110 ― N. Reggiani, Dalla magia alla filologiamanifesto <strong>di</strong> affiliazione all’illustre tra<strong>di</strong>zione omerica, tanto più che “nulla assicurache i confini fra le singole opere omeriche – e fra le singole ‘tracce’ narrativeche certo ne costituivano il canovaccio orale – fossero così fermamente stabilitida consentire una precisa identificazione del passo, o almeno dell’opera, presential poeta citante” 63 . Tutt’altra cosa, dunque, rispetto all’assunzione dellapseudoepigrafia arcaica come “problema” da parte della filologia alessandrina,che trasforma il nomen auctoris “in un mero strumento <strong>di</strong> attribuzione e classificazione<strong>di</strong>fferenziale, così come appare caratteristico […] della authorship modernae contemporanea” 64 .Ora, questa fondamentale <strong>di</strong>stinzione ci sembra estendersi oltre il confine delleriflessioni sulla pseudoepigrafia (che nella continuazione del saggio procedonoa interessanti osservazioni sul “panellenismo” omerico e sulle reazioni epicorichefondate sulla riattribuzione ad autori locali 65 ), a includere il più vasto problemarelativo alla trasmissione dei testi omerici. Infatti, se la co<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> un “canoneomerico” ad opera della filologia alessandrina sottintende un’attenzione rivoltaal libro in quanto tale, ovvero come contenitore/conservatore <strong>di</strong> un’operaspecifica, un testo stabilito, potrebbe risultarne indebolita la teoria dell’Irigoin, ilquale aveva sostenuto che l’originaria scansione dei canti <strong>di</strong> Iliade e O<strong>di</strong>ssea presupporrebbeuna loro primitiva trascrizione su rotoli <strong>di</strong> cuoio d’uso ionico 66 , qualisarebbero stati acquistati, dalle mani <strong>degli</strong> Omeri<strong>di</strong> <strong>di</strong> Chio, dal tiranno atenieseIpparco, per l’uso panatenaico 67 .È pur vero che numerosi in<strong>di</strong>zi fanno ritenere che l’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> riferimento <strong>degli</strong>eru<strong>di</strong>ti alessandrini fosse quella ateniese 68 , ma proprio per alcuni <strong>di</strong> essi (peresempio, gli influssi linguistici attici, nonché le famigerate “interpolazioni”) nonpossiamo credere ad un originale “omeride”, ionico. L’origine della sud<strong>di</strong>visione63 CONDELLO 2007, 18.64 Ibid., 24; vd. infra.65 Ibid., 30-5.66 Sull’uso ionico dei rotoli <strong>di</strong> cuoio (<strong>di</strong>phthērai), cfr. Hdt. V 58.67 IRIGOIN 2009, 9; poi sviluppate in ID. 2001.68 IRIGOIN 2001, 17. Che ad Atene si fosse pervenuti ad un canone standard <strong>di</strong> Omero era già noto in antico(cfr. Ael. VH XIII 14).
Papyrotheke 1 (2010) ― 111in canti dei poemi omerici è questione controversa, anche se non vi sono particolarimotivi per dubitare che potesse risalire alle composizioni originarie 69 , maproprio la tra<strong>di</strong>zione che le qualificava come rhapsō<strong>di</strong>ai e che assegnava lo stessonome ai “libri” omerici ne rivela l’aspetto essenzialmente recitativo, orale. GliὉμήρου ἔπη che Ipparco avrebbe portato per la prima volta in Attica (πρῶτοϲἐκόμιϲεν εἰϲ τὴν γῆν), secondo le parole dell’omonimo <strong>di</strong>alogo pseudo-platonico70 , dovrebbero dunque essere i canti stessi, quei medesimi che Cineto avrebbecantato a Siracusa alla fine del secolo 71 .Fondamentali risultano le osservazioni <strong>di</strong> Antonio Aloni, una delle massimeautorità in materia: “La norma panatenaica non <strong>di</strong>pende dall’esistenza <strong>di</strong> un testogià fissato e messo per iscritto dei poemi, che non esistono in una <strong>di</strong>mensionemonumentale: questa <strong>di</strong>mensione è conseguenza della norma stessa. D’altra partela registrazione scritta non può neppure essere considerata una conseguenza <strong>di</strong>rettadella norma panatenaica. In una cultura tra<strong>di</strong>zionale non esiste necessità <strong>di</strong>una registrazione scritta <strong>di</strong> un testo, la cui esistenza è sempre e comunque resapossibile dalla realizzazione in performance. La scrittura è qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso, lecui ragioni vanno cercate fuori o oltre la fruzione del testo” 72 .La creazione del “canone ateniese”, concomitante alla fissazione scritta deipoemi omerici, è funzionale alla politica dei Pisistrati<strong>di</strong>, e in questo modo possonoessere spiegate le varie interpolazioni atticizzanti. L’attenzione dei tiranni altesto scritto è stata ben colta nella misura in cui essa si proponeva <strong>di</strong> eternare esacralizzare una struttura epica nazionalizzata e ideologizzata 73 , in un’operazioneparallela alla costituzione <strong>di</strong> un corpus oracolare scritto che, ancora all’epocadella cacciata <strong>di</strong> Ippia, veniva custo<strong>di</strong>to sull’Acropoli 74 . Si trattava, cioè, <strong>di</strong> dare69 Si veda per esempio HEIDEN 1998 e 2000.70 [Pl.] Hipparch. 228b-c.71 Hippostratos 568F5 FGH: τὰ Ὁμήρου ἔπη.72 ALONI 2006, 98; cfr. anche THOMAS 1992, 34 ss.73 Si veda già ALONI 1984, e poi ID. 2006, 101-18.74 Hdt. V 90, 2. Doveva trattarsi <strong>di</strong> una miscellanea oracolare tratta dai manteis più famosi come Museoe Bacide, e l’attenzione al testo <strong>di</strong>mostrata dai Pisistrati<strong>di</strong> emerge anche nell’episo<strong>di</strong>o della cacciatadell’orfico Onomacrito, accusato <strong>di</strong> aver falsificato uno <strong>degli</strong> oracoli, alla cui trascrizione egli stavaevidentemente collaborando (Hdt. VII 6, 3-4). Su queste raccolte oracolari si veda PRANDI 1993.
- Page 1:
Rivista Online di Papirologia dell
- Page 7:
SAGGI
- Page 10 and 11:
4 ― M. Botti, Dai papiri al weba
- Page 12 and 13:
6 ― M. Botti, Dai papiri al webra
- Page 14 and 15:
8 ― M. Botti, Dai papiri al webat
- Page 16 and 17:
10 ― M. Botti, Dai papiri al webN
- Page 18 and 19:
12 ― M. Botti, Dai papiri al web6
- Page 20 and 21:
14 ― M. Botti, Dai papiri al webL
- Page 22 and 23:
16 ― M. Botti, Dai papiri al webG
- Page 24 and 25:
18 ― M. Botti, Dai papiri al webW
- Page 26 and 27:
20 ― M. Botti, Dai papiri al webF
- Page 28 and 29:
22 ― M. Botti, Dai papiri al webF
- Page 30 and 31:
24 ― M. Botti, Dai papiri al webF
- Page 32 and 33:
26 ― M. Botti, Dai papiri al webF
- Page 34 and 35:
28 ― M. Botti, Dai papiri al webF
- Page 37 and 38:
Papyrotheke 1 (2010) ― 31Lavori p
- Page 39 and 40:
Papyrotheke 1 (2010) ― 33struzion
- Page 41 and 42:
Papyrotheke 1 (2010) ― 35per gli
- Page 43 and 44:
Papyrotheke 1 (2010) ― 37Dettagli
- Page 45 and 46:
Papyrotheke 1 (2010) ― 39desima r
- Page 47 and 48:
Papyrotheke 1 (2010) ― 4159 πα
- Page 49:
Papyrotheke 1 (2010) ― 43Fig. 3:
- Page 52 and 53:
46 ― I. Bonati, Forme e contenito
- Page 54 and 55:
48 ― I. Bonati, Forme e contenito
- Page 56 and 57:
50 ― I. Bonati, Forme e contenito
- Page 58 and 59:
52 ― I. Bonati, Forme e contenito
- Page 60 and 61:
54 ― I. Bonati, Forme e contenito
- Page 62 and 63:
56 ― I. Bonati, Forme e contenito
- Page 64 and 65:
58 ― M. Centenari / L. Iori, Ad a
- Page 66 and 67: 60 ― M. Centenari / L. Iori, Ad a
- Page 68 and 69: 62 ― M. Centenari / L. Iori, Ad a
- Page 70 and 71: 64 ― M. Centenari / L. Iori, Ad a
- Page 72 and 73: 66 ― M. Centenari / L. Iori, Ad a
- Page 74 and 75: 68 ― M. Nuti, Le attività e le a
- Page 76 and 77: 70 ― M. Nuti, Le attività e le a
- Page 78 and 79: 72 ― M. Nuti, Le attività e le a
- Page 80 and 81: 74 ― M. Nuti, Le attività e le a
- Page 82 and 83: 76 ― M. Nuti, Le attività e le a
- Page 85: NOTE e RECENSIONI
- Page 88 and 89: 82 ― G. Ghiretti, Un ambulatorio
- Page 90 and 91: 84 ― G. Ghiretti, Un ambulatorio
- Page 92 and 93: 86 ― G. Ghiretti, Un ambulatorio
- Page 94 and 95: 88 ― G. Ghiretti, Un ambulatorio
- Page 96 and 97: 90 ― G. Ghiretti, Un ambulatorio
- Page 98 and 99: 92 ― G. Ghiretti, Un ambulatorio
- Page 100 and 101: 94 ― G. Ghiretti, Un ambulatorio
- Page 102 and 103: 96 ― G. Ghiretti, Un ambulatorio
- Page 104 and 105: 98 ― N. Reggiani, Dalla magia all
- Page 106 and 107: 100 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 108 and 109: 102 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 110 and 111: 104 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 112 and 113: 106 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 114 and 115: 108 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 118 and 119: 112 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 120 and 121: 114 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 122 and 123: 116 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 124 and 125: 118 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 126 and 127: 120 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 128 and 129: 122 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 130 and 131: 124 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 132 and 133: 126 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 134 and 135: 128 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 136 and 137: 130 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 138 and 139: 132 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 140 and 141: 134 ― N. Reggiani, Dalla magia al
- Page 143: INDICI
- Page 146 and 147: 140 ― Index locorumVII 2141: 52XI
- Page 148 and 149: 142 ― Index locorumLetteratura2Ep
- Page 150 and 151: 144 ― Index nominum et verborumIn
- Page 152 and 153: 146 ― Index nominum et verborumDe
- Page 154 and 155: 148 ― Index nominum et verborumPi
- Page 156 and 157: 150 ― Index nominum et verborumca