P R I M O P I A N OLa sicurezza alimentare“passa” per la logisticaA Verona, un convegno Assologistica e Certiquality ha esaminatogli effetti dell’entrata in vigore dello standard IFS Logistic.La grande distribuzione, dopo averrivolto in passato la propria attenzione,per quanto riguarda la“sicurezza” nel settore agroalimentare,ai processi produttivi, ha estesoil proprio campo di interesse, nel medesimocomparto, verso le attività logistico/distributive.L’obiettivo che i retailersi sono prefissi è di poter avere uncontrollo “puntuale ecompleto” su tutte le attivitàdella filiera logistica finoalla consegna dei prodottipresso i propri punti venditae, di conseguenza, alconsumatore finale. I retailertedeschi e francesi, conla collaborazione di espertiinternazionali, hanno cosìredatto lo standard “IFSLogistic” con l’obiettivoprincipale di monitorareanche quanto accade a unprodotto nel periodo (enelle operazioni) che intercorretra la sua uscita dalprocesso produttivo e ilsuo arrivo ai punti vendita.Lo standard è applicabile a prodotti foode non food e copre tutte le attività logistiche,come, ad esempio, trasporto,stoccaggio, distribuzione, carico/scarico,ecc. Si applica a tutti i tipi di trasporto,dalla strada alla ferrovia, al trasportomarittimo e aereo. Dal gennaio scorso,tale standard è entrato in vigore. Comenota Certiquality, istituto di certificazionedella qualità, “la politica di sicurezzaalimentare messa in atto dall’Unioneeuropea ha portato ad adottare un approccioglobale che necessariamentedeve coinvolgere tutti gli attori dellasupply chain, dalla produzione al consumatore”.Questa scadenza dell’entratain vigore di “IFS Logistic”, ha fatto sìche le aziende e di trasformazione e diLa “cultura” della qualità deve essere estesa dalla produzione deglialimenti alla loro distribuzionedistribuzione abbiano iniziato a richiederegaranzie sulla “sicurezza” ai lorofornitori di logistica. Certiquality e Assologisticahanno perciò organizzato unconvegno, che si è svolto presso l’interportoQuadrante Europa di Verona, conl’obiettivo di stimolare un maggior legamee una maggiore collaborazione tra idiversi soggetti coinvolti nella catenadella fornitura logistica sul tema dell’analisi,della valutazione e della gestionedei rischi. Il tutto nell’ottica di comeprevenirli, monitorarli e controllarlilungo tutta la filiera.Aprendo il convegno, Damaso Zanardo,vicepresidente di Assologistica, ha inquadratoil tema in discussione in uncontesto più ampio, richiamando le difficoltàche oggi incontra lalogistica italiana nel svolgereil proprio lavoro. “Era statochiesto al governo, giusto unanno fa, di sbloccare almenoquattro azioni delle 51 previstedal Piano nazionale dellalogistica: lo sportello unicodoganale, la distribuzioneurbana delle merci (attraversoun coordinamento regionaledel Piano urbano traffico)- che sarebbe di rilievoanche sul versante di regolarizzare,scadenzare e monitorarele consegne alla grandedistribuzione organizzatainsediata all’interno dellearee metropolitane -, favorireil passaggio dal franco fabbrica al francodestino, la riduzione dei ritorni a vuotoe dei tempi di attesa al carico/scarico”.Il vicepresidente di Assologistica ha,quindi, ricordato che parlare di standarddi qualità nel settore della distribuzionedell’agroalimentare è argomentocomplesso e da affrontare in manieraorganica: “Non si può dimenticare - ha52
Una delle difficoltà della logistica alimentare è la frammentazione delle fonti di approvvigionamentodetto Zanardo - che ci troviamo di frontea un mercato e a una filiera molto frastagliatiche coinvolgono organizzazionie cooperative di produttori, singoliimprenditori agricoli, grossisti, impreseche commercializzano per conto terzi,imprese industriali e sul versante venditada singoli dettaglianti a centrali d’acquisto,alla Gdo”.Luca Speradio, della Mediterranea Trasporti,è partito nel suo intervento riprendendoquanto sottolineato da Zanardo:“Non dimentichiamoci che finoagli anni 2000 su un camion si trasportavanoinsieme la carne, il pesce e i detersivi.Inoltre, nel trasporto dalla produzioneai punti vendita i vettori incontranotransit point spesso non idonei,ad esempio sotto il profilo delle temperatureche vi si registrano in periodi estivi,e questo avviene anche nei piazzaliantistanti la Gdo, a garantire la salvaguardiadel prodotto. Inoltre, vi sono altrifattori critici nella filiera: grande molteplicitàdi attori, vettori non strutturati,personale non sufficientemente qualificato,documentazioni poco precise escarse”. “Per coniugare unalogistica efficiente e la sicurezzaalimentare, noi abbiamolavorato per fare rete conmolti operatori in maniera daessere in grado di avere a disposizioneuna ‘massa critica’di prodotti e poter pianificarei trasporti, tenendoli costantementesotto controllo. Inoltre, abbiamo evitatoogni compromesso. Abbiamo scelto lacompetenza e l’affidabilità a tutti i livelli,sia nei confronti dei fornitori, richiedendocertificazioni, tarando tutti i nostristrumenti e costruendo un diagrammadei flussi produzione-consumatoremolto dettagliato e che mette inluce i punti critici da tenere costantementesotto controllo e da gestire moltooculatamente”.Quindi, in una situazione del settoreagroalimentare, specialmente per i prodottidel fresco e del surgelato, in generalecomplicata, con l’adozione dellostandard IFS Logistic, le imprese logistichesono chiamate a uno sforzo notevoledi riorganizzazione e di “tutela” neiconfronti dell’intera gamma dei proprifornitori. Gli obiettivi particolari che ilnuovo standard si pone sono stati schematizzatida Santina Modafferi di Certiquality:“Garantire comparabilità e trasparenzalungo la catena di fornitura einstaurare un migliorGestirein manieraunivocai “pericoli”dialogo con la distribuzione,gestire in manieraunivoca i pericoli,saper fronteggiare gliaudit di seconda parte,migliorare la gestionedel rischio, controllare‘con lo zoom’ ogni fase del processoprodotto-servizio”.Per soddisfare questeesigenze è necessario che le impreselogistiche trovino un sostegno, in primis,dalla distribuzione organizzata.Claudio Truzzi, QA Manager di MetroGroup, che ha 49 punti vendita sparsi insedici regioni italiane e che rappresentail primo partner per i professionisti delmondo alimentare, horeca e trader, si èdichiarato d’accordo, sottolineando che“diventa necessario, come abbiamo richiestonoi, che tutti gli attori logisticisiano certificati, ciò consente una valutazioneuniforme, un lavoro trasparentesia sui prodotti food sia sugli altri”. ■CERTIFICAZIONE“QUALITÀ”Tutte le imprese devono operareper raggiungere la pienasoddisfazione del cliente, inparticolare nel settoreagroalimentare la certificazione ISO9001 facilita l'individuazione e lagestione delle esigenze delconsumatore con un migliorecontrollo di tutti i processi. Questanorma internazionale fornisce unmodello per costruire un sistema digestione per la qualità che,promuovendo un approccio perprocessi, permette di conseguirel'obiettivo di un miglioramentocontinuo nella loro gestione. Leorganizzazoni certificate ISO 9001dispongono di un utile strumentogestionale che permette disviluppare facilmente gli altrischemi di certificazione sia diprodotto sia di sistema. Certiqualitycertifica i sistemi di gestione per laqualità delle imprese del settorealimentare, dalla produzioneprimaria alla trasformazione, sinoalla distribuzione.GIUGNO 53