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P. I. T. - Isole Minori - Rete Pari Opportunita

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Fra le diverse opzioni possibili, il partenariato del PIT ha messo a fuoco la speciale dimensione del“piacere” o meglio dei “piaceri” che accompagnano un viaggio sulle isole minori siciliane. E che sonoassolutamente diversi rispetto ad altre rinomate isole del mondo, divenute mete turistiche obbligate diclienti dei grandi tour operators internazionali. Anche perché hanno quel particolare carattere di ospitalitàe di ricca umanità che contraddistingue i siciliani.Un viaggio sulle isole minori siciliane si presenta come una straordinaria esperienza culturale: di piaceri“multisensoriali”, seducenti, intriganti e pieni di fascino. Un viaggio nelle isole è, infatti, un’immersionenella natura e nei suoi colori, nei profumi della macchia mediterranea e nel vento. Quel vento perenne delmediterraneo che ha dato il nome del dio alle Eolie e a Pantelleria “figlia dei venti”; che asciuga e faappassire al sole i grappoli di pomodorini “a scocca e a pennula” e di uva di moscato e di malvasia; chedona ai capperi quel particolarissimo gusto salmastro; e che porta effluvi di origano, mentuccia e dimortella lungo le camminate in montagna; o profumi di basilico e menta quando ci si aggira per le stradedei paesi bianchi di calce.Alla unicità dell’ambiente e del patrimonio di biodiversità delle isole corrisponde, infatti, la straordinariaricchezza e la varietà di un patrimonio di odori, profumi e sapori che non ha uguali: la freschezza e iprofumi di mare del pesce appena pescato, l’intensità del tonno e del pesce salato, la fragranza del panecon l’olio e il pomodoro o insaporito con i capperi e i “cucunci”, la carnosità della caponata di melanzane,il velluto della minestra delle piccole lenticchie di Ustica con un filo d’olio…... E la squisitezza dei dolci:sfinci velati di zucchero con la scorzetta di agrumi, gigi col vino cotto e la cannella, nacatuli di pasta dimandorle, cassatelle e vastituzze con i fichi secchi e l’uva passa, il succo di limone e i chiodi digarofano…. Dolci che richiedono di essere “cullati” con dolcissimi sorsi di moscato e di malvasia ….Un tripudio fastoso e seducente di piacere e di sapori golosi che raccontano sempre di natura, di sole e dibrezza marina; ma anche di tradizioni autentiche e di un “saper fare” antico. Un patrimonio di tecniche edi specializzazioni produttive distillato dall’esperienza di un uso accorto delle risorse limitate dellesingole isole, ed espressione di una “cultura materiale” che affonda le radici nei millenni di storiamediterranea.96

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