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sommario - Fondazione | Alexander Langer | Stiftung

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“l’identità non può che essere plurale e non può che costruirsi attraverso unamolteplicità di legami con identità collettive quali la classe sociale, il sesso, laconfessione religiosa, la cultura, la classe d’età.” 64Diritti e garanzie andrebbero concepiti in modo non etnocentrico, ma trasversale edequidistante da ogni gruppo etnico; la loro costruzione dovrebbe essere tesa alla ricercadi una scala di valori transculturale, rispettosa delle diversità e non omologante.Questa tensione, dovrebbe presupporre, secondo Raimon Panikkar, che si tenga contodel concetto di “relatività”, ossia che non si perda la consapevolezza che qualsiasi cosadev’essere contestualizzata, posta entro un preciso sistema di coordinate, undeterminato ambito che è in relazione a qualcos’altro, senza che sia assolutizzata. 65 Ilrispetto della diversità e l’integrazione delle differenze quindi, presupponeun’educazione consapevole e rispettosa delle proprie radici, ma contemporaneamenteadeguata ad esercitare i diritti/doveri di un cittadino planetario.Tornare all’assetto della nostra realtà normativa italiana, dopo questa carrellata diriflessioni di autori di alto profilo, è deludente. Se operiamo una comparazione fral’attuale legge 189 del 2002, cosiddetta “Bossi-Fini” con il D.Lgs. 286 del 1998 notacome “Turco Napolitano” 66 possiamo facilmente notare l’involuzione dell’approccio alfenomeno migratorio, con conseguenteminor tutela e riconoscimento dei migranti.Siamo molto lontani dalla presa di coscienza della necessità di cercare criteri percostruire un ordinamento della convivenza, attraverso politiche del riconoscimento cheproteggano l’integrità dell’individuo nei contesti di vita in cui si forma la sua identità.Zygmunt Bauman in “Voglia di comunità”, scavando nel tema dei diritti afferma che,anche se“(…) i modelli di giustizia sociale si sforzano (…) di essere sostanziali edesaustivi, il principio dei diritti umani non può che avere carattere formale eincompleto. La sola ‘sostanza’ di quel principio è un incessante invito aregistrare vecchie e inappagate istanze, ad articolarne di nuove e a cercare diconquistarne il riconoscimento.” 67Inoltre precisache:64René Gallissot et al., op. cit., p. 17.65Raimon Panikkar, Un dialogo tra le civiltà, intervista a Raimon Panikkar, raccolta da Don AchilleRossi, Città di Castello, settembre 1983 in “Lo Straniero” Ottobre 2008 (100) , pp. 54 - 68.66Vedi comparazione delle due norme nell’appendice a pag. 65.67Zygmunt Barman, Voglia di comunità, Bari, Laterza, 2005 p. 72.35

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