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Italia a Tavola Giugno 2020

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VINO<br />

biamente risentito. Ha completamente paralizzato<br />

tutti i settori della nostra vita, se non altro il mondo<br />

del vino ha rallentato la sua corsa, senza fermarla<br />

del tutto come altre realtà. Infatti, non dobbiamo dimenticare<br />

l’aiuto arrivato dalle vendite nella grande<br />

distribuzione e, in parte, anche dall’e-commerce,<br />

nonostante le tante aziende italiane che non erano,<br />

e non sono, ancora preparate ad affrontare un mercato<br />

on line».<br />

Ovviamente la stoccata dolorosa al mondo del<br />

vino è arrivata dalla chiusura dei ristoranti. «Le<br />

vendite - spiega Riccardo Cotarella - sono calate in<br />

quanto il mondo dell’Horeca è stato fermo per la<br />

bellezza di due mesi consecutivi. Ovviamente per<br />

una cantina perdere il mercato della ristorazione e<br />

delle enoteche significa limare un fatturato sicuro.<br />

Pensate che questa situazione si è allargata a tutto il<br />

mondo, quindi anche chi esportava per la maggiore<br />

ha subito un pesante contraccolpo».<br />

Ora è iniziata la cosiddetta Fase 3: quella delle<br />

riaperture totali e della libera circolazione. Come<br />

potrà incidere sul mondo del vino? «Spero vivamente<br />

che questa fase dia forza al sistema, ma non<br />

credo che le cantine possano recuperare quanto<br />

perduto in questi mesi di lockdown. Erano settimane<br />

cruciali per il mercato, sono saltate fiere di settore<br />

e i mesi scorsi erano caratterizzati da importanti<br />

festività. Spero che da giugno ci sia una ripresa e che<br />

le aziende stesse possano contenere la perdita».<br />

Se questa è la fotografia di questi sei mesi, il<br />

2019 sembra essere quasi un anno lontanissimo.<br />

Infatti il vino non ha fatto altro che rispecchiare,<br />

anche sull’export, la tendenza dei prodotti italiani.<br />

Esportazioni record per cibi e vini italiani, infatti,<br />

nel 2019, con un totale di 44,6 miliardi di euro grazie<br />

all’aumento del 7% rispetto all’anno precedente:<br />

è quanto è emerso dall’analisi della Coldiretti sulla<br />

base dei dati definitivi dell’Istat. «Un risultato straordinario<br />

con il cibo ed il vino che - rileva la Coldiretti<br />

- svolgono nel mondo anche un ruolo da traino<br />

per l’intero Made in Italy». Il vino è il prodotto<br />

più esportato, con un fatturato realizzato all’estero<br />

stimato in 6,4 miliardi nel 2019: superiore a quello<br />

ottenuto sul mercato interno. Dall’analisi emerge<br />

inoltre che quasi i due terzi (63%) delle esportazioni<br />

agroalimentari italiane interessano i Paesi dell’Unione<br />

Europea, dove nel 2019 si è registrata una crescita<br />

del 3,6%. In questo contesto si inserisce il ruolo<br />

degli imbottigliatori che, lo scorso anno, hanno<br />

fatto segnare cifre importanti sui bilanci. Enoitalia,<br />

il più grande imbottigliatore italiano con quasi 110<br />

milioni di bottiglie prodotte, cresce in modo costante<br />

sui mercati esteri raggiungendo la cifra considerevole<br />

di 199milioni di euro (+9,63%) attestandosi al<br />

settimo posto della classifica.<br />

Seguito da Cavit (191 milioni di euro). Queste cifre<br />

sono il frutto di uno studio ponderato su diversi<br />

fronti. Oggi, più che mai, le aziende saranno costrette<br />

a trovare alternative a quanto fino ad oggi individuato<br />

per commercializzare il prodotto. Soprattutto<br />

quando si parla di brand legati al tempo.<br />

Quali sono i rimedi anti-Covid per rilanciare<br />

il settore? Il presidente nazionale di Assoenologi<br />

Riccardo Cotarella commenta: «Non ho la sfera di<br />

cristallo. Sono difficili da individuare in questo momento<br />

in cui l’emergenza non è ancora finita. La<br />

parola d’ordine rimane comunque professionalità<br />

in vigna, in cantina e nella comunicazione. Poi invito<br />

le cantine a rimanere vicine ai ristoratori, confortandoli<br />

in maniera immateriale e materiale. Poi<br />

le winary dovranno seguire le nuove tendenze del<br />

mercato perché credo che questa emergenza lascerà<br />

delle evidenti tracce anche sulle scelte dei consumatori.<br />

Ne sono convinto. Oggi questi ultimi non<br />

sono più disposti a pagare l’esteriorità di un prodotto<br />

come per esempio il packaging ma daranno sicuramente<br />

più valore alle cose reali, alla consistenza e<br />

alla sostanza di un prodotto».

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