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volume completo (full text) - Corso di Papirologia - Università degli ...

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Papyrotheke 1 (2010) ― 103teche), fa proporre al Blanck, in merito al nostro tema <strong>di</strong> partenza – il rapporto traforme e materiali scrittori – un’integrazione alla visione <strong>di</strong> Cavallo, che egli comunqueaccetta, opponendola decisamente all’interpretazione “cristiana” 25 . L’Autore,infatti, osservando che “resta tuttavia da chiarire […] perché gli strati socialipiù bassi non nutrivano, nei confronti del co<strong>di</strong>ce, le stesse riserve che venivanodai ceti più alti”, propone che possano “essere state determinanti solo motivazioni<strong>di</strong> carattere pratico”, e specificamente la maneggevolezza, l’economicità, la resistenza,la facilità <strong>di</strong> consultazione 26 . Egli recupera dunque una serie <strong>di</strong> argomentigià contestati dai fautori delle ipotesi cristiane 27 , ed in particolare da Skeatil quale, ancora recentemente, ha rivalutato i vantaggi della lettura dal rotolo 28 .Ciò rende necessari ulteriori chiarimenti.Dopo le testimonianze <strong>di</strong> Marziale sui primi tentativi 29 <strong>di</strong> riversare opere letterariein breuibus tabellis, la prima fonte letteraria che ci parli <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ces pergamenaceiè il giurista romano Ulpiano che, all’inizio del III sec. d.C., attesta una significativa<strong>di</strong>versificazione fra co<strong>di</strong>ci e rotoli. Nel definire la questione (in unacausa ere<strong>di</strong>taria) se la categoria <strong>di</strong> libri potesse riferirsi tanto ai volumina quantoai co<strong>di</strong>ces, scrive: librorum appellatione continentur omnia uolumina, siue incharta siue in membrana sint siue in quauis alia materia: sed et si in philyra autin tilia (ut nonnulli conficiunt) aut in quo alio corio, idem erit <strong>di</strong>cendum. quod siin co<strong>di</strong>cibus sint membraneis uel chartaceis uel etiam eboreis uel alterius materiaeuel in ceratis co<strong>di</strong>cillis, an debeantur, uideamus 30 . Questa precisazione può25 BLANCK 2008, 138-9.26 Ibid., 139.27 Vd. supra.28 Si veda in particolare SKEAT 1990, che riprende una sua teoria sperimentale tesa a <strong>di</strong>mostrare l’agevolechiusura del rotolo papiraceo (SKEAT 1978, 373-6) ora verificata su <strong>di</strong> un esemplare reale, sottolineandoi vantaggi “psicologici” <strong>di</strong> una lettura “continua” che potrebbe essere stata comune nel mondo antico(l’Autore la paragona alla fruizione <strong>di</strong> opere quali il fregio del Partenone e la Colonna Traiana); suirapporti fra tecniche <strong>di</strong> lettura e forme librarie cfr. anche CAVALLO 1994 (qualche cenno già in ID.1989b, 330-1).29 “But note that ‘newness’ or ‘innovation’ are not mentioned or even hinted at by Martial – apparentlyuse of this format on the part of some booksellers was already known and accepted by his imaginedRoman au<strong>di</strong>ence” (KRAFT (ed.) 2008, [[25]]).30 Dig. XXXII 52 praef.; cfr. anche Paul. Sent. III 6, 87 (libris legatis tam chartae uolumina uel membranaeet philyrae continentur: co<strong>di</strong>ces quoque debentur: librorum enim appellatione non uolumina

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