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8° Numero 3d Magazine

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Io sono il mio personaggio,<br />

vesto i suoi panni.<br />

Non posso limitarmi<br />

ad interpretarlo<br />

ed è per questo che,<br />

pur condannando<br />

tutto ciò che concerne<br />

la malavita,<br />

non esprimo mai<br />

un giudizio.<br />

#SONODONNAE<br />

La donna boss della seconda stagione<br />

di “Gomorra - La serie” è Annalisa,<br />

più nota con il soprannome di Scianel,<br />

perché sua mamma possedeva una<br />

bancarella di profumi e lei ha la<br />

capacità di riconoscerli. La interpreta<br />

Cristina Donadio, attrice teatrale<br />

e cinematografica, abituata a ruoli<br />

complessi da donna boss.<br />

Prima di trasformarsi nella iena assetata<br />

di potere della serie, ha infatti vestito i<br />

panni di Clitennestra nella rivisitazione<br />

contemporanea di Valeria Parrella<br />

che l’attrice stessa ha diretto. Il mito,<br />

riscritto in chiave moderna, trasfigura la<br />

moglie di Agamennone in una donna di<br />

camorra.<br />

Corsi e ricorsi storici di una carriera<br />

legata alla propria città che Cristina<br />

Donadio ripercorre con #3D <strong>Magazine</strong><br />

in questo parallelismo tra teatro e serie<br />

TV. «L’aggettivo che mi viene<br />

in mente pensando a Scianel è<br />

“inquietante”. Non è una donna o, meglio,<br />

lo è, perché quando vuole sa mostrare la sua<br />

femminilità, soprattutto di notte, quando prende<br />

parte alle consuete partite di poker. Lei insegue<br />

il potere al solo scopo di mantenere il controllo,<br />

esattamente come i personaggi maschili che la<br />

circondano e questo modifica anche il suo modo<br />

di rapportarsi fisicamente agli altri. È proprio<br />

qui che la sua femminilità viene a mancare:<br />

Scianel è volutamente sgradevole nel porsi<br />

verso il mondo, è dura, tagliente, usa gli occhi<br />

come fossero un’arma, è diffidente anche nei<br />

confronti di chi le sta vicino. Si mostra così già<br />

nell’aspetto, con i suoi capelli di un biondo freddo<br />

e l’andatura sempre a metà tra il guardingo e il<br />

fiero, la voce roca, bassa e sgradevole. Scianel<br />

non deve piacere a nessuno, vuole aumentare<br />

il suo potere: ogni azione che compie è volta<br />

a questa unica finalità, come per gli altri<br />

personaggi del “sistema”. È così che viene a<br />

mancare anche la seduzione, perché lei non ha<br />

bisogno di uomini, Scianel basta a se stessa».<br />

L’attrice continua: «Io sono il mio<br />

personaggio, vesto i suoi panni. Non<br />

posso limitarmi ad interpretarlo ed è per questo<br />

che, pur condannando tutto ciò che concerne la<br />

malavita, non esprimo mai un giudizio».<br />

Il paragone tra i due ruoli femminili<br />

di donne di camorra viene da sè. «In<br />

entrambi i casi si tratta di donne della malavita<br />

che gestiscono il potere ma, se Scianel sceglie<br />

di farlo in modo indipendente, Clitennestra lo<br />

detiene nell’attesa del marito Agamennone, il cui<br />

ritorno è il vero e unico motore della sua vita».<br />

Matrice comune, ma percorsi e finali<br />

molto diversi sono alla base di questi<br />

due personaggi che hanno avuto il volto<br />

e la voce di Cristina Donadio. «Il mito è<br />

molto noto: Clitennestra vede tornare il marito<br />

con un’altra donna, incinta di lui, e questo<br />

la trasforma in spietata assassina. C’è un<br />

motivo passionale dietro le sue azioni, che in<br />

Scianel manca del tutto». Sono due donne<br />

napoletane forti, inserite nel “sistema”,<br />

con una lingua comune e che non hanno<br />

timore di ricorrere alla forza per ottenere<br />

qualcosa o mantenere ciò che già<br />

possiedono. «Se potessi scegliere di riprendere<br />

uno spettacolo, dopo Scianel – conclude<br />

l’attrice – probabilmente vorrei fosse proprio<br />

“Io, Clitennestra”».<br />

- EMMA DI LORENZO<br />

11<br />

#3D

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