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menti di vita del nostro pianista-artigiano,<br />
come l’incontro con l’amata Odette,<br />
o la storia del suo fez.<br />
L’autrice Zeina Abirached, racconta<br />
con leggerezza come Abdallah sia riuscito<br />
nell’intento di far dialogare due<br />
mondi diversi; mondi con i quali è<br />
costretta ad avere a che fare Zanzoun/<br />
Zenzen, giovane trapiantata a Parigi da<br />
Beirut, la cui storia si alterna a quella<br />
di Abdallah e del suo curioso mondo,<br />
con continui balzi avanti e indietro nel<br />
tempo.<br />
Zanzoun/Zenzen, attraverso la matita e<br />
le parole dell’autrice, racconta in prima<br />
persona la sua storia, del suo trasferimento<br />
a Parigi, delle sue difficoltà con<br />
l’arabo associato alla guerra civile, dei<br />
buffi modi di dire francesi e del suo<br />
complicato rapporto con due lingue<br />
che sono come «due scatole di mikado<br />
rovesciate» nella sua testa.<br />
Vale la pena leggere fino all’ultima pagina<br />
per scoprire l’intreccio delle due<br />
storie.<br />
I due filoni della narrazione hanno<br />
come fulcro Beirut, centro multiculturale,<br />
intorno al quale i due protagonisti<br />
danzano nel tempo e nelle pagine bianche<br />
e nere, fitte di illustrazioni cariche<br />
di onomatopee, fonemi del linguaggio,<br />
armonie musicali e suoni cittadini.<br />
Il ritmo è serrato e senza alcuna transazione<br />
il lettore passa dalla storia di Zanzoun/Zenzen<br />
e delle sue difficoltà linguistiche<br />
e di pronuncia, all’entusiamo<br />
di Abdallah per la musica e per la vita<br />
trascorsa nel suo amato Libano prima<br />
della guerra civile.<br />
Il viaggio nella storia dell’identità<br />
di Zanzoun/Zenzen, alter-ego di Zeina<br />
Abirached, che raccontando la sua vita,<br />
il suo sentirsi divisa tra due culture<br />
(francese e araba), permette di comprendere<br />
quanto sia profondo l’impatto<br />
che ha la lingua sulla definizione del<br />
proprio essere.<br />
Leggendo attentamente è possibile individuare<br />
altre tipologie di viaggio: “nello<br />
spazio”, come quelli di Zenzen, tra le sue<br />
due terre; quelli di Victor a Parigi, durante<br />
i campionari per il negozio; quello<br />
del piano orientale fino a Vienna. Viaggi<br />
“nel tempo” necessari per raccontare le<br />
due storie, senza rispettare un regolare<br />
filo cronologico, saltando a tempo di<br />
musica.<br />
Zeina Abirached regala ai suoi protagonisti<br />
la capacità e lo spessore di descriversi<br />
attraverso suoni e note, lasciando<br />
nel lettore l’impressione di sentir riecheggiare<br />
come sottofondo nella lettura<br />
gli sforzi per pronunciare correttamente<br />
le consonanti in arabo di Zanzoun o le<br />
arie canticchiate da Abdallah.<br />
La “parola” e la “musica”, con delicatezza<br />
e gioia si fanno menestrelli del “disegno”<br />
che racconta una storia di forza, di<br />
resistenza nel mantenere la propria iden -<br />
tità, pur sapendo che il proprio cuore è<br />
consapevolmente diviso a metà.<br />
FUOR ASSE<br />
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Fumetto d’Autore