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ferita fra India e Pakistan che le due<br />
artiste con un elegante esercizio di stile<br />
ricamano in paillettes cremisi su un fondo<br />
oro e blu cobalto secondo una tipica<br />
lavorazione orientale: qui la moda è proprio<br />
sorella della morte come rammentava<br />
Leopardi e in questi pannelli di tessuto<br />
l’arte torce il collo all’estetica del<br />
bello. Se si istituisse un parallelo, questo<br />
elegante lavoro di lustrini può esser<br />
avvicinata all’esercizio di bella calligrafia<br />
scavata da terribili stiletti nelle carni<br />
dei condannati in un celebre racconto di<br />
Franz Kafka: La colonia penale. Bellezza<br />
dell’esercizio calligrafico su corpi e ricchezza<br />
baluginate del tessuto sono spec -<br />
chietto per le allodole o il belletto che<br />
nasconde un bubbone mortale. Le due<br />
artiste denunciano una realtà di confini<br />
e limiti e testimoniano i fiumi di sangue<br />
fra due nazioni, India e Pakistan divise a<br />
tavolino dall’Inghilterra.<br />
Sir Cyril Radcliffe, presidente della commissione<br />
britannica dei confini venne<br />
incaricato nel 1947 di dividere i territori<br />
indiani. Nasce il famoso “lodo” Radcliffe,<br />
tutto condotto a tavolino su una carta<br />
geografica dove la linea di confine viene<br />
tracciata con l’intento di proteggere snodi,<br />
vie di comunicazione, canali di irrigazione<br />
centrali per il “protettorato” britannico.<br />
Si stima che circa un milione di<br />
persone siano morte a causa di questa<br />
partizione fra India e Pakistan.<br />
Nalini Malani and Iftikhar Dadi, Bloodlines 1997 (detail)<br />
FUOR ASSE<br />
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Riflessi Metropolitani