di denaro, incuranti delle proteste del loro Governatore, iniziano a concedere a chiunque ne facessedomanda, autorizzazioni a produrre carbone vegetale, utilizzando gli alberi dell’Isola, cosicché in brevetempo l’Isola viene privata della sua vegetazione e le coltivazioni furono sempre più esposte ai forti venti,divenendo meno redditizie. Di conseguenza, l’attenzione degli abitanti si concentrò prevalentemente sullapesca.Nel 1860, con la caduta del Regno delle Due Sicilie, le Pelagie vengono unite al Regno d’Italia. Nel 1872il governo italiano, deciso a fare dell’Isola una colonia penale, nomina un Commissario che revoca tuttele concessioni di terre ai coloni, provocando un ulteriore regressione delle coltivazioni e un ovviorisentimento della popolazione. Fra alti e bassi dell’economia locale e lenti miglioramenti dellecomunicazioni con la Sicilia, si arriva alla seconda guerra mondiale, durante la quale, per la suaimportante posizione strategica sulla rotta fra la Sicilia, Malta, Libia e Tunisia, l’Isola viene fortificata.Finita la guerra, a lento rimorchio della rinascente economia italiana, Lampedusa saltò agli onori dellacronaca quando nel 1986 Gheddafi lancia due missili contro Lampedusa, sbagliando comunque ilbersaglio.Successivamente l’economia comincia a trasformarsi e la maggior parte del reddito degli abitanti arrivaora dal turismo, non più dalla pesca.La storia dell’isola di Pantelleria ha ancora più antiche origini delle altre. Infatti, già nella preistoria ilpopolo dei Sesioti venendo dal mare vi si insediò per estrarre l’ossidiana considerata a quei tempipreziosa come l’oro. Intorno al IX secolo a.C. arrivarono i Fenici e fu questo il periodo d’oro diPantelleria in cui venne introdotta la vite coltivata ad alberello, vennero edificate le fortificazioni el’Acropoli in località San Marco, vennero coniate numerose monete nell’isola, realizzate le cisterne acampana, i santuari del lago Specchio di Venere e di Bugeber, il porto e il primo nucleo del castello.Seguirono i Romani che migliorarono le difese militari dell’isola. Poi arrivarono i Bizantini cheabbellirono di mosaici le abitazioni e nel 700 d.C. gli Arabi. La dominazione araba durò fino al 1200 enotevoli sono stati i prodotti di quella cultura come i dammusi, la coltura del cotone e dell’ulivo, laproduzione dell’uva zibibbo e, ancora, le fortificazioni della Medina di Pantelleria (oggi totalmentedistrutta dai bombardamenti aerei della 2° guerra mondiale). Poi arrivarono i Normanni cui succedetterogli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi e i Borboni. Nel 1713 Pantelleria con la Sicilia passò sotto il ducatodei Savoia, e, nel 1720 dell'Austria che ne resse le sorti fino a quando, nel 1734, Carlo di Borbone venneincoronato Re del Regno di Napoli e di Sicilia. Dal 1861 l'Isola, annessa al Regno d'Italia, ne seguì lesorti, e, nella II guerra mondiale, Pantelleria giocò un ruolo fondamentale per la posizione geograficad'importanza strategica. Sin dal 1937 iniziò la fortificazione dell'isola a opera del governo fascista, con lacostruzione dell'aeroporto e di una fitta rete stradale. Con la seconda guerra mondiale Pantelleria passaalla storia per la cosiddetta "Battaglia di Pantelleria". In seguito l’isola fu soggetta a massiccibombardamenti. Finita la guerra, cominciò la ricostruzione.Il primo nome di Ustica fu Osteodes che in greco significa ossario e fu cosi definita poiché lì furonoritrovati gli scheletri di 6.000 soldati Cartaginesi. L’isola fu abitata sin dal 1500 a.C. perché vi si sonoritrovate tracce evidenti di almeno due insediamenti: uno preistorico vicino ai Faraglioni, e l'altro inlocalità "Castello Saraceno", scavato nel Colle della Falconiera, risalente al III sec. a.C. Successivamentel'isola fu abitata dai Romani e, dopo la caduta dell’impero romano e un periodo d’abbandono, nel VIsecolo ricominciò il suo sviluppo grazie all’arrivo di una comunità di Benedettini, che si installò nellazona ancor oggi chiamata delle "case vecchie". Ma le scorrerie dei pirati barbareschi portarono alladistruzione della comunità e il grado di sicurezza così basso scoraggiò qualsiasi altro insediamento. Ilprimo nucleo abitato fu, così, ripetutamente distrutto. Nel 1713, con il trattato di Utrecht, la Sicilia e lesue <strong>Isole</strong> passarono al duca di Savoia, che sei anni dopo la cedette all’Austria in cambio della Sardegna.Quando Spagna e Austria entrarono in guerra, Carlo III di Borbone fu incoronato sovrano e nel 1763 daPalermo un contingente di soldati e di operai iniziarono a Ustica opere di protezione per gli abitanti,ponendo le basi per lo sviluppo dell'isola: nacquero così le torri di "Santa Maria", oggi museo, la torredello "Spalmatore", sede della Riserva Marina, e il "Fortino sul Colle della Falconiera". Negli stessi anniarrivarono 85 famiglie di contadini e pescatori dalle Eolie, nonché qualche artigiano da Palermo eTrapani, per un totale di 400 persone. Nel 1771 Ustica fu riconosciuta quale università, cioè comuneautonomo. Dalla fine del 1800, l’isola partecipò ai moti risorgimentali e accolse con entusiasmo la32
spedizione di Garibaldi in Sicilia. Durante il fascismo, poi, Ustica diventa colonia penale, ospitandoanche Carlo e Nello Rosselli, Ferruccio Parri e Antonio Gramsci come confinati politici. Nel 1961 laProloco, da poco costituita, sottopose la questione al governo, ottenendo dopo una lunga battaglia, lachiusura della colonia e dando il via allo sviluppo turistico, e facendo diventare Ustica la meta presceltadi numerosi turisti.Tutto l'arcipelago delle Eolie segue quella di Lipari. I primi uomini si sono stabiliti nelle isole di Lipari eSalina alcuni secoli prima del 4000 a.C. attratti dalla straordinaria risorsa che era costituita, per queltempo, dall'ossidiana (il materiale più tagliente che all’epoca era detto “il vetro nero”) eruttata dal MontePelato, il vulcano della estremità NE di Lipari. Si sviluppava, quindi, un abitato popoloso. Solo più dimille anni dopo, intorno al 3000 a.C., quando il commercio dell'ossidiana era al suo apogeo,incominciarono a essere abitate anche le <strong>Isole</strong> <strong>Minori</strong> dell'arcipelago eoliano. In questo lungo periodo,durato più di un millennio e mezzo, alle prime genti provenienti dalla Sicilia, stanziatesi sui fertilialtipiani che ben si prestavano all'agricoltura e alla pastorizia, se ne sostituirono altre, venute da lontano,(si suppone dalla coste transadriatiche) per impadronirsi di questa eccezionale fonte di ricchezza. Questenuove genti si insediarono su l'attuale Castello e, in seguito, nella piana sottostante dove è la cittàmoderna. Dopo alcuni secoli di forte recessione economica e demografica (II metà del III millennio a.C.)le <strong>Isole</strong> Eolie hanno avuto un altro periodo di rigogliosissima fioritura quando in esse si sono stanziatenuove genti, provenienti questa volta dalla Grecia continentale, gli Eoli. Testimonianze degli insediamentidi queste genti transmarine sono state trovate pressochè in tutte le isole, salvo Vulcano resa inabitabiledalla intensa attività del suo cratere. Alle popolazioni di stirpe eolica si sostituiscono intorno al 1430 a.C.nuove genti, provenienti invece dalle vicine coste della Sicilia, portatrici di una cultura del tutto nuova,che prende il nome dal grande villaggio del Capo Milazzese dell'isola di Panarea. Continuano intensi irapporti con la Grecia micenea. Verso il 1270 a.C. nelle isole (o meglio nella sola Lipari, perché le altrerestano da questo momento deserte) si insediano genti ausonie, provenienti dalle coste campane. Alperiodo Ausonio I si sostituisce il periodo Ausonio II. Ai commerci con l'Egeo, che vengono meno acausa delle crisi che travagliano il mondo miceneo, si sostituiscono quelli con la Sardegna nuragica.Intorno al 900 a.C. il floridissimo insediamento di Lipari viene radicalmente distrutto e per più di tresecoli il Castello, ma forse l'intera isola, restano deserti. Nella seconda metà dell'VIII secolo a.C. inizia ilfenomeno della colonizzazione greca dell'Italia meridionale e della Sicilia. Vengono fondate Naxos,Siracusa, Catana, Leontinoi, Megara Hyblaea, Zankle-Messana, Rhegion, ecc. Lipari è, in ordine ditempo, una delle ultime colonie. Ma gli Etruschi si oppongono allo stanziamento dei Greci nelle Eolie,che considerano troppo importanti per il controllo del basso Tirreno e dello Stretto e ha, così, inizio unaguerra che continuerà, con alterne vicende, per più di un secolo, finché agli inizi del V secolo gli Etruschiarrivano a impossessarsi di Lipari. Ma Lipari riesce a liberarsi e, con la battaglia navale di Cuma del 474a.C., la flotta siracusana di Ierone annienta la potenza marittima degli Etruschi, dando inizio a un periododi grande prosperità. Da questo momento anche le <strong>Isole</strong> <strong>Minori</strong> incominciano a ripopolarsi. Lipari èalleata con Siracusa e resiste alle aggressioni degli Ateniesi e dei Cartaginesi finchè Agatocle, tiranno diSiracusa, aggredisce a tradimento Lipari e la saccheggia per cui Lipari dall'alleanza con Siracusa passa aquella con Cartagine. Durante la prima guerra punica fra Roma e Cartagine, Lipari è dunque una baseavanzata di Cartagine e invano i Romani tentano a più riprese di impadronirsene fino al 252/51 a.C.quando vi riescono. La conquista romana segna la fine della prosperità di Lipari, che si riduce aun'insignificante e misera città di provincia, quale ce la descrive Cicerone.In età cristiana (forse dal IV secolo) Lipari fu sede vescovile e meta di pellegrinaggi. Nell'alto Medioevosi ebbe un improvviso risveglio dell'attività vulcanica nell'isola di Lipari. Si aprirono allora il nuovocratere del monte Pelato, che eruttò immense masse di pomici, e quello, più vicino alla città, della Pirrera,che eruttò una colata di ossidiana. Nell'839 Lipari fu aggredita e distrutta da un'incursione di musulmani,che massacrarono e deportarono in schiavitù la popolazione e profanarono le reliquie di San Bartolomeo,meta dei pellegrinaggi cristiani. Lipari rimase per alcuni secoli quasi totalmente deserta, fino allariconquista della Sicilia da parte dei Normanni, che nel 1083 installarono a Lipari l'abate Ambrogio conun nucleo di monaci benedettini. Intorno al monastero, di cui restano vestigia a fianco della cattedrale,tornò a formarsi un nucleo urbano. Nel 1131 fu, infatti, ricostituita la sede vescovile di Lipari unita aquella di Patti. Roberto I re di Napoli, nel 1340, si impadronì di Lipari. Nel 1540 la città fu saccheggiatadal feroce corsaro Ariadeno Barbarossa, che portò via gli infelici abitanti, come schiavi. Lipari venne33
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