TRAVEL MIRAGGIO DI BELLEZZA © ronnybas/AdobeStock 80
ISCHIA, PROCIDA E CAPRI SI PREPARANO A UN’ESTATE DI PIAZZE A BASSA VOCE E CONTEMPLAZIONI SORPRENDENTI. UN’ESTATE DOVE NULLA SARÀ COME PRIMA, MA NON PER QUESTO MENO AFFASCINANTE di Peppe Iannicelli Procida Quasi un ritorno alle origini per l’Isola di Tiberio, l’Isola Verde e l’Isola d’Arturo, che nei secoli hanno conquistato artisti e viaggiatori di tutto il mondo. L’estate ai tempi del Covid-19 non prevede bagni di folla per Ischia, Capri e Procida. Nei prossimi mesi tutti dovremo continuare ad accettare dolorose ma necessarie limitazioni nei nostri spostamenti. Ma le isole del Golfo di Napoli sono pronte ad accogliere i visitatori per una vacanza rilassante, sostenibile, umana e dai ritmi certamente più lenti. Non sarà facile per la filiera dell’accoglienza reggere al crollo di presenze, ma gli isolani sono pronti a trasformare la difficoltà in opportunità. D’altro canto, chi vive in mezzo al mare deve essere capace di navigare nella tempesta fino a un approdo sicuro. Dunque, chi nei prossimi mesi sceglierà di vivere un soggiorno a Ischia, Procida o Capri sarà un viaggiatore capace di apprezzare aspetti di questi luoghi che, fino a ieri, era impossibile gustare nel caos. Niente bagni di folla ma certamente tanti tuffi in mare, dalla spiaggia o dalla barca, in acque che sono tornate a ospitare la danza dei tonni e la parata dei delfini. PROCIDA, IL REGNO DI NETTUNO L’isolotto di Vivara, appendice ecologica di Procida, offre lo spettacolo delle migrazioni. Milioni di uccelli sostano qui per prendere fiato durante le lunghe trasvolate tra l’Africa e l’Europa. Ascoltarne il canto è un’esperienza spirituale, mentre si resta con il fiato sospeso ammirandone le spettacolari evoluzioni acrobatiche. Procida, a differenza di Capri e Ischia che sono da tempo mete turistiche internazionali, ha mantenuto un profilo basso. È un’isola di marinai, come ben si comprende dalla tavolozza di colori del borgo della Corricella. A ogni casa un colore diverso affinché, da molte miglia di distanza, i marinai potessero riconoscere la propria e pregustare la gioia del ritorno. Girando tra le abitazioni e prolungando la passeggiata fino al lungomare di Chiaiolella sembra di muoversi in un luogo senza tempo, solare e accogliente. <strong>La</strong> distanza sociale imposta dalla pandemia si supera in un attimo con il sorriso incantevole di una novella Graziella, la bellezza mediterranea che incantò Alphonse de <strong>La</strong>martine, oppure ricordando lo sguardo triste di Massimo Troisi che in questi borghi interpretò numerose scene del film premio Oscar Il postino. L’ultimo ciak del grande artista di San Giorgio a Cremano che ci ha lasciato, prematuramente, poco dopo la fine della lavorazione della celebre pellicola. L’ISOLA DI ARTURO Elsa Morante soggiornò a lungo all’Hotel Eldorado, oggi parco letterario. Il giardino di limoni, la contemplazione dei panorami di boschi, calette e spiagge isolate erano estremamente ispiranti. Accanto alla scrittrice anche Alberto Moravia e Vasco Pratolini, un vero e proprio cenacolo letterario. È questo il contesto genetico del capolavoro della Morante, L’isola di Arturo. Il quartiere collinare di Terra Murata, a strapiombo sul mare, è un complesso architettonico di chiese, conventi, prigione, fortezza che custodisce una delle tradizioni più amate dai procidani: i Misteri, gruppi di statue che riproducono la Via Crucis. <strong>La</strong> secolare processione non si è celebrata nell’ultimo Venerdì Santo, a causa dell’emergenza coronavirus, ma le statue sono davanti ai 81