,alcuni dei primissimi libri (anche cristiani) e quaderni “a co<strong>di</strong>ce” erano costituitida fogli <strong>di</strong> papiro anziché <strong>di</strong> pergamena 19 (Figg. 13-17), un uso che sicuramentesi protrae per tutti i primi secoli dell’era cristiana 20 (Figg. 36-38) .Il libro d’Irigoin, nella sua essenzialità, non entra nel merito del <strong>di</strong>battito, mal’angolazione prescelta, che valorizza le testimonianze <strong>di</strong> Marziale, chiarisce ilsuo punto <strong>di</strong> vista: “l’uso della pergamena per la confezione dei libri e la nuovaforma nata dal suo impiego [sc. il co<strong>di</strong>ce] sono fenomeni tipicamente e in<strong>di</strong>scutibilmenteromani” 21 . L’Autore preferisce addentrarsi nei vantaggi dell’uso del co<strong>di</strong>cerispetto al rotolo, e in una <strong>di</strong>samina delle motivazioni dell’apparente “resistenza”alla <strong>di</strong>ffusione della nuova tipologia <strong>di</strong> supporto, de<strong>di</strong>cando appena unpaio <strong>di</strong> righe alla tematica cristiana 22 . Tralasciando del tutto l’inquadramento storico-socialedel fenomeno, sembra quasi suggerire che questa epocale transizionesia stata solamente un momento nodale in una vicenda, tutto sommato, lineare.Nel complesso, Irigoin traccia un percorso approfon<strong>di</strong>to nei vari aspetti e nellealtrettanto varie problematiche della storia del libro antico, risalendo alle sueorigini, che vengono affrontate a partire dalle origini stesse della scrittura greca.Da qui, attraverso un itinerario che richiama le prime testimonianze dei rotoli papiracei– figurate, come alcune coppe attiche a figure rosse <strong>di</strong> V sec. (Fig. 12), emateriali, come il papiro <strong>di</strong> Timoteo e quello <strong>di</strong> Derveni (Figg. 9-10) – ed accen<strong>di</strong>tavolette lignee (deltoi): cfr. ROBERTS/SKEAT 1987, 18-9; CAVALLO 1992, 190-1; KRAFT (ed.) 2008,[[19]] n. 58 (ma, contra: VAN HAELST 1989, 19-20).19 Cfr. P.Yale 1, 80-100 d.C. (frammenti <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ce papiraceo con testo della Genesi); P.Ryl. III 457, primametà del II sec.d.C. (frammenti <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ce papiraceo con Vangelo <strong>di</strong> Giovanni); co<strong>di</strong>ci papiraceiChester Beatty, II-IV sec.d.C. (libri vetero- e neotestamentari); P.Bodm. II, inizi III sec.d.C. (co<strong>di</strong>cepapiraceo con Vangelo <strong>di</strong> Giovanni); P.Lond.Lit. 5+182 (= GMAW 2 14), seconda metà del III sec.d.C.(quaderno papiraceo per uso scolastico con testo dell’Iliade e spazi marginali per appunti)20 Cfr. PSI XIV 1371, V sec.d.C. (frammento <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ce papiraceo con parte del Salmo 36); CambridgeUniversity, Library Add. MS. 6366, V sec.d.C. (frammento <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ce papiraceo con le Olimpiche <strong>di</strong>Pindaro); P.Oxy. LXI 4094, VI sec. d.C. (frammento <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ce papiraceo con comme<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Menandro).21 IRIGOIN 2009, 61.22 “Solo i cristiani hanno adottato molto presto la nuova forma <strong>di</strong> libro: vi intuirono un mezzo per <strong>di</strong>stinguersidagli ebrei e dai rotoli della Torah” (ibid., 63).
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