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Colsi l’occasione e attraverso un futile<br />
pretesto, la invitai a casa mia a pranzare,<br />
sempre meglio che accontentarsi del<br />
solito panino che portava da casa:<br />
“nzoccu avasta a unu avasta a cientu” 8 ,<br />
sottolineai con riserva e certo che non<br />
avrebbe accettato.<br />
Franca invece non si formalizzò più di<br />
tanto e colse al volo l’occasione.<br />
Ebbi piacere per quella sua decisione<br />
ma in contemporanea altrettanta preoccupazione<br />
non essendo affatto certo<br />
di trovare in casa qualcosa da mettere<br />
sotto i denti (abituati com’eravamo ad<br />
un’estemporanea quanto improvvisata<br />
gestione delle attività quotidiane).<br />
Nanè, quel giorno, a differenza di sempre,<br />
arrivò puntuale al nostro appuntamento<br />
quotidiano e già questo per me<br />
rappresentò un mezzo sollievo.<br />
La curiosità che suscitò quella ragazza<br />
ai nostri vicini di casa, quando scendemmo<br />
dalla macchina, non mi scandalizzò<br />
più di tanto, abituato da sempre a<br />
quegli atteggiamenti di bonaria indiscrezione<br />
tipica di chi viveva la quotidianità<br />
in quei palcoscenici di quartiere,<br />
ma quel giorno davvero superarono ogni<br />
limite: – “A zzita ri Pinò” 9 –, disse a bassa<br />
voce ma non tanto da non farsi ascoltare<br />
a gna vanninedda in direzione ra gna<br />
Turidda affacciata ro puttieddu 10 di casa.<br />
– “Na bedda picciotta” 11 rispose<br />
quest’ultima ammiccando alla fisicità di<br />
Franca.<br />
– “U criaturi sa miritava una accussì” 12<br />
continuò l’altra.<br />
Non capii, malgrado la domestichezza a<br />
quel linguaggio sibillino, se la prima frase<br />
era da intendere come domanda o<br />
come affermazione, ma il seguito non<br />
© Dmytro Sobokar<br />
lasciò adito ad interpretazioni: avevano<br />
già dato per scontato il nostro fidanzamento<br />
ufficiale e forse anche già sapevano<br />
la data delle nozze.<br />
Quei pochi attimi che ci vollero per<br />
entrare in casa, furono sufficienti per<br />
permettere loro, ognuna seminascosta<br />
dalla propria tendina in cotone, di dire<br />
la propria e riuscire a metterci in forte<br />
imbarazzo.<br />
Franca, che già arrossiva solo al guardare<br />
la propria immagine allo specchio,<br />
quella volta di sicuro sfiorò la tonalità<br />
più forte dell’intera gamma dei colori<br />
caldi.<br />
Entrando in casa avvertimmo lo stesso<br />
sollievo di chi riesce a trovare riparo<br />
perché investito da un forte acquazzone.<br />
Peccato, che la scena che mi si presentò<br />
davanti, fu quella che avevo immaginato<br />
e che fra l’altro temevo: la mamma,<br />
come sempre, a lavorare al suo filet e<br />
8 Quello (il cibo) che basta ad una persona è sufficiente anche per cento: detto Siciliano per sottolineare che,<br />
volendo, ci si può accontentare anche di poco.<br />
9 La fidanzata di Pinò.<br />
10 Portello ricavato nell’anta della porta.<br />
11 Una bella ragazza.<br />
12 Il giovanotto una così la meritava .<br />
FUOR ASSE<br />
25 Riflessi Metropolitani