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Numero 10 Jolly Roger Magazine. Letteratura, attualità, arte. Libri, musica, recensioni.

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nel cuore di firenze<br />

nel cuore di firenze<br />

tu c’hai il braccino<br />

Un modo di dire il cui significato<br />

si perde tra le Corporazioni fiorentine di Arti e Mestieri<br />

di Simone Molinelli<br />

Chi non conosce l’espressione<br />

avere il braccino corto? Viene<br />

comunemente utilizzata per definire<br />

una persona poco generosa,<br />

avara, tirchia.<br />

L’espressione “braccino corto”<br />

sottolinea il fatto che la persona<br />

a cui ci riferiamo ha un braccio<br />

talmente corto da non arrivare<br />

al portafoglio. Eppure questa è<br />

una rivisitazione in chiave moderna<br />

di un modo di dire che<br />

sembra arrivare da molto, molto<br />

più lontano.<br />

La questione è molto antica e<br />

bisogna tirare in ballo le antiche<br />

corporazioni di Arti e<br />

Mestieri che si svilupparono a<br />

Firenze durante il XII e il XIII<br />

secolo, alle quali va attribuito<br />

buona parte del merito del<br />

grandioso sviluppo economico<br />

che permise alla città del Giglio<br />

di diventare una delle più ricche<br />

e potenti, se non la più ricca<br />

e potente, del Medioevo e del<br />

Rinascimento Europeo.<br />

La prima formazione di cui abbiamo<br />

notizie è quella dei Mercatanti<br />

o Calimala del 1150,<br />

ma nel 1193 esistevano già 7<br />

Corporazioni ben definite e<br />

successivamente altre 14 minori.<br />

Il Macchiavelli scrive nelle<br />

sue Istorie: “... furono nel principio<br />

queste arti dodici, sette<br />

Maggiori e cinque Minori. Di<br />

poi crebbero le Minori fino a<br />

quattordici, tanto che furono<br />

ventuna...”<br />

Bene, come si diceva, la gloriosa<br />

arte dei Mercatanti, della<br />

quale il tribunale è ancora ben<br />

visibile in piazza della Signoria,<br />

era specializzata nell’acquisto<br />

di prodotti tessili grezzi<br />

d’importazione ed esportazione<br />

di tessuti trasformati di altissimo<br />

pregio. I soci di questa Arte<br />

importavano le materie prime,<br />

come la lana grezza proveniente<br />

dall’Inghilterra o dalla penisola<br />

iberica, ma anche stoffe e<br />

tessuti dalle fiere della Champagne<br />

in Francia. Le pezze acquistate<br />

sulle piazze estere venivano<br />

marchiate con una sorta<br />

di codice a barre (Signori avete<br />

letto bene codice a barre!! Ricordo<br />

che siamo a Firenze nel<br />

1200 e non a Drexel nel 1984<br />

ove un certo Ing. Woodland è<br />

morto, pace all’anima sua, convinto<br />

di averlo inventato lui)<br />

che ne indicava il paese di provenienza.<br />

Ebbene il nostro detto ha proprio<br />

a che fare con le stoffe che<br />

si acquistavano e si vendevano<br />

in quel periodo. La stoffa spesso<br />

veniva venduta “a braccia”<br />

(un braccio, due braccia di stoffa)<br />

dove il braccio era quello<br />

del venditore. Succedeva che i<br />

venditori utilizzassero dei giovani<br />

garzoni per effettuare la<br />

misura: essendo molto giovani,<br />

il loro braccio era più corto, ed<br />

il commerciante guadagnava<br />

su questo “giochetto”. Poiché<br />

sovente nascevano dispute tra<br />

venditore ed acquirente, che<br />

sfociavano in vere e proprie<br />

risse, a Firenze fu stabilita la<br />

misura del “braccio fiorentino”,<br />

detto anticamente braccio<br />

a panno, e venne messa una<br />

barra della lunghezza di cm<br />

58,32 come unità i misura. Già<br />

ma dove venne messa? Il luogo<br />

ove era posta l’unità di riferimento<br />

lo possiamo vedere ancora<br />

oggi andando in Via de’<br />

Cerchi tra via Condotta e via<br />

dei Cimatori. Sulla parete di un<br />

palazzo ad altezza d’uomo vi<br />

è un’anonima scanalatura, ben<br />

visibile, che riporta le giuste<br />

proporzioni.<br />

Lo spazio vuoto era riempito,<br />

probabilmente, da una barra<br />

metallica, forse di bronzo. In<br />

caso di controversie fra acquirente<br />

e venditore ci si recava lì<br />

e si controllava la misura con<br />

la barra sul muro. Così vennero<br />

così risolti tutti i problemi.<br />

Il perché si trovi così vicino a<br />

Palazzo Vecchio è da capire;<br />

quello che invece è chiaro è<br />

che prima dell’avvento di tale<br />

unita di misura i venditori di<br />

stoffe, accorciavano veramente<br />

il braccio utilizzando quello del<br />

garzone. Da lì il modo di dire<br />

“avere il braccino corto”!<br />

Curioso no ;-) ?<br />

Bibliografia<br />

1. Artusi L. Le curiosità di Firenze.<br />

Newton Compton Editori.<br />

Firenze 2<strong>01</strong>7.<br />

2. Bargellini P. Le strade di Firenze.<br />

Bonechi editore. Firenze<br />

1977<br />

3. Macchiavelli N. Istorie Fiorentine.<br />

Firenze 1965<br />

ANNO I • NUMERO X • dicembre 2<strong>01</strong>8 www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />

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