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#LINTERVISTA<br />
Ognuno di noi è chiamato a tutelare questa bellezza<br />
perché è parte della sua vita,<br />
della sua storia, della sua identità.<br />
mio corpo. Quando ho deciso di fare<br />
piuttosto televisione che università<br />
è perché ho capito che la televisione<br />
educava più che l’università e quindi<br />
ho educato molti italiani all’arte con<br />
la televisione. Dopo aver capito che i<br />
social network hanno una capacità di<br />
penetrazione che è cresciuta, ho dato<br />
mandato ai miei collaboratori di usarli<br />
in modo tecnologicamente efficace,<br />
semplicemente dicendo quello che<br />
voglio. È come la quantità enorme di<br />
cose che ho scritto: io non le ho scritte, le<br />
ho dettate. Quindi io uso la parola, che<br />
poi si manifesta e si diffonde attraverso<br />
ogni strumento possibile, che va dal<br />
comizio, alla conferenza, alla lezione, alla<br />
televisione, all’articolo, al libro, fino al<br />
post. Io uso solo la parola e la distribuisco<br />
attraverso tutti gli strumenti che sono i<br />
moltiplicatori della parola.<br />
Qual è il significato della foto che<br />
ha postato poco tempo fa di lei<br />
nudo disteso sul divano? E come<br />
mai ha scelto di pubblicarla su un<br />
social network come Facebook?<br />
Non volevo significare niente. Era un<br />
episodio di sei mesi fa, tra l’altro ero a<br />
Genova e non a Padova, quindi non c’è<br />
nessun collegamento con Donatello,<br />
che io proponevo in Mostra e che è<br />
stato quasi ignorato rispetto a quella<br />
fotografia postata contemporaneamente.<br />
Il mio assistente mi ha inviato questa<br />
foto insieme a delle frasi di Borges, di<br />
D’Annunzio e mi ha detto: “scegline<br />
una”. Io avrei voluto dire invece di non<br />
pubblicare l’immagine, proprio per<br />
narcisismo: avrei preferito che l’unica<br />
immagine mia di uomo nudo fosse quella<br />
fatta 25 anni fa. Vedendo in questa una<br />
mia immagine di minore vigore fisico,<br />
#3D 52<br />
avevo suggerito di non pubblicarla.<br />
Quindi in realtà poi non l’ho fatto per<br />
dimostrare qualcosa, ma per dare il<br />
segnale di una mia serenità personale,<br />
come a dire: “così come vado al mare,<br />
faccio il bagno, come mi vedo io, potete<br />
vedermi voi, anche mentre sto chiuso<br />
in una stanza d’albergo a telefonare o<br />
a leggere”. Pensando di fare una cosa<br />
che potesse essere al massimo divertente<br />
e che comunque avrei preferito, per<br />
piacimento verso me stesso, non fare.<br />
Torniamo al libro: La Costituzione<br />
e la bellezza è un dialogo tra arte,<br />
diritto e letteratura, che si legge<br />
come un’appassionata storia<br />
della bellezza d’Italia. Crede sia<br />
corretto affermare che l’arte,<br />
oltre alla bellezza, genera anche<br />
economia?<br />
L’arte da noi è la cifra evidente<br />
dell’essenza stessa della nostra identità.<br />
Non c’è un paese in Italia dove non<br />
ci siano affreschi, dipinti, musei.<br />
Abbiamo una quantità così vasta di<br />
espressione artistica – che poi si estende<br />
anche all’artigianato e alla produzione<br />
legata alla bellezza, come quella delle<br />
scarpe, delle automobili, della cucina<br />
– che è anche facile non riuscire a<br />
tutelarla perché è un’abbondanza<br />
così straordinaria che certe volte la si<br />
sottovaluta. Negli anni del dopoguerra<br />
sono stati abbattuti edifici popolari o<br />
Avrei preferito<br />
che l’unica immagine mia<br />
di uomo nudo<br />
fosse quella fatta<br />
25 anni fa.