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8° Numero 3d Magazine

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Aborto spontaneo<br />

Dottore, ma come è potuto succedere?<br />

Il 50% delle donne<br />

sperimenta, nel<br />

corso della propria<br />

vita riproduttiva,<br />

almeno un<br />

episodio di aborto<br />

spontaneo.<br />

La causa, quasi<br />

sempre, risulta<br />

ignota.<br />

#3D 88<br />

Antonio e Marta sono una giovane<br />

coppia che incontro per la prima volta in<br />

ambulatorio dopo che, telefonicamente,<br />

mi hanno annunciato la grande novità.<br />

Inaspettata, certamente, ma che li ha<br />

catapultati nel nuovo mondo delle<br />

coppie in dolce attesa. Dopo un paio<br />

di giorni di ritardo del ciclo, che era<br />

stato sempre puntuale, Marta ha<br />

acquistato un test di gravidanza<br />

in farmacia risultato francamente<br />

positivo. Poi, dietro mia richiesta, ha<br />

effettuato anche un prelievo di sangue<br />

che ha confermato la presenza di valori<br />

della beta-hcg (l’ormone prodotto dalla<br />

placenta) sufficienti a permettere di<br />

visualizzare la gravidanza con l’ecografia.<br />

Generalmente, con valori superiori<br />

a 1000-1500 unità è già possibile<br />

individuare la camera gestazionale<br />

mediante l’ecografia standard, che è<br />

quella effettuata per via transvaginale.<br />

La prima ecografia è importante sia per<br />

confermare la presenza della gravidanza<br />

nell’utero (quella extrauterina, cioè<br />

che si sviluppa al di fuori dell’utero, è<br />

pericolosa e va individuata al più presto),<br />

sia per escludere patologie ginecologiche<br />

eventualmente presenti, come fibromi o<br />

malformazioni uterine.<br />

Ed eccoli qui, emozionati e confusi.<br />

Pronti a porre mille domande. Si<br />

tengono per mano mentre Marta<br />

si sottopone all’ecografia. Mostro<br />

sul monitor un cerchietto nero al<br />

centro dell’utero. Eccola! La camera<br />

gestazionale è visibile ed è di circa un<br />

centimetro di diametro. “Allora sono<br />

veramente incinta?” mi chiede, e volge ad<br />

Antonio uno sguardo amorevole. Ho<br />

nuovamente la certezza, come se ce ne<br />

fosse bisogno, che sono di fronte ad uno<br />

dei momenti più emozionanti e intensi<br />

della vita. “Ma il bambino non si vede?”. “Al<br />

prossimo appuntamento - rispondo - perché<br />

adesso è troppo piccolo, quindi non riusciamo a<br />

vederlo”. Approfittiamo per discutere lo<br />

stile di vita che Marta dovrà condurre,<br />

gli accertamenti da effettuare, i farmaci<br />

e gli integratori alimentari da assumere,<br />

le cose da evitare. Risolti i primi dubbi<br />

e perplessità, ci diamo appuntamento<br />

nuovamente dopo 10 giorni.<br />

Ritornano al secondo appuntamento<br />

con un po’ di ansia e con un foglietto<br />

in mano su cui hanno appuntato tutte<br />

le domande che avevano dimenticato<br />

di pormi al primo incontro. Nuovo<br />

colloquio e nuova ecografia. Stavolta<br />

il piccolino c’è! Davvero piccolino<br />

perché misura neanche un<br />

centimetro, ma è già chiaramente<br />

visibile il cuoricino che batte. Si<br />

emozionano nell’assistere in diretta a<br />

quella piccola pulsazione sul monitor,<br />

il segno inconfutabile di una nuova vita<br />

che è germogliata miracolosamente.<br />

Una piccola lacrima si affaccia sul viso<br />

di Marta. La felicità non è sempre così<br />

facile da dissimulare! Rinnovo qualche<br />

raccomandazione e fisso il successivo<br />

appuntamento dopo un mese.<br />

Quando arriva il giorno del nostro<br />

terzo incontro, arriva anche<br />

uno dei peggiori eventi che un<br />

ginecologo si trovi ad affrontare.<br />

Appena inizio l’ecografia mi rendo<br />

immediatamente conto che qualcosa

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