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Appena inizio l’ecografia mi rendo immediatamente conto che qualcosa non va.<br />
La camera gestazionale non è cresciuta come avrebbe dovuto,<br />
è di dimensioni nettamente inferiori al normale.<br />
non va. La camera gestazionale non<br />
è cresciuta come avrebbe dovuto, è<br />
di dimensioni nettamente inferiori<br />
al normale. Ma è la scoperta che il<br />
cuoricino non batté più a confermare<br />
i miei primi sospetti. Purtroppo, la<br />
gravidanza si è interrotta. Marta<br />
ha abortito. Un’esperienza che circa,<br />
secondo recenti statistiche, il 50% delle<br />
donne sperimenta almeno una volta nel<br />
corso della propria vita.<br />
L’aborto spontaneo è un evento<br />
piuttosto frequente: circa il 15-20% delle<br />
gravidanze accertate si interrompe nelle<br />
prime settimane. In molti casi, inoltre,<br />
la gravidanza finisce ancora prima<br />
che la donna scopra di essere incinta:<br />
sembra che questo succeda nel 50-70%<br />
dei concepimenti. Devo comunicare la<br />
brutta notizia ai genitori. Per me non<br />
è la prima volta, non sarà neanche<br />
l’ultima, ma è sempre così difficile<br />
trovare le parole giuste! Si accorgono dal<br />
mio insolito silenzio, che qualcosa non<br />
va. Non parlano. Cercano di carpire<br />
qualcosa dal mio sguardo. Prendo<br />
ancora qualche secondo di tempo per<br />
ricontrollare l’assenza del battito ed avere<br />
la certezza assoluta di ciò che sto loro<br />
per dire. Mi organizzo mentalmente le<br />
parole, e soprattutto il tono, da usare:<br />
“Purtroppo non c’è battito, la gravidanza è<br />
interrotta. Mi dispiace molto”.<br />
La prima reazione, quasi sempre, è di<br />
incredulità. “Dottore - chiede Antonio -<br />
ma come è potuto succedere?”. “Stava andando<br />
tutto bene, non ho avuto nessun sintomo, nessuna<br />
perdita”, incalza Marta. Devo iniziare a<br />
fornire qualche spiegazione. “Alcune gravidanze,<br />
inspiegabilmente, si interrompono senza un<br />
motivo apparente, anche se, evidentemente,<br />
qualcosa non deve essere andata nel verso giusto.<br />
Le gravidanze possono interrompersi, per motivi<br />
diversi, a qualsiasi mese. È molto difficile,<br />
anzi quasi sempre impossibile, capire cosa sia<br />
successo”. Marta chiede “Ma può essere stata<br />
La morte talvolta precede la nascita.<br />
Ci vorranno mesi, anni per elaborare il lutto.<br />
E non tutte le donne ci riescono completamente.<br />
colpa mia? Posso aver sbagliato qualcosa?”. “No<br />
- ribatto - non c’è stato assolutamente nulla di<br />
sbagliato. Non possiamo sapere nel caso specifico<br />
cosa sia successo, ma studiando i grandi numeri<br />
sappiamo che le cause di aborto spontaneo sono<br />
da attribuire, in primis, ad anomalie genetiche.<br />
Poi ci sono le infezioni: i virus talvolta possono<br />
essere innocui per la mamma, ma dannosi<br />
per il feto. Altre volte le cause possono essere<br />
immunologiche, cioè si sviluppano degli anticorpi<br />
che attaccano la gravidanza come se fosse un<br />
corpo estraneo. Tuttavia, un singolo episodio di<br />
aborto spontaneo non influisce sulla possibilità di<br />
gravidanze future”.<br />
“E adesso cosa succede? Che si fa?”. A breve<br />
affronteremo insieme la scelta su come<br />
procedere: condotta di attesa (che l’utero<br />
si “pulisca” da solo con la mestruazione)<br />
o intervento chirurgico (raschiamento).<br />
Dovrò informare Marta sui vantaggi e i<br />
possibili rischi di entrambe le possibilità.<br />
Mentre portiamo a termine la visita, il<br />
dolore per la perdita affiora dapprima<br />
velatamente, poi con prepotenza. Il<br />
pianto, prima o poi, è inevitabile. La<br />
vita che era miracolosamente<br />
iniziata nel suo grembo,<br />
altrettanto inspiegabilmente è<br />
svanita. Non importa se il bambino era<br />
formato o immaturo, grande o piccolo,<br />
tangibile o meno. La morte talvolta<br />
precede la nascita. Ci vorranno mesi,<br />
anni per elaborare il lutto. E non tutte le<br />
donne ci riescono completamente.<br />
Secondo recenti statistiche,<br />
circa il 50% delle donne<br />
prova questa esperienza<br />
almeno una volta<br />
nella vita.<br />
Chi di voi ha vissuto, o sta vivendo,<br />
un evento del genere può trovare<br />
informazioni, condivisione e conforto in<br />
alcune associazioni di auto-aiuto come<br />
“Ciao Lapo” (www.ciaolapo.it), una onlus<br />
per la tutela della gravidanza, della salute<br />
perinatale e della perdita di un figlio,<br />
fondata e gestita da persone che hanno<br />
vissuto un’analoga esperienza negativa,<br />
ma che da quella hanno tratto la forza<br />
per aiutare altre donne che soffrono una<br />
perdita.<br />
Di gravidanze, quasi sempre, ce ne<br />
saranno altre. Ma quella, quella<br />
interrotta, probabilmente resterà per<br />
sempre in un angolo del cuore.<br />
FABRIZIO PAOLILLO DIODATI<br />
Specialista in Ostetricia e Ginecologia<br />
89<br />
#3D<br />
#UNAMELAALGIORNO