84 ― G. Ghiretti, Un ambulatorio me<strong>di</strong>co anticoinfatti certa la presenza <strong>di</strong> un piano rialzato <strong>di</strong> uso abitativo 16 ).Dal punto <strong>di</strong> vista archeologico questo dato è evidente se si confrontano <strong>di</strong>mensionie planimetria del sito <strong>di</strong> Rimini con le uniche strutture espressamentedestinate a degenza e convalescenza attestate in epoca classica, i ualetu<strong>di</strong>nariautilizzati dall’esercito romano: questi ultimi sono strutture generalmente piuttostogran<strong>di</strong> 17 , riconoscibili dalla caratteristica pianta con spazi comuni e stanze piùpiccole per i pazienti attorno ad un cortile centrale (Fig. 2), mentre il sito delladomus è <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni assai limitate e, come si è detto, privo <strong>di</strong> locali pensati perla degenza (Fig. 3).Pertanto risulta equivoca – ma è l’unico e limitato appunto che si può muoverea questo utilissimo contributo – l’ipotesi che quello del me<strong>di</strong>cus <strong>di</strong> Rimini sipossa definire, oltre che come taberna me<strong>di</strong>ca domestica, come un “piccolo valetu<strong>di</strong>nariuma conduzione privata 18 ”, nonostante, come si vedrà infra, il nostroChirurgo possa forse essere connesso con l’ambito militare. Più cauta la formulazione<strong>di</strong> Ralph Jackson nel <strong>di</strong>battito riportato in appen<strong>di</strong>ce agli Atti del 2008, incui si nota come l’abitu<strong>di</strong>ne, dovuta alla sua provenienza dall’ambito militare, acurare i pazienti in ambito “ospedaliero” abbia portato il me<strong>di</strong>co riminese ad usaretalvolta la sua domus come una clinica “just as he had accomodated his militarypatients in a valetu<strong>di</strong>narium” 19 . Anche la presenza <strong>di</strong> un “lettino” nel cubiculumpuò essere, in questo senso, un elemento <strong>di</strong> ambiguità. Sono però ampiamentetestimoniate pratiche curative “private”, chirurgiche e non, in cui il pazientedoveva rimanere sdraiato 20 ed è noto che i pazienti non in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> muoversi16 Cfr. ORTALLI 2009, 29 e 26, fig. 6.17 Per i ualetu<strong>di</strong>naria cfr. NUTTON 2004, 171 ss. Non mancano, in inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> estensione più modesta,versioni rimpicciolite <strong>di</strong> questa struttura, ma sempre con la stessa impostazione: è il caso <strong>di</strong> Vindolanda(la planimetria è <strong>di</strong>sponibile all’in<strong>di</strong>rizzo http://vindolanda.csad.ox.ac.uk/exhibition/army-1-1.shtml).18 Cfr. ORTALLI 2009, 30 e 41.19 DE CAROLIS/PESARESI (eds.) 2008, 140; subito dopo De Carolis traduce, forse un po’ liberamente, con“la struttura riminese è stata in un certo senso adattata a piccolo valetu<strong>di</strong>narium, proprio in virtù <strong>di</strong>quella passata esperienza” (i.e. la pratica in ambiente militare).20 Si veda ad esempio, per quanto riguarda i testi giunti su papiro, P.Oxy. VIII 1088: “fai <strong>di</strong>stendere ilpaziente in posizione supina ed effettua il trattamento (…) applica una borsa <strong>di</strong> acqua calda ai pie<strong>di</strong> ecoprilo con una coperta”.
Papyrotheke 1 (2010) ― 85autonomamente potevano rimanere ospiti del loro me<strong>di</strong>co per un breve periodo 21 .Tuttavia questa rappresentava un’eccezione: molto più spesso, infatti, gli ammalatierano curati al domicilio oppure a livello “ambulatoriale”.Questa informazione si integra perfettamente con i dati contenuti nelle fontiletterarie e documentarie, così come in quelle iconografiche: è il caso <strong>di</strong> una attestazioneassai lontana nel tempo e nello spazio, la scena effigiata sull’aryballosPeytel (V secolo a.C.) raffigurante un me<strong>di</strong>co al lavoro nel suo stu<strong>di</strong>o, identificatoper mezzo <strong>di</strong> strumenti “archetipici” come le ventose, il bacile e il flebotomo,con una vera e propria coda <strong>di</strong> pazienti in attesa <strong>di</strong> essere visitati (Fig. 4). Le fontidocumentarie, inoltre, ed in particolare quelle <strong>di</strong> carattere papirologico, ci restituisconoaltri elementi, più pratici, a proposito della sua organizzazione: sappiamocosì che era una sorta <strong>di</strong> “bottega” spesso annessa all’abitazione e condotta a“gestione famigliare”, come sembra ad esempio testimoniare il P.Oxy. LIX 4001(IV secolo d.C.), una lettera in<strong>di</strong>rizzata dal mittente (un certo Eudaimon, presumibilmenteme<strong>di</strong>co, che si trova lontano da casa) al destinatario (sue parentistrette) παρὰ ἰατρεῖον, cioè presso l’ambulatorio. I nomi utilizzati per definirequesta struttura erano infatti ἰατρεῖον, attestato sia nei papiri che in letteratura 22 ,il più generico ἐργαστήριον 23 e, in latino, taberna me<strong>di</strong>ca.Tornando allo ἰατρεῖον riminese, questo si trovava, dal punto <strong>di</strong> vista urbanistico,in una buona posizione: il complesso della domus è ubicato entro il perimetrocitta<strong>di</strong>no, delimitata su due lati da un cardo e da un decumano e, su un terzolato, quello obliquo (l’insula ha forma trapezoidale), dalla strada che dovevafiancheggiare quella che allora era la linea <strong>di</strong> costa 24 . Si noti, a questo proposito,che uno dei rarissimi altri documenti che testimoniano l’ubicazione <strong>di</strong> un ambulatoriome<strong>di</strong>co, il P.Oxy. LXIV 4441 (IV secolo d.C.), lo colloca anch’esso in posizionepiuttosto centrale, dentro o accanto alla stoa <strong>di</strong> Ossirinco, e comunque al-21 Cfr. De CAROLIS 2009b, 47 s. e nn. 8-9.22 Le attestazioni su papiro sono quattro (P.Oxy. LIX 4001, P.Oxy. LXIV 4441, BGU II 647 e P.Ross.Georg. III 2); per quanto riguarda le altre fonti letterarie, si può citare un trattatello del Corpus Hippocraticumde<strong>di</strong>cato - in parte - alla corretta organizzazione dello spazio <strong>di</strong> lavoro del me<strong>di</strong>co, per l’appuntoil Κατ’ ἰητρεῖον (Hp. Off.).23 Termine più generico, attestato in P.Ross.Georg. III 2 come alternativa <strong>di</strong> ἰατρεῖον.24 Cfr. ORTALLI 2009, 24.
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