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La Freccia Giugno 2020

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Un disegno del progetto<br />

di passaggio. Il cuore del nostro progetto<br />

è questo: non ci siamo occupati<br />

di come chiudere le persone, con cubi<br />

di materiali invivibili, ma di come costruire<br />

percorsi per farle muovere. In<br />

fondo una città non è disegnata dalle<br />

case che la compongono, ma dalle<br />

vie e dalle piazze. E poi ci sono gli<br />

ombrelloni esagonali, fatti con le vele,<br />

nati dai miei disegni, come sculture.<br />

Libero dall’idea dell’ombrellone (un<br />

oggetto che non si aggiorna da molto<br />

tempo), mi sono concentrato su una<br />

forma, ed è piaciuta molto. Uno strumento<br />

che ci ripari dal sole e dal vento<br />

non poteva che essere composto<br />

da vele, resistenti e in armonia con lo<br />

spazio, con il mare. Ecco il nostro progetto,<br />

ecco cos’è l’Art Thinking.<br />

Raffaele, perché oggi di fronte alle<br />

macerie post Covid-19 sarebbe meglio<br />

lavorare a un nuovo Rinascimento<br />

legato all’arte e all’architettura,<br />

piuttosto che a una ricostruzione?<br />

<strong>La</strong> risposta della comunità Italia a<br />

questa pandemia deve necessariamente<br />

porsi su due livelli. Un primo<br />

passaggio deve consentire soluzioni<br />

rapide ed efficaci per riportare in funzione<br />

quante più attività, tra quelle<br />

già precedentemente operative. Per<br />

questo primo passo post pandemia<br />

parlerei di una ricostruzione creativa<br />

che possa rimettere in piedi il sistema<br />

economico e sociale che, nel<br />

nostro Paese, già affrontava enormi<br />

problemi di equilibrio e confronto<br />

globale. Ma sarà comunque difficile<br />

tornare presto a livelli di attività paragonabili<br />

al passato. Questo aspetto,<br />

unito alla necessità di far fronte all’indebitamento<br />

che nella nostra società<br />

si incrementa ogni giorno di più,<br />

ci costringe a immaginare un vero e<br />

proprio Rinascimento, che sviluppi<br />

un paradigma finalizzato a un’economia<br />

e una cultura nuove, in modo da<br />

innovare il sistema economico, culturale<br />

e sociale per renderlo competitivo<br />

e sostenibile in una situazione<br />

da “economia di guerra”. Partendo da<br />

questa riflessione, occorre guardare<br />

alle reali risorse italiane in grado di<br />

far primeggiare il Paese e valorizzarne<br />

le qualità storicamente legate<br />

all’arte e all’architettura, motori di innovazione<br />

essenziali, che sanno collaborare<br />

con l’economia e la tecnologia<br />

proprio per dar vita a un qualcosa<br />

che oggi non c’è, ma che occorre, per<br />

rispondere alla crisi. L’arte può essere<br />

la polena che indirizza lo sguardo<br />

e le risorse verso un futuro che ci<br />

veda attori in uno scenario di competizione<br />

globale. In fondo, le macchine<br />

fantastiche di Leonardo da Vinci, al di<br />

là della loro reale costruibilità, hanno<br />

svolto una funzione essenziale nell’orientare<br />

lo sguardo verso un futuro in<br />

cui le macchine stesse aiutassero<br />

l’uomo a svolgere attività prima impensabili.<br />

Il tuo ragionamento si scontra, però,<br />

con la realtà, dal momento che nelle<br />

numerose task force governative<br />

istituite per affrontare l’emergenza<br />

non è presente neppure un artista<br />

o un architetto. Questo fatto cosa ci<br />

racconta dell’Italia?<br />

Che siamo un Paese avvitato su se<br />

stesso e impaurito dal futuro e dai<br />

cambiamenti. Il risultato è il proliferare<br />

di queste task force ricche di<br />

specialisti, ma senza la possibilità di<br />

traguardare un orizzonte che possa<br />

realmente far rinascere l’Italia, attraverso<br />

un uso sistematico degli unici<br />

strumenti in grado di generare futuro:<br />

l’arte e la scienza. Quando i Comuni<br />

italiani sono usciti da un periodo buio<br />

in cui hanno vissuto pesanti pestilenze,<br />

i più visionari dei loro governanti,<br />

come i Medici a Firenze e il duca di<br />

Montefeltro a Urbino, si sono rivolti<br />

ad artisti e architetti per generare<br />

identità e valorizzare le città. Ottenendo<br />

risultati stupefacenti di cui ancora<br />

oggi quelle realtà godono, non<br />

soggette a crisi o competitor di sorta.<br />

arteprima.noprofit<br />

arteprima_progetti<br />

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