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8° Numero 3d Magazine

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Appena inizio l’ecografia mi rendo immediatamente conto che qualcosa non va.<br />

La camera gestazionale non è cresciuta come avrebbe dovuto,<br />

è di dimensioni nettamente inferiori al normale.<br />

non va. La camera gestazionale non<br />

è cresciuta come avrebbe dovuto, è<br />

di dimensioni nettamente inferiori<br />

al normale. Ma è la scoperta che il<br />

cuoricino non batté più a confermare<br />

i miei primi sospetti. Purtroppo, la<br />

gravidanza si è interrotta. Marta<br />

ha abortito. Un’esperienza che circa,<br />

secondo recenti statistiche, il 50% delle<br />

donne sperimenta almeno una volta nel<br />

corso della propria vita.<br />

L’aborto spontaneo è un evento<br />

piuttosto frequente: circa il 15-20% delle<br />

gravidanze accertate si interrompe nelle<br />

prime settimane. In molti casi, inoltre,<br />

la gravidanza finisce ancora prima<br />

che la donna scopra di essere incinta:<br />

sembra che questo succeda nel 50-70%<br />

dei concepimenti. Devo comunicare la<br />

brutta notizia ai genitori. Per me non<br />

è la prima volta, non sarà neanche<br />

l’ultima, ma è sempre così difficile<br />

trovare le parole giuste! Si accorgono dal<br />

mio insolito silenzio, che qualcosa non<br />

va. Non parlano. Cercano di carpire<br />

qualcosa dal mio sguardo. Prendo<br />

ancora qualche secondo di tempo per<br />

ricontrollare l’assenza del battito ed avere<br />

la certezza assoluta di ciò che sto loro<br />

per dire. Mi organizzo mentalmente le<br />

parole, e soprattutto il tono, da usare:<br />

“Purtroppo non c’è battito, la gravidanza è<br />

interrotta. Mi dispiace molto”.<br />

La prima reazione, quasi sempre, è di<br />

incredulità. “Dottore - chiede Antonio -<br />

ma come è potuto succedere?”. “Stava andando<br />

tutto bene, non ho avuto nessun sintomo, nessuna<br />

perdita”, incalza Marta. Devo iniziare a<br />

fornire qualche spiegazione. “Alcune gravidanze,<br />

inspiegabilmente, si interrompono senza un<br />

motivo apparente, anche se, evidentemente,<br />

qualcosa non deve essere andata nel verso giusto.<br />

Le gravidanze possono interrompersi, per motivi<br />

diversi, a qualsiasi mese. È molto difficile,<br />

anzi quasi sempre impossibile, capire cosa sia<br />

successo”. Marta chiede “Ma può essere stata<br />

La morte talvolta precede la nascita.<br />

Ci vorranno mesi, anni per elaborare il lutto.<br />

E non tutte le donne ci riescono completamente.<br />

colpa mia? Posso aver sbagliato qualcosa?”. “No<br />

- ribatto - non c’è stato assolutamente nulla di<br />

sbagliato. Non possiamo sapere nel caso specifico<br />

cosa sia successo, ma studiando i grandi numeri<br />

sappiamo che le cause di aborto spontaneo sono<br />

da attribuire, in primis, ad anomalie genetiche.<br />

Poi ci sono le infezioni: i virus talvolta possono<br />

essere innocui per la mamma, ma dannosi<br />

per il feto. Altre volte le cause possono essere<br />

immunologiche, cioè si sviluppano degli anticorpi<br />

che attaccano la gravidanza come se fosse un<br />

corpo estraneo. Tuttavia, un singolo episodio di<br />

aborto spontaneo non influisce sulla possibilità di<br />

gravidanze future”.<br />

“E adesso cosa succede? Che si fa?”. A breve<br />

affronteremo insieme la scelta su come<br />

procedere: condotta di attesa (che l’utero<br />

si “pulisca” da solo con la mestruazione)<br />

o intervento chirurgico (raschiamento).<br />

Dovrò informare Marta sui vantaggi e i<br />

possibili rischi di entrambe le possibilità.<br />

Mentre portiamo a termine la visita, il<br />

dolore per la perdita affiora dapprima<br />

velatamente, poi con prepotenza. Il<br />

pianto, prima o poi, è inevitabile. La<br />

vita che era miracolosamente<br />

iniziata nel suo grembo,<br />

altrettanto inspiegabilmente è<br />

svanita. Non importa se il bambino era<br />

formato o immaturo, grande o piccolo,<br />

tangibile o meno. La morte talvolta<br />

precede la nascita. Ci vorranno mesi,<br />

anni per elaborare il lutto. E non tutte le<br />

donne ci riescono completamente.<br />

Secondo recenti statistiche,<br />

circa il 50% delle donne<br />

prova questa esperienza<br />

almeno una volta<br />

nella vita.<br />

Chi di voi ha vissuto, o sta vivendo,<br />

un evento del genere può trovare<br />

informazioni, condivisione e conforto in<br />

alcune associazioni di auto-aiuto come<br />

“Ciao Lapo” (www.ciaolapo.it), una onlus<br />

per la tutela della gravidanza, della salute<br />

perinatale e della perdita di un figlio,<br />

fondata e gestita da persone che hanno<br />

vissuto un’analoga esperienza negativa,<br />

ma che da quella hanno tratto la forza<br />

per aiutare altre donne che soffrono una<br />

perdita.<br />

Di gravidanze, quasi sempre, ce ne<br />

saranno altre. Ma quella, quella<br />

interrotta, probabilmente resterà per<br />

sempre in un angolo del cuore.<br />

FABRIZIO PAOLILLO DIODATI<br />

Specialista in Ostetricia e Ginecologia<br />

89<br />

#3D<br />

#UNAMELAALGIORNO

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