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FuoriAsse#20HD

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Giuliana Soscia si racconta ai lettori di<br />

«FuoriAsse».<br />

«Ho sempre avuto le idee chiare. Sin da<br />

piccola volevo dipingere e suonare.<br />

Ricordo un episodio in particolare: avevo<br />

appena sette anni e a scuola scrivevo<br />

uno dei miei primi temi in cui dichiaravo<br />

di “voler suonare il sassofono da grande,<br />

su di un palcoscenico, come mio padre!”.<br />

Mio padre è un bravissimo sassofonista.<br />

Da piccola ascoltavo sia lui sia i<br />

numerosissimi dischi jazz che giravano<br />

per casa. Alla fine ho suonato il pianoforte<br />

all’età di 9 anni, dapprima dedicandomi<br />

esclusivamente alla musica<br />

classica, con grande predisposizione per<br />

gli autori del ’900, da Bèla Bartòk ad<br />

Alban Berg, intraprendendo giovanissima<br />

la carriera concertistica. Solo all’età<br />

di 24 anni, dopo essere diventata mamma<br />

da due anni, è nata la passione per<br />

quello che io definisco un “pianoforte a<br />

fiato” ovvero la fisarmonica. E dopo anni<br />

di “gavetta”, tentativi, sperimentazioni,<br />

sono approdata al jazz e mi sono specializzata<br />

come fisarmonicista, compositrice/arrangiatrice<br />

e direttore d’orchestra<br />

jazz. Forse occorrerebbe un intero libro<br />

per raccontare le varie peripezie che mi<br />

hanno portata a realizzare musicalmente<br />

ciò che faccio oggi. Sicuramente le<br />

mie scelte passate non sono state tutte<br />

positive, a volte musicalmente sono stata<br />

costretta a scegliere strade poco gratificanti<br />

a livello artistico, più che altro<br />

per esigenze economiche, altre volte sono<br />

andata proprio “fuori tema”… Scelte<br />

drastiche mi hanno portato ad affrontare<br />

grosse difficoltà lungo tutto il percorso,<br />

che ho superato in nome della mia<br />

grande passione per la musica. Certamente,<br />

la mia carriera ha ricevuto dei<br />

rallentamenti, ma sono soddisfatta di<br />

quanto fatto finora, sono contenta del<br />

mio prezioso bagaglio di vita, che aiuta a<br />

migliorare la mia musica e a renderla<br />

più incisiva.”<br />

©katia Cirrincione<br />

Il mio strumento preferito è il “pianoforte<br />

a fiato”, quindi pianoforte e fisarmonica.<br />

Con il pianoforte ho un rapporto<br />

viscerale, ci sono nata, il mio mezzo di<br />

espressione sono le mani e le dita. Per<br />

me suonare il pianoforte è come bere e<br />

mangiare. La mia giornata inizia sempre<br />

con lo studio della tecnica del pianoforte<br />

prima e poi della fisarmonica.<br />

Il rapporto che ho con la fisarmonica è<br />

più “fisico”, pur mantenendo la tastiera,<br />

la fisarmonica è molto pesante e necessita<br />

di molta forza per azionare il mantice,<br />

che, come un polmone, fa passare<br />

l’aria nella ance così da produrre il<br />

suono. La fisarmonica poggia sul corpo,<br />

respira insieme a me, quando la suono<br />

si sentono soprattutto le note gravi e se<br />

ne avvertono le vibrazioni sulla pancia.<br />

Un vero e proprio massaggio sonoro. Ma<br />

dopo tante ore, questo tipo di studio<br />

provoca affaticamento e dolore quindi il<br />

sentimento che provo per questo strumento<br />

è di odio e amore.<br />

FUOR ASSE<br />

121<br />

Musica

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