86 ― G. Ghiretti, Un ambulatorio me<strong>di</strong>co anticol’interno del perimetro citta<strong>di</strong>no. Sempre a proposito dell’aspetto architettonico,un dettaglio interessante è la migliore illuminazione <strong>di</strong> alcuni dei vani, ed in particolarequello ad est dell’ambiente con il mosaico <strong>di</strong> Orfeo, un fatto la cui importanzaper la pratica clinica è sottolineata sia nello scritto del Corpus Hippocraticumde<strong>di</strong>cato all’organizzazione dell’ambulatorio, sia nei recuperi archeologicidei ualetu<strong>di</strong>naria che conservano traccia dell’organizzazione interna dei locali25 .Lo ἰατρεῖον era inoltre decorato con mosaici e affreschi e dotato <strong>di</strong> suppellettiliassai ricercate, delle quali si parlerà meglio <strong>di</strong> seguito poiché hanno importanzasoprattutto ai fini <strong>di</strong> una possibile ricostruzione dell’origine e della personalitàdel Chirurgo. Un’ultima curiosità, menzionata per la prima volta nel <strong>volume</strong> del2009, riguarda un secondo “abitante” della domus. In uno dei vani dell’ambulatoriofurono infatti rinvenute le ossa del piccolo cane <strong>di</strong> casa 26 : una presenza (anchese forse non molto in sintonia con i nostri attuali standard igienici) che oltre adaggiungere un tocco <strong>di</strong> vivacità alla ricostruzione della vita quoti<strong>di</strong>ana nelloἰατρεῖον ci fornisce, come giustamente si nota nel testo, un’ulteriore garanziadella repentinità del crollo della costruzione e dunque <strong>di</strong> come la sistemazionedel materiale corrisponda con fedeltà a quella in antico.2. Gli strumenti chirurgiciLo strumentario chirurgico è senza dubbio il ritrovamento <strong>di</strong> maggiore importanzasia per quantità che per qualità del materiale. Il contributo <strong>di</strong> Ralph Jacksoncontenuto nel <strong>volume</strong> e<strong>di</strong>to nel 2009 ne dà la descrizione fino ad ora più dettagliata(non esiste ancora un catalogo dell’intero kit); la pubblicazione contieneinoltre numerose riproduzioni fotografiche ed illustrazioni <strong>di</strong> buona qualità, cosache risulta particolarmente utile se si considerano le modalità <strong>di</strong> conservazionedei ferri. Gli strumenti, infatti, forse perché conservati in rotoli <strong>di</strong> cuoio o stoffasimili a quelli utilizzati al giorno d’oggi dai gioiellieri 27 , sono stati rinvenuti fusi25 Cfr. Hp. Me<strong>di</strong>c. 2; per i ualetu<strong>di</strong>naria si veda invece NUTTON 2004, 179.26 Cfr. ORTALLI 2009, 21, e il particolare della fig. 6 <strong>di</strong> 26 (in basso a sinistra).27 Cfr. ORTALLI 2009, 33 e JACKSON 2009, 77.
Papyrotheke 1 (2010) ― 87tra loro in gruppi (presumibilmente <strong>di</strong>visi per utilizzo): risulta quin<strong>di</strong> molto <strong>di</strong>fficile<strong>di</strong>stinguere i singoli strumenti da una fotografia <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni.Ralph Jackson dà ragione dell’importanza del ritrovamento e delle caratteristichegenerali dello strumentario: si tratta <strong>di</strong> un set <strong>di</strong> circa 150 strumenti in bronzo(generalmente i manici) e ferro (le lame dei bisturi o <strong>degli</strong> scalpelli) (Figg. 5-6).L’enorme valore dell’insieme non è dato tanto dall’aspetto formale, non particolarmenteraffinato anche se con dettagli curati, quanto dalla ricerca <strong>di</strong> completezzae funzionalità 28 . Questo, del resto, era l’atteggiamento che il paziente si aspettavada un bravo me<strong>di</strong>co: in Luciano, ad esempio, troviamo una critica agli incompetentidotati <strong>di</strong> strumenti preziosi che non sono però in grado <strong>di</strong> usare nelmomento del bisogno 29 .Sono poi esaminati i cluster (questo il termine usato da Jackson) in cui si sonoconservati gli strumenti, un in<strong>di</strong>zio assai importante poiché, come si è detto, presumibilmentei <strong>di</strong>versi raggruppamenti erano correlati all’uso. Il quadro che neemerge è particolarmente interessante sia per la presenza <strong>di</strong> due set che Jacksondefinisce come strumentario <strong>di</strong> base 30 e che forse si possono ricollegare all’invito,già presente nel Corpus Hippocraticum, ad avere sempre pronto il necessario incaso <strong>di</strong> visite a domicilio 31 , sia per la notevole dotazione relativa alla chirurgiaossea. Quest’ultima rimanda peraltro a operazioni anche molto ar<strong>di</strong>te e rischiose,come la trapanazione del cranio (sono presenti sgorbie, scalpelli e archetti <strong>di</strong> trapano)o la litotomia, le cui procedure sono descritte, sempre nella pubblicazionedel 2009, da Stefano De Carolis 32 .Per quanto riguarda la completezza e la varietà dello strumentario, Jacksoncita a ragione un trattato <strong>di</strong> Galeno ritrovato ed e<strong>di</strong>to proprio nel 2008 33 , in cui è28 Cfr. JACKSON 2009, 77 s.29 Luc. Ind. 29.30 Cfr. JACKSON 2009, 77.31 Si veda ad esempio Hp. Decent. I 1-3.32 DE CAROLIS 2009b.33 Si tratta del De indolentia (περὶ ἀλυπία), la cui e<strong>di</strong>tio princeps tradotta è in BOUDON-MILLOT 2008. Siveda la recente nuova e<strong>di</strong>zione in Galien, Oeuvres Tome IV: Ne pas chagriner. Texte établi et traduitpar V. Boudon-Millot et J. Jouanna avec la collaboration de A. Pietrobelli, Paris, Les Belles Lettres2010.
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