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sommario - Fondazione | Alexander Langer | Stiftung

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3.4 Etnico magari sì, ma non a una sola dimensione: territorio, genere, posizionesociale, tempo libero e tanti altri denominatori comuni.Etnico, va bene, sembra dire <strong>Langer</strong>, ma purchè inteso in senso multidimensionale.“Bisogna evitare che la persona trascorra tutta la sua vita e tutti i momentidella sua giornata all'interno di strutture e dimensioni etniche, ed offrireanche altre opportunità che di norma saranno a base inter-etnica. E'essenziale che le persone si possano incontrare per parlare e farsi valere nonsolo attraverso la ‘rappresentanza diplomatica’ della propria etnia, madirettamente: quindi è assai rilevante che ogni persona possa godere dirobusti diritti umani individuali, accanto ai necessari diritti collettivi, di cuialcuni avranno anche un connotato etnico (uso della lingua, tutela delletradizioni, ecc.); non tutti i diritti collettivi devono essere fruiti e canalizzatiper linee etniche (p.es. diritti sociali - casa, occupazione, assistenza, salute...- o ambientali).” 31Ma cos’è l’“etnicità”? E’ una parola che <strong>Langer</strong> maneggia sempre con cautela. Avverteche “non ha nulla di scientifico”. Che si usa quando alcuni fattori - cultura, lingua,storia, religione - danno luogo a un senso di appartenenza, a un “noi”, che può essereesasperato fino all’etnocentrismo, “l’egomania collettiva più diffusa oggi” 32 osserva<strong>Langer</strong>.Si associa comunemente il termine di ‘etnicità’ ad un processo di identificazione digruppi che nel riconoscersi, classificarsi e distinguersi dagli altri, affermano la propriadiversa identità. Etnia è un termine chiave in ambito interculturale, e va declinatotenendo conto degli attuali contesti sociali ormai multietnici.L’utilizzo dell'aggettivo ‘etnico’ può ridursi a significati estremamente fuorvianti edassumere su di sé la sola accezione negativa del termine. Infatti associamo sovente aquesto concetto massacri, guerre e, come afferma Monther Kilani, “comportamentiritenuti barbari, selvaggi, arcaici, premoderni” 33 . Nelle cosiddette ‘guerre etniche’ imedia ci propongono frequentemente scontri che vengono ridotti a puri e primitiviconflitti tribali. Questa distorsione viene smascherata magistralmente da RyszardKapuscinski, che afferma:“Chi vuole capire l’Africa dovrebbe leggere Shakespeare. Nelle tragediepolitiche di Shakespeare tutti muoiono, i troni grondano di sangue e il popolo31Edi Rabini, (a cura di), op. cit., p. 298.32Edi Rabini, (a cura di), op. cit., p. 295.33René Gallissot, Monther Kilani, Annamaria Rivera, L’imbroglio etnico in quattordici parole chiave,Bari, Edizioni Dedalo, 2007, p. 24.21

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