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Quattro<br />
generazioni, cento<br />
anni di storia nel<br />
riciclo dei rifiuti.<br />
Giuseppe Di<br />
Gennaro ci presenta<br />
la sua azienda<br />
leader nel settore,<br />
che ha ancora tanto<br />
da raccontare.<br />
“Abbiamo sempre continuato<br />
a puntare solo sul recupero,<br />
anche quando lo smaltimento<br />
sembrava molto più allettante.”<br />
La Di Gennaro Spa è il punto di<br />
riferimento sul territorio campano<br />
per tutte le “filiere” del recupero dei<br />
diversi materiali, ossia dei sei consorzi<br />
del “sistema CONAI” per il recupero<br />
degli imballaggi, ma anche dei consorzi<br />
POLIECO (beni in polietilene) e CONIP<br />
(cassette in plastica). L’azienda si occupa<br />
della selezione delle raccolte differenziate<br />
“multimateriale” per conto di Comuni e<br />
di operatori di raccolta per il successivo<br />
inoltro ai Consorzi delle frazioni di loro<br />
competenza. La Di Gennaro Spa effettua<br />
la selezione spinta per polimero e colore<br />
della frazione “imballaggi in plastica”<br />
per conto del Consorzio COREPLA<br />
e la valorizzazione delle raccolte di<br />
carta e cartone che fanno riferimento<br />
al Consorzio COMIECO. Recupera<br />
materiali utili dalle raccolte dei rifiuti<br />
ingombranti ed è attiva nel recupero dei<br />
rifiuti speciali provenienti dalle imprese.<br />
Oggi l’azienda, con il grande impianto<br />
di Caivano, la piattaforma-satellite<br />
di Secondigliano e l’indispensabile<br />
personale amministrativo, dà lavoro a<br />
circa cento addetti. Per saperne di più<br />
abbiamo intervistato l’imprenditore<br />
Giuseppe Di Gennaro.<br />
Qual è la chiave del successo, che<br />
ha reso possibile tutto questo?<br />
La miglior sintesi è nell’intitolazione del<br />
premio che, nel 2008, l’allora Presidente<br />
della Repubblica Giorgio Napolitano<br />
ci ha consegnato su designazione<br />
dell’Unione Industriali di Napoli:<br />
“Impresa di Eccellenza nell’Innovazione e nella<br />
Tradizione del Territorio”. Non è una sfida<br />
semplice fare impresa, ancor più in un<br />
settore delicato come questo. Bisogna<br />
saper fare scelte nette e rinunciare<br />
anche ad opportunità all’apparenza<br />
invitanti. Abbiamo sempre continuato<br />
a puntare solo sul recupero, anche<br />
quando lo smaltimento sembrava molto<br />
più allettante. E non è semplice fare<br />
impresa in Italia, nel Mezzogiorno ancor<br />
di più. I problemi sono quelli noti: un<br />
“Sistema Paese” che non aiuta e che non<br />
contribuisce alla competitività.<br />
Cosa si può riciclare?<br />
In teoria tutto. Ci sono materiali più<br />
semplici, come la carta e il cartone, che<br />
costituiscono il core business tradizionale<br />
dell’impresa, e altri più complessi,<br />
come “le plastiche”, il cui processo di<br />
separazione è tra i più complicati.<br />
Come si educano i cittadini a fare<br />
la differenziata?<br />
I cittadini sono generalmente consapevoli<br />
e disponibili, ma incontrano ancora<br />
difficoltà nel capire cosa possa essere<br />
messo nella raccolta e cosa no. Il<br />
problema maggiore della differenziata,<br />
più che la quantità, è la qualità.<br />
Soprattutto per la plastica, la cui<br />
raccolta è limitata ai soli imballaggi e<br />
non estesa a tutti i manufatti in plastica.<br />
Non è sempre facile per il cittadino non<br />
commettere errori.<br />
Cosa vuol dire “principio di<br />
responsabilità ambientale” e quali<br />
sono le tecnologie per adottarlo?<br />
È il principio comunitario sintetizzato<br />
dalla formula “chi inquina paga”. È<br />
alla base della responsabilità estesa del<br />
produttore e della stessa idea di “circolar<br />
economy”, che coniuga sviluppo e<br />
sostenibilità ambientale.<br />
#ECOIMPRESA<br />
21<br />
#3D