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Systems Thinking e System Dynamics. L'arte di capire la dinamica ...

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Mel<strong>la</strong> P. - <strong><strong>System</strong>s</strong> <strong>Thinking</strong> e <strong>System</strong> <strong>Dynamics</strong>. L’arte <strong>di</strong> <strong>capire</strong> <strong>la</strong> <strong>di</strong>namica ed il controllo dei sistemi.7.4 - La facile via d’uscita <strong>di</strong> solito riporta all’interno del problemaSenge afferma che siamo, spesso, ancorati ad applicare soluzioni familiari ai problemi nuovi chesi presentano, rimanendo attaccati a ciò che è a noi più noto. Coloro che continuano ad applicaresoluzioni familiari fallendo nel<strong>la</strong> mo<strong>di</strong>fica del problema fondamentale stanno <strong>di</strong>mostrando unpensiero non-sistemico.«Sforzarsi sempre più duramente <strong>di</strong> applicare soluzioni familiari mentre i problemi <strong>di</strong> fondopermangono o peggiorano, è un in<strong>di</strong>catore affidabile <strong>di</strong> pensiero non sistemico – quelloche spesso chiamiamo <strong>la</strong> sindrome del ‘quel che ci vuole qui è un martello più grosso’.»(Senge, 1992: 69).Insegnamento – Evitare le semplici re<strong>la</strong>zioni <strong>di</strong> causa ed effetto tra due variabili X e Y masforzarsi <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i feedback costruendo un modello sistemico delle interre<strong>la</strong>zioni tra X e Ye tra Y e X, creando loop <strong>di</strong> ampiezza sempre maggiore.7.5 - La cura può essere peggiore del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttiaSenge sostiene che le “soluzioni familiari” non siano solo inefficaci, ma, spesso, possono causare“<strong>di</strong>pendenza” e danni maggiori. La conseguenza più insi<strong>di</strong>osa <strong>di</strong> soluzioni non-sistemiche è rappresentatadal crescente bisogno <strong>di</strong> applicare tali soluzioni.«A lungo termine <strong>la</strong> conseguenza più insi<strong>di</strong>osa dell’utilizzo <strong>di</strong> una soluzione non sistemica è il crescentebisogno <strong>di</strong> ulteriori dosi <strong>di</strong> essa. […].»«Il fenomeno dei miglioramenti a breve termine che portano al<strong>la</strong> <strong>di</strong>pendenza a lungo termine è talmentecomune che tra i teorici dei sistemi ha il proprio nome: lo chiamano ‘transfert’.» (Senge,1992: 70).Insegnamento – Evitare <strong>di</strong> limitarsi alle re<strong>la</strong>zioni circo<strong>la</strong>ri che coinvolgono solo poche variabiliproblematiche ma cercare <strong>di</strong> ampliare <strong>la</strong> mappa strutturale del sistema fino ad includere le variabilid’azione veramente significative.7.6 - Più rapido è più lentoSenge constata che <strong>la</strong> nostra naturale tendenza è quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> produrre miglioramenti sempre più rapi<strong>di</strong>ed imme<strong>di</strong>ati. Quando <strong>la</strong> crescita <strong>di</strong>venta eccessiva, tuttavia, il sistema troverà il modo perridur<strong>la</strong> autonomamente. Nelle organizzazioni ciò è partico<strong>la</strong>rmente pericoloso perché il fenomenodel<strong>la</strong> crescita troppo elevata potrebbe mettere a rischio l’organizzazione stessa.«Per molti uomini e donne d’azienda americani il tasso <strong>di</strong> sviluppo migliore è rapido, piùrapido, rapi<strong>di</strong>ssimo. Eppure, virtualmente tutti i sistemi naturali, dagli ecosistemi agli animalialle organizzazioni, hanno tassi <strong>di</strong> crescita ottimali. Il tasso ottimale è molto più lentodel tasso <strong>di</strong> sviluppo più rapido possibile.”. “... in teoria tutti i sistemi naturali ... hanno intrinsecamentetassi <strong>di</strong> crescita ottimali. Il tasso ottimale è decisamente inferiore al più elevatotasso <strong>di</strong> crescita possibile.» (Senge, 1992: 71).Insegnamento – Se devi produrre un impulso nel<strong>la</strong> Y accertati prima <strong>di</strong> tutto quali sono le variabilicoinvolte e poi costruisci circuiti sempre più ampi, anche se sono lenti.7.7 - Causa ed effetto non sono strettamente connessi nel tempo e nello spazio- © 2003 www.ea2000.it165

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