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volume completo (full text) - Corso di Papirologia - Università degli ...

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Papyrotheke 1 (2010) ― 111in canti dei poemi omerici è questione controversa, anche se non vi sono particolarimotivi per dubitare che potesse risalire alle composizioni originarie 69 , maproprio la tra<strong>di</strong>zione che le qualificava come rhapsō<strong>di</strong>ai e che assegnava lo stessonome ai “libri” omerici ne rivela l’aspetto essenzialmente recitativo, orale. GliὉμήρου ἔπη che Ipparco avrebbe portato per la prima volta in Attica (πρῶτοϲἐκόμιϲεν εἰϲ τὴν γῆν), secondo le parole dell’omonimo <strong>di</strong>alogo pseudo-platonico70 , dovrebbero dunque essere i canti stessi, quei medesimi che Cineto avrebbecantato a Siracusa alla fine del secolo 71 .Fondamentali risultano le osservazioni <strong>di</strong> Antonio Aloni, una delle massimeautorità in materia: “La norma panatenaica non <strong>di</strong>pende dall’esistenza <strong>di</strong> un testogià fissato e messo per iscritto dei poemi, che non esistono in una <strong>di</strong>mensionemonumentale: questa <strong>di</strong>mensione è conseguenza della norma stessa. D’altra partela registrazione scritta non può neppure essere considerata una conseguenza <strong>di</strong>rettadella norma panatenaica. In una cultura tra<strong>di</strong>zionale non esiste necessità <strong>di</strong>una registrazione scritta <strong>di</strong> un testo, la cui esistenza è sempre e comunque resapossibile dalla realizzazione in performance. La scrittura è qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso, lecui ragioni vanno cercate fuori o oltre la fruzione del testo” 72 .La creazione del “canone ateniese”, concomitante alla fissazione scritta deipoemi omerici, è funzionale alla politica dei Pisistrati<strong>di</strong>, e in questo modo possonoessere spiegate le varie interpolazioni atticizzanti. L’attenzione dei tiranni altesto scritto è stata ben colta nella misura in cui essa si proponeva <strong>di</strong> eternare esacralizzare una struttura epica nazionalizzata e ideologizzata 73 , in un’operazioneparallela alla costituzione <strong>di</strong> un corpus oracolare scritto che, ancora all’epocadella cacciata <strong>di</strong> Ippia, veniva custo<strong>di</strong>to sull’Acropoli 74 . Si trattava, cioè, <strong>di</strong> dare69 Si veda per esempio HEIDEN 1998 e 2000.70 [Pl.] Hipparch. 228b-c.71 Hippostratos 568F5 FGH: τὰ Ὁμήρου ἔπη.72 ALONI 2006, 98; cfr. anche THOMAS 1992, 34 ss.73 Si veda già ALONI 1984, e poi ID. 2006, 101-18.74 Hdt. V 90, 2. Doveva trattarsi <strong>di</strong> una miscellanea oracolare tratta dai manteis più famosi come Museoe Bacide, e l’attenzione al testo <strong>di</strong>mostrata dai Pisistrati<strong>di</strong> emerge anche nell’episo<strong>di</strong>o della cacciatadell’orfico Onomacrito, accusato <strong>di</strong> aver falsificato uno <strong>degli</strong> oracoli, alla cui trascrizione egli stavaevidentemente collaborando (Hdt. VII 6, 3-4). Su queste raccolte oracolari si veda PRANDI 1993.

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