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Arte<br />

CERVELLI ALL’ESTERO?<br />

ANCHE SI.<br />

Da Milano a Parigi. Da un computer Atari acquistato da adolescente alle commissioni<br />

per Groupe de Recherche Musical, Biennale di Venezia, Opera of Gothenburg, Ballet<br />

National de Marseille, Festival Sant’Arcangelo, Roma Europa, Ater Balletto. Storia di una<br />

passione legata alla musica, alla danza, al teatro.<br />

di Lorenzo Bianchi Hoesch<br />

Ho comprato il primo computer a 17 anni, un<br />

Atari dedicato alla musica, un mito ancora<br />

oggi. Con i primi sintetizzatori - trovati<br />

usati in giro per negozi - ho imparato, in maniera<br />

pratica e con diversi tentativi, tutto quello che so<br />

ora. Soprattutto ho sviluppato il mio orecchio; in<br />

maniera inconsapevole stavo formando il mio gusto<br />

e mi stavo costruendo come artista. Rimaneva purtroppo<br />

(o per fortuna) un percorso autodidatta poiché<br />

negli anni ‘90 a Milano non vi erano scuole né<br />

esistevano ancora le meravigliose comunità virtuali<br />

- oggi disponibili su internet - che condividono con<br />

chiunque il sapere. Poco dopo mi sono iscritto ad<br />

Architettura, un po’ per far piacere ai miei genitori<br />

e anche perché il progetto era nelle mie corde; nel<br />

frattempo studiavo musica, in maniera tradizionale,<br />

pianoforte e clarinetto. Ma il mio interesse principale<br />

era era suonare, mixare, comporre e progredire<br />

nel mondo dell’ elettronica, in camera mia. Il tema<br />

della mia tesi di laurea era in qualche modo già rivelatore<br />

del mio futuro in quanto ruotava intorno al<br />

“paesaggio sonoro” e alla spazializzazione del suono.<br />

Proprio durante le ricerche di materiali per la tesi ho<br />

capito che all’estero, in particolare in Francia, vi era<br />

un network di artisti, strutture, centri di ricerca, e<br />

conservatori, che si occupavano in maniera profonda<br />

di argomenti che ormai facevano parte di me.<br />

Sono così partito a Parigi subito dopo la laurea con<br />

una borsa di studio e uno stage in una piccola casa<br />

di produzione di nuove tecnologie applicate all’arte<br />

contemporanea: sensori, software... Mi sono anche<br />

finalmente iscritto al Conservatorio, fuori Parigi,<br />

dove ho seguito il cursus di “composition electroacoustique”<br />

ottenendo poi il “prix de composition”.<br />

In sostanza in quegli anni - poco più di una decina<br />

-, ho cominciato a crearmi una professione con quello<br />

che fino a quel giorno era il mio percorso laterale,<br />

limitrofo e personale. Ho conosciuto molta gente<br />

con percorsi simili, degli outsiders che erano in realtà<br />

formati, come me, all’adattamento, alla ricerca<br />

e all’apprendimento autonomo. Questa era la forza<br />

della loro attitudine. Sapersi declinare, saper tirare<br />

le somme da una situazione d’avanguardia e saperne<br />

creare qualcosa di preciso e personale. Attraverso<br />

ITA EVENTI 59

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