potente di significati, regole e valori di cittadinanza ricavabili da essa.La modernità tende a provocare effetti di sradicamento e mancanza di senso, che hannocome reazione la ricerca di forti identificazioni di tipo religioso, etnico, patriottico, avolte caratterizzate da forme integraliste e violente. E’ perciò importante proporre inalternativa principi di carattere universalistico razionale e generale, in cui le istituzionidemocratiche possano offrire forme pacifiche di convivenza, anche con laconsapevolezza dei diversi modi di vivere.Un altro elemento che ha contribuito a favorire la conoscenza e la reciproca fiducia fra imigranti sono state le feste periodiche multietniche promosse dall’associazione. Farecose semplici come preparare il cibo, gustarlo, ascoltare musiche e lasciarsi condurredal contatto fisico della danza sono state attività che han fatto da collante, hanno datofiducia alle persone, accomunate dal desiderio condiviso di gioia e di festa. Il valoresimbolico antropologico della danza è davvero potente; come afferma Curt Sachs:“La danza vive nel tempo e nello spazio (…) in essa creatore e creazione,opera e artista, fanno tutt'uno (…). Danzando l'uomo ricrea queste cose con ilsuo stesso corpo, ancor prima di affidare alla materia, alla pietra, alla parola, ilrisultato della sua esperienza.” 30Le percezioni sensoriali, gustative, uditive e visive hanno accolto e mediato il piacereattraverso un incontro concreto con la diversità culturale. Rileggendo il diario in cui horaccolto questo periodo di servizio presso l’associazione, ho rivissuto quanto siano statiper me illuminanti questi incontri di festa, quanto l’incontro fisico con l’alterità siastato capace di farmi avvicinare più efficacemente ai migranti, costringendomi asuperare preconcetti soprattutto verso alcuni tipi di cultura. I momenti di festafavoriscono l’interazione ‘alla pari’ fra le persone, in un clima gioioso e ri-creativo.Una pluralità di contatti, di incontri, di emozioni, sollecitate dall’incontro con l’alterità,con altri modi e visioni di esistere, ci consentono di ridimensionare i nostri modelliculturali, di smussare le rigidità delle categorizzazioni con cui siamo inevitabilmenteportati a giudicare la differenza. Le emozioni sollecitate dagli incontri ‘sensoriali’, ilcontatto con la musica, la danza, il cibo e i rituali antropologici favoriscono gli incontrie consentono una comprensione più immediata e naturale rispetto agli scambilinguistico-concettuali, quali ad esempio le narrazioni personali.30Curt Sachs, Storia della danza, Milano, Il Saggiatore, 1985, p. 21.20
3.4 Etnico magari sì, ma non a una sola dimensione: territorio, genere, posizionesociale, tempo libero e tanti altri denominatori comuni.Etnico, va bene, sembra dire <strong>Langer</strong>, ma purchè inteso in senso multidimensionale.“Bisogna evitare che la persona trascorra tutta la sua vita e tutti i momentidella sua giornata all'interno di strutture e dimensioni etniche, ed offrireanche altre opportunità che di norma saranno a base inter-etnica. E'essenziale che le persone si possano incontrare per parlare e farsi valere nonsolo attraverso la ‘rappresentanza diplomatica’ della propria etnia, madirettamente: quindi è assai rilevante che ogni persona possa godere dirobusti diritti umani individuali, accanto ai necessari diritti collettivi, di cuialcuni avranno anche un connotato etnico (uso della lingua, tutela delletradizioni, ecc.); non tutti i diritti collettivi devono essere fruiti e canalizzatiper linee etniche (p.es. diritti sociali - casa, occupazione, assistenza, salute...- o ambientali).” 31Ma cos’è l’“etnicità”? E’ una parola che <strong>Langer</strong> maneggia sempre con cautela. Avverteche “non ha nulla di scientifico”. Che si usa quando alcuni fattori - cultura, lingua,storia, religione - danno luogo a un senso di appartenenza, a un “noi”, che può essereesasperato fino all’etnocentrismo, “l’egomania collettiva più diffusa oggi” 32 osserva<strong>Langer</strong>.Si associa comunemente il termine di ‘etnicità’ ad un processo di identificazione digruppi che nel riconoscersi, classificarsi e distinguersi dagli altri, affermano la propriadiversa identità. Etnia è un termine chiave in ambito interculturale, e va declinatotenendo conto degli attuali contesti sociali ormai multietnici.L’utilizzo dell'aggettivo ‘etnico’ può ridursi a significati estremamente fuorvianti edassumere su di sé la sola accezione negativa del termine. Infatti associamo sovente aquesto concetto massacri, guerre e, come afferma Monther Kilani, “comportamentiritenuti barbari, selvaggi, arcaici, premoderni” 33 . Nelle cosiddette ‘guerre etniche’ imedia ci propongono frequentemente scontri che vengono ridotti a puri e primitiviconflitti tribali. Questa distorsione viene smascherata magistralmente da RyszardKapuscinski, che afferma:“Chi vuole capire l’Africa dovrebbe leggere Shakespeare. Nelle tragediepolitiche di Shakespeare tutti muoiono, i troni grondano di sangue e il popolo31Edi Rabini, (a cura di), op. cit., p. 298.32Edi Rabini, (a cura di), op. cit., p. 295.33René Gallissot, Monther Kilani, Annamaria Rivera, L’imbroglio etnico in quattordici parole chiave,Bari, Edizioni Dedalo, 2007, p. 24.21
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