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sommario - Fondazione | Alexander Langer | Stiftung

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“(…) aveva cercato una politica per la salute, per la vita, per la convivialitàinter-personale e comunitaria, senza violenza e sopraffazione, senza la routinedella burocrazia, senza l'alienazione dei consumi, dei partiti e dei potericostituiti; con foga quasi religiosa e enfasi profetica [affermò che] la pace si fatogliendo di mezzo le armi e gli apparati militari, che i diritti umani e di tuttigli esseri viventi non possono sottostare ad alcuna ragione di stato ed hannocarattere assoluto, che l'umanità deve decidere se optare per accelerare la corsaal suicidio (ed eco-cidio) o se preferisce un profondo cambiamento di rotta,magari doloroso per qualche rinuncia nel breve periodo, ma anticipatore di unanuova e più ricca qualità della vita.” 81<strong>Langer</strong>, ancorprima di essere parlamentare europeo, aveva sviluppato unasensibilissima capacità di individuare le aree di conflitto e di trovarsi nei luoghi ovequesti non solo si consumavano, ma addirittura stavano per consumarsi. Questa dotestraordinaria, rilevata da Adriano Sofri, e ripresa da Fabio Levi 82 testimoniaun’attitudine peculiare di <strong>Langer</strong>: quella di saper leggere negli eventi della storia ecogliere al volo i cambiamenti, i drammi e le vicende chiave che si stavano realizzandoovunque nel mondo. Egli aveva vissuto direttamente le stagioni del Concilio dellaChiesa Cattolica, la contestazione e i fermenti del ’68, la fine della guerra fredda, ilcrollo del muro e il disfacimento dei paesi dell’Est così come le conquiste scientifichee i disastri ambientali che derivarono dalla corsa sfrenata allo sviluppo. Nel vortice diquesti eventi <strong>Langer</strong> si spostava, col suo bagaglio leggero, per conoscere dall’interno lesituazioni, per ascoltare le vicende dai protagonisti, esercitando e rivendicando semprela responsabilità individuale delle sue prese di posizione. Le sue appartenenze plurime(fra le più note e caratterizzanti quelle a Lotta Continua e ai Verdi) non rappresentaronomai delle gabbie ideologiche; l’agilità e la tempestività dei suoi spostamenti siavvantaggiavano di una rete di relazioni fittissima, contatti individuali e di gruppi chedivenivano di volta in volta sempre più numerosi, una rete di conoscenze radicate neiterritori e nei movimenti associativi di base. Nella carrozza di qualsiasi treno luiriusciva a ricostruirsi con semplicità ed efficacia un ufficio stampa: allacciava contatti,scriveva ed inviava articoli a riviste, preparava interventi, tenendosi sempre aggiornatosu tutto ciò che di importante gli accadeva attorno. Pietro del Zanna già esponentetoscano dei Verdi, narra dell’incontro con <strong>Langer</strong>, a Poggibonsi negli anni 90, quandofu invitato a partecipare ad una iniziativa riguardante i problemi della Ex-Jugoslavia.81Edi Rabini, (a cura di), op. cit., pp. 83 – 84.82AA.VV., <strong>Alexander</strong> <strong>Langer</strong> traghettatore di speranza in “Testimonianze”, Luglio-Agosto 2005 n.4(442), p. 116.42

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