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mia maniera pur non facendolo io. E così è stato.<br />

Vfc Qual è l’aspetto più divertente del realizzare il<br />

vostro lavoro, la vostra arte?<br />

F I momenti di felicità ricevuti dal mio lavoro sono<br />

attimi, sprazzi. La soddisfazione dura un attimo.<br />

Penso a quando abbraccio mia figlia: quello è un<br />

tempo maggiore. Un piacere lungo. Il mio lavoro –<br />

invece – mi porta delle frustate, delle scariche. Ma<br />

non dura mai a lungo. Ecco perché secondo me chi<br />

pensa che la soddisfazione arrivi solo dal lavoro, si<br />

perde.<br />

Vfc La vostra è anche una condizione di necessità.<br />

Se vi sentite appagati, arrivati, è finita…<br />

F Il nostro lavoro è una necessità. È come se avessi<br />

una serie di input che devi trasformare in output.<br />

Perché altrimenti vai in collisione con te stesso. Implodi.<br />

Qualcosa ti esplode dentro. Le soddisfazioni,<br />

l’affetto, il calore e la durata di un sentimento non<br />

possono essere legati al lavoro. Sono legati alla vita.<br />

S Per me l’appagamento maggiore, quando faccio<br />

un servizio fotografico - commissionato da un giornale<br />

o da una campagna pubblicitaria -, si divide in<br />

due momenti. Il primo è quando nella mia testa risolvo<br />

come lo farò.<br />

Vfc La visione<br />

S L’altro momento meraviglioso è dopo che l’ho<br />

scattato, quando sono nel mio letto la sera e rivedo –<br />

come una vecchia camera oscura – ogni singola foto<br />

che ho fatto. E penso: quella ha funzionato, quella<br />

no. L’aspetto che uno pensa sia quello più bello ovvero<br />

scattare le fotografie io lo vivo ormai come una<br />

inevitabile routine.<br />

F Mi pare che sia lo stesso per te, sono due sprazzi.<br />

Prima e dopo. Hai presente quando uno scrive<br />

un libro e mette sempre una frase di qualcun altro<br />

all’inizio? È una consuetudine. Quando ho scritto<br />

il mio primo libro A Sud di Memphis nel 1995 ho<br />

voluto mettere una frase di Majakovskij come introduzione<br />

al libro: “Ogni minimo granello di sostanza<br />

vivente è più prezioso di quanto farò e ho fatto”. Lo<br />

diceva Vladimir Majakovskij, poeta maledetto, che<br />

muore suicida. Quindi voglio dire, se l’ha capito lui<br />

in un momento così alto… Lui dice: qualsiasi verso,<br />

qualsiasi cosa io farò, non varrà mai la vita. Perché la<br />

vita quasi non ci appartiene.<br />

Vfc Tu fai una scissione netta.<br />

F È per questo che il corpo di donna per noi è un<br />

simulacro. È il simbolo della vita. Se dobbiamo<br />

chiudere il cerchio di tutta questa conversazione è il<br />

simulacro di tutto quello che stiamo dicendo. L’inno<br />

alla vita è un corpo di donna, nudo. E basta.<br />

S Sono d’accordo.<br />

30 ITA EVENTI

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