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sommario - Fondazione | Alexander Langer | Stiftung

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Il “TENTATIVO DI DECALOGO PER LA CONVIVENZAINTERETNICA” di ALEX LANGER1. PREMESSA1.1 Perché una prova finale sul “Tentativo di decalogo per la convivenzainteretnica” di Alex <strong>Langer</strong>.Ho sempre associato all’idea di cittadino, un concetto (certamente ingenuo) di “bravapersona”, attenta e partecipe della vita nel e del luogo che abita e pure interessato diluoghi “altri”. Una persona quindi che cerca , insieme ad altre persone, forme possibilidi vita per promuovere la propria e l’altrui umanità, nel rispetto di norme condivise.Questo concetto, in apparenza maturato spontaneamente in me, si è via via radicato eal contempo complessificato, anche grazie agli ambienti “plurali” in cui sonocresciuta.Sono nata da una famiglia più che modesta, di origini contadine. La vita in comune inuna corte lombarda è stato il microcosmo della mia primissima infanzia. Un cortilecontadino, con annesse stalle e fienile, abitato in convivialità e in precarie condizioniigieniche, da una decina di famiglie. Ci ho vissuto sino ai sei anni, affidata ai nonnimaterni. Nel cortile ogni famiglia era affacciata sullo stesso comune panorama, i piccolicircolavano liberamente ovunque nelle case e lo sguardo compreso degli adulti siposava indistintamente sulla propria come sull’altrui prole. Non era certo una comune,ma ogni bambino sapeva di avere su di sé lo sguardo attento di una piccola comunità. Iriti che scandivano la vita di ciascuno come nascite, matrimoni, funerali, così comeimportanti attività quali la macellazione dei maiali o la “sfogliatura” del mais, vedevanoimpegnato inevitabilmente l’intero cortile, dai più piccoli ai più anziani, in una corale econviviale partecipazione collettiva.Gli anni della scuola dell’obbligo invece, li ho trascorsi in varie città tra Piemonte eLombardia, seguendo gli spostamenti dei miei genitori. A questo secondo periodorisalgono i miei primi approcci con l’alterità culturale e linguistica. Mio padreviaggiava spesso all’estero per lavoro e la sua indole generosa e cordiale, lo spingeva aconoscere ed intrecciare amicizie un po’ in ogni dove. Conosceva solo il francese, ma3

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