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Letture
SATURNINO
con Massimo Poggini
TESTA DI BASSO
Le meravigliose avventure di Saturnino Celani. Salani Editore
Come si fa ad avere successo ?
Fino ad una decina di anni fa, molti ragazzi che cercavano
di trasformare la loro passione per la musica
in professione mi chiedevano di ascoltare i loro pezzi,
o di fare da tramite per fargli ascoltare ad altri.
Ricordo che Claudio Cecchetto ogni volta che andava
al ristorante raccontava: “Ieri sera sono uscito ‘soltanto’
con cinque cd e due cassette”. Lui appartiene
a quella generazione che ha visto l’evoluzione di tutti
i formati: una volta c’erano
il vinile e le cassette, poi i
compact disc, quindi sono
arrivate le chiavette. Adesso
invece tutti mi segnalano
i loro brani da ascoltare su
SoundCloud. Ma la cosa che
mi sconvolge è che negli
ultimi anni i musicisti che
vogliono farmi ascoltare i
propri pezzi sono quasi spariti.
Al loro posto ci sono i
genitori che ti domandano:
“Conosci qualcuno per
far partecipare mio figlio a
un talent?”. Te lo chiedono
senza nemmeno farti
ascoltare qualcosa. Va bene
che per un genitore i figli
sono sempre iper-talentuosi,
ma questa cosa mi fa un
po’ paura. Io non seguo i
talent. Non sono abbonato
a Sky e in generale
guardo poca televisione. E
comunque ormai, appena
succede qualcosa, c’è sempre
qualcuno che te lo segnala immediatamente
utilizzando Twitter o Facebook e subito dopo puoi
rivederlo su YouTube. Anche per questo motivo, raramente
guardo una trasmissione per intero. Del resto
i tempi cambiano rapidamente. Questa è l’epoca
del cosiddetto “short&deep”: tutto deve durare poco
ed essere estremamente conciso. Tempo fa ho letto
un articolo molto divertente di Beppe Severgnini.
brano tratto dal libro di Saturnino
con Massimo Poggini, Testa di basso,
Adriano Salani Editore
Raccontava di un sessantenne che rifiutava la Rete,
come se fosse il demonio. Quella stessa persona, osservava
il giornalista, da ragazzino quasi certamente
si era gasata tantissimo per l’avvento della televisione.
Ma per i sessantenni di allora pure la televisione e
il telefono erano invenzioni demoniache. Insomma,
i detrattori di qualsiasi novità ci sono sempre stati.
Ogni epoca ha avuto i suoi bastian contrari, quelli
che invece di entusiasmarsi per il nuovo sono contro.
A prescindere, come
diceva Totò. In ogni caso
ho trovato l’ultima edizione
di XFactor molto ben fatta.
Ha avuto un riscontro mediatico
forte, anche sul web:
su Twitter, Facebook e You-
Tube se ne è parlato molto.
Personalmente lo trovo un
format migliore di quello
che è, ad esempio, Amici.
Siccome ogni tanto me
lo domandano, rispondo
che se un giorno dovessero
chiedermi di fare il giudice
di XFactor accetterei volentieri.
Credo sia sbagliato
precludersi possibilità per
partito preso. Ma stavo parlando
di come si fa, oggi, ad
avere successo. Un giorno, a
pranzo, stavo conversando
con il produttore cinematografico
Marco Cohen. Mi
stava raccontando la storia
di uno sceneggiatore italiano
che sta vivendo un vero
e proprio sogno: ha mandato una sua sceneggiatura
a diverse case di produzione, sia italiane, sia americane.
Diciamo che ha lanciato il suo messaggio in bottiglia
nell’immenso mare della Rete. Dall’Italia non
ha ricevuto nessuna risposta. Mentre l’hanno contattato
dalla Danimarca: era la produttrice e socia
di Nicolas Winding Refn, regista di quel capolavoro
che è Drive con Ryan Gosling (per intenderci, quello
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