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#PSICOLOGICAMENTE<br />
I SOGNI<br />
Riuscendo a dare loro un significato,<br />
preferiamo sminuirle dicendo:<br />
“era solo un sogno, non è reale!”<br />
CI DICONO QUALCOSA IN PIÙ SU DI NOI<br />
La vita reale e il<br />
sogno come unica<br />
espressione del sé.<br />
I sogni non sono<br />
solo espressione<br />
del nostro<br />
immaginario.<br />
I sogni<br />
sono una di quelle cose<br />
a cui, molte volte,<br />
non troviamo<br />
un senso logico,<br />
perché sono<br />
incomprensibili.<br />
Se partiamo dall’idea fondante che<br />
noi siamo un tutt’uno e che il tutto è<br />
più della somma delle parti – concetto<br />
fondamentale delle teorie olistiche,<br />
approfondito poi dalla Gestalt (un filone<br />
psicoterapeutico) – perché allora due<br />
processi che ci appartengono come la<br />
vita diurna e il sogno, li consideriamo<br />
due aspetti contrapposti?<br />
Abbiamo questa idea secondo la quale<br />
è reale solo ciò che sperimentiamo<br />
razionalmente, stando svegli, e riteniamo<br />
irreale tutto il resto, perché non<br />
riusciamo a dargli una spiegazione.<br />
I sogni sono una di quelle cose a cui,<br />
molte volte, non troviamo un senso<br />
logico, perché sono incomprensibili. Le<br />
immagini che organizzano un sogno<br />
spesso le viviamo come “strane”, in<br />
alcuni casi “paurose”; sfuggono alle<br />
regole razionali e, non riuscendo a<br />
dare loro un significato, preferiamo<br />
sminuirle dicendo: “era solo un sogno,<br />
non è reale!”, anche se spesso ci lasciano<br />
sconcertati.<br />
Abbiamo la presunzione di<br />
considerare reali e di valore solo<br />
quei fenomeni che seguono regole<br />
ben precise e definibili in termini<br />
di causa-effetto. Eppure Perls,<br />
fondatore della terapia della Gestalt, già<br />
un po’ di tempo fa diceva: «Ma oggi non<br />
vediamo più il mondo in termini di causa-effetto.<br />
Il mondo lo vediamo come un processo continuo,<br />
un processo sempre in corso».<br />
Esistono ancora tante cose a cui non<br />
riusciamo a dare una spiegazione e il<br />
motivo potrebbe essere molto semplice:<br />
questi processi, probabilmente, seguono<br />
altre regole, non per questo meno valide<br />
di quelle definibili in termini razionali di<br />
causa-effetto.<br />
Se è vero che siamo creatori, tanto nello<br />
stato di veglia che nel sonno, e non<br />
passivi elaboratori di esperienze, allora<br />
vita e sogno non si contrappongono così<br />
nettamente, entrambi forse sono “fatti<br />
della stessa sostanza”.<br />
Ci sono tradizioni molto antiche, come<br />
quella tibetana dello Dzogchen che dà<br />
molta importanza al lavoro sul sogno:<br />
lavorare sul sogno permette<br />
di sviluppare una maggiore<br />
consapevolezza. E anche in questo<br />
caso con il termine “consapevolezza”<br />
sembra che facciamo riferimento a<br />
qualcosa di razionale, un processo<br />
che appartiene esclusivamente allo<br />
stato di veglia. Eppure spesso viviamo<br />
inconsapevolmente e forse il più delle<br />
volte è la vita ad assomigliare ad un<br />
sogno (inteso come illusione) anziché il<br />
contrario.<br />
#3D 86