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Io sono il mio personaggio,<br />
vesto i suoi panni.<br />
Non posso limitarmi<br />
ad interpretarlo<br />
ed è per questo che,<br />
pur condannando<br />
tutto ciò che concerne<br />
la malavita,<br />
non esprimo mai<br />
un giudizio.<br />
#SONODONNAE<br />
La donna boss della seconda stagione<br />
di “Gomorra - La serie” è Annalisa,<br />
più nota con il soprannome di Scianel,<br />
perché sua mamma possedeva una<br />
bancarella di profumi e lei ha la<br />
capacità di riconoscerli. La interpreta<br />
Cristina Donadio, attrice teatrale<br />
e cinematografica, abituata a ruoli<br />
complessi da donna boss.<br />
Prima di trasformarsi nella iena assetata<br />
di potere della serie, ha infatti vestito i<br />
panni di Clitennestra nella rivisitazione<br />
contemporanea di Valeria Parrella<br />
che l’attrice stessa ha diretto. Il mito,<br />
riscritto in chiave moderna, trasfigura la<br />
moglie di Agamennone in una donna di<br />
camorra.<br />
Corsi e ricorsi storici di una carriera<br />
legata alla propria città che Cristina<br />
Donadio ripercorre con #3D <strong>Magazine</strong><br />
in questo parallelismo tra teatro e serie<br />
TV. «L’aggettivo che mi viene<br />
in mente pensando a Scianel è<br />
“inquietante”. Non è una donna o, meglio,<br />
lo è, perché quando vuole sa mostrare la sua<br />
femminilità, soprattutto di notte, quando prende<br />
parte alle consuete partite di poker. Lei insegue<br />
il potere al solo scopo di mantenere il controllo,<br />
esattamente come i personaggi maschili che la<br />
circondano e questo modifica anche il suo modo<br />
di rapportarsi fisicamente agli altri. È proprio<br />
qui che la sua femminilità viene a mancare:<br />
Scianel è volutamente sgradevole nel porsi<br />
verso il mondo, è dura, tagliente, usa gli occhi<br />
come fossero un’arma, è diffidente anche nei<br />
confronti di chi le sta vicino. Si mostra così già<br />
nell’aspetto, con i suoi capelli di un biondo freddo<br />
e l’andatura sempre a metà tra il guardingo e il<br />
fiero, la voce roca, bassa e sgradevole. Scianel<br />
non deve piacere a nessuno, vuole aumentare<br />
il suo potere: ogni azione che compie è volta<br />
a questa unica finalità, come per gli altri<br />
personaggi del “sistema”. È così che viene a<br />
mancare anche la seduzione, perché lei non ha<br />
bisogno di uomini, Scianel basta a se stessa».<br />
L’attrice continua: «Io sono il mio<br />
personaggio, vesto i suoi panni. Non<br />
posso limitarmi ad interpretarlo ed è per questo<br />
che, pur condannando tutto ciò che concerne la<br />
malavita, non esprimo mai un giudizio».<br />
Il paragone tra i due ruoli femminili<br />
di donne di camorra viene da sè. «In<br />
entrambi i casi si tratta di donne della malavita<br />
che gestiscono il potere ma, se Scianel sceglie<br />
di farlo in modo indipendente, Clitennestra lo<br />
detiene nell’attesa del marito Agamennone, il cui<br />
ritorno è il vero e unico motore della sua vita».<br />
Matrice comune, ma percorsi e finali<br />
molto diversi sono alla base di questi<br />
due personaggi che hanno avuto il volto<br />
e la voce di Cristina Donadio. «Il mito è<br />
molto noto: Clitennestra vede tornare il marito<br />
con un’altra donna, incinta di lui, e questo<br />
la trasforma in spietata assassina. C’è un<br />
motivo passionale dietro le sue azioni, che in<br />
Scianel manca del tutto». Sono due donne<br />
napoletane forti, inserite nel “sistema”,<br />
con una lingua comune e che non hanno<br />
timore di ricorrere alla forza per ottenere<br />
qualcosa o mantenere ciò che già<br />
possiedono. «Se potessi scegliere di riprendere<br />
uno spettacolo, dopo Scianel – conclude<br />
l’attrice – probabilmente vorrei fosse proprio<br />
“Io, Clitennestra”».<br />
- EMMA DI LORENZO<br />
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#3D