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RAPPORTO DI RICERCA - Consorzio Sol.Co.

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34frustrazione e impotenza. Non si tratta di affermare per legge un diritto al tempolibero e una sua improponibile standardizzazione, ma di creare le condizioni perrendere accessibili le opportunità per tutti. La possibilità di poter partecipare aproposte ricreative integrateconsente, anche alle persone con grave disabilità, di poter trovare energie,stimoli e significati per affrontare positivamente i diversi problemi posti dalla vitaquotidiana. Nell’ottica guida della dignità della persona e dei suoi diritti, il tempoed il tempo libero non possono essere considerati accessori della vita, ma suaparte integrante, densa di significato esistenziale. In questa intervista abbiamochiesto ai nostri soggetti che offrono servizi alla disabilità se nelle loro strutture èpossibile impiegare “Tempo libero” solo il 52% ha risposto in senso affermativo,certo tra gli 88 enti che non hanno risposto di non avere spazi ricreativicertamente vi sono enti pubblici (come l’Ufficio provinciale del lavoro) o centriamministrativi come le AUSL e i CSA (Centri servizi amministrativi ) ma il valore ècomunque alto.Sessualità: un tema importante e delicato, da affrontare con serenità.Sicuramente la famiglia gioca un ruolo molto importante, perché è da essa chedipende la riuscita che il figlio potrà avere nella vita, sia in termini di autonomiapersonale e sociale, che in termini di autonomia affettiva e sessuale. Ma a volteun corso di educazione sessuale anche rivolto alla famiglia non potrebbe fareche bene. Dalla nostra indagine emerge che solo il 14% delle strutture intervistateattuano azioni per il soddisfacimento del diritto alla sessualità.Abbiamo chiesto nell’intervista se l’interlocutore ritiene che il fruitore dei loro serviziè soddisfatto o meno delle prestazioni ottenute, e abbiamo incrociato il dato conla tipologia di soggetto giuridico intervistato: il 68% ha risposto che gli utenti sonoabbastanza soddisfatti, di questi 32 sono associazioni, 21 sono scuole 17 entipubblici, 16 cooperative sociali. A seguire un 13,5 % che dichiara che sono moltosoddisfati, il 10,4 % che sono soddisfatti relativamente poco (qui si trattasoprattutto di enti pubblici), solo il 4% dichiarano che gli utenti sono soddisfattimolto poco (4 enti pubblici e 1 associazione) (vedi incroci A/1 con H/4)Subito dopo abbiamo indagato come le strutture indagate valutano lasoddisfazione degli utenti e poco meno di metà (il 48%) effettua una valutazionedel livello si soddisfazione degli utenti.Infine abbiamo chiesto agli operatori se ritengono che le politiche del welfaregarantiscono diritti come alla mobilità, allo sport, di integrazione lavorativa esociale ,all’eliminazione di barriere, all’informazione, il diritto alla sessualità e allacostruzioni di ambienti favorevoli ed integrati, il valore predominante è la rispostapoco, l’unica voce, che nella percezione degli operatori si discosta èl’integrazione scolastica ritenuta una politica sufficientemente perseguita.(tabella H/6)Area della disabilità e delle nuove povertàIn relazione al rapporto tra disabilità e povertà hanno risposto 180 testimoni su 204di cui solo 83 su 97 seguono casi di soggetti in condizione di povertà concompromissioni funzionali quindi persone disabili secondo l’accezione più ampiadell’ICF (tabella I/4) il numero medio di casi annui si aggira intorno al 34, 6.

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