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COVID-19 | #RE-START<br />
canone dovuto ed il credito di imposta<br />
(40% del canone considerando che il credito<br />
è del 60%, 70% del canone in caso di<br />
affitto d’azienda)<br />
Il credito d’imposta può essere ceduto<br />
anche ad altri soggetti, compresi<br />
istituti di credito e altri intermediari finanziari,<br />
con facoltà di successiva cessione<br />
del credito. Le modalità attuative della<br />
cessione dei crediti d’imposta saranno<br />
però definite con provvedimento dell’Agenzia<br />
delle Entrate (art. 122 del DL<br />
34/<strong>2020</strong>). E questo è un altro punto negativo<br />
di come il sisetma bancario non sia<br />
nei fatti parte attiva in questa fase di crisi.<br />
La circolare evidenzia che per il cessionario,<br />
qualora il valore nominale del<br />
credito ceduto sia maggiore rispetto al<br />
corrispettivo pattuito con il cedente,<br />
emerge una sopravvenienza attiva tassabile.<br />
Viene inoltre chiarito che qualora<br />
non sia stato utilizzato il credito d’imposta<br />
per botteghe e negozi ex art. 65 del DL<br />
18/<strong>2020</strong> (es. per mancato pagamento del<br />
canone di marzo o per assenza dei requisiti),<br />
è possibile optare per il credito d’imposta<br />
di cui all’art. 28 del DL 34/<strong>2020</strong> ove<br />
siano soddisfatti i requisiti richiesti, cioè,<br />
cime dteto, una volta pagato il debito.<br />
Va ricordato che il credito d’imposta<br />
spetta però solo se i soggetti esercenti attività<br />
economica hanno subito una diminuzione<br />
del fatturato o dei corrispettivi in<br />
ciascuno dei mesi di marzo, aprile e maggio<br />
di almeno il 50% rispetto allo stesso<br />
mese del periodo d’imposta precedente.<br />
Il che almeno per bar e ristoranti è facilmente<br />
dimostrabile avendo chiuso l’attività<br />
e svolto al massimo un po’ di delivery.<br />
Il calo del fatturato o dei corrispettivi<br />
deve essere verificato mese per mese.<br />
Quindi può verificarsi ad esempio che<br />
qualche impresa (ripetiamo non bar o<br />
ristoranti) possa avere diritto al credito<br />
d’imposta solo per uno dei tre mesi.<br />
La questione degli affitti nel mondo<br />
della ristorazione e dei bar non smette<br />
però certo con questo adempimento. C’è<br />
un problema reale come detto di pagamenti<br />
che alcuni non possono effettuare<br />
perchè non hanno liquidità (e le banche<br />
non aiutano certo in questo momento) e<br />
c’è anche una necessità di rivedere le forme<br />
e costi degli affitti perché non è che<br />
da qui in avanti sarà molto facile fare<br />
quadrare i conti dei pubblici esercizi. E<br />
c’è chi come detto lascia i locali per non<br />
peggiorare la sua situazione.<br />
La gestione ridotta non<br />
basta per pagare l’affitto<br />
Molti gestori dovranno infatti fare i conti<br />
con incassi ancora ridotti, sia perché il<br />
distanziamento sociale riduce i clienti,<br />
sia perché molti hanno poco da spendere.<br />
Con incassi che calano la strada obbligata<br />
è ridurre i costi fissi e la scelta<br />
spesso è tra personale e affitto. Ma anche<br />
quando l’emergenza non ci sarà più e<br />
quella economica morderà meno molti<br />
negozi soprattutto del non alimentare<br />
dovranno fare i conti con un terzo fenomeno,<br />
già in atto ma cresciuto a dismisura<br />
e in maniera irreversibile: l’e-commerce.<br />
E non a caso questo è uno dei<br />
problemi su cui sta lavorando la Fipe che<br />
parte dalla considerazione che molti<br />
pubblici esercizi non possono permettersi<br />
di versare più del 10% del fatturato<br />
ai titolari degli immobili dove sorge l’attività.<br />
Dopo aver proposto una differenziazione<br />
dei canoni di locazione, ora sta<br />
lavorando sodo per far applicare un<br />
emendamento al Dl Rilancio. Nel testo<br />
infatti è previsto che “le associazioni e le<br />
società sportive, professionistiche e dilettantistiche<br />
che esercitino un’attività<br />
sportiva all’interno di un immobile concesso<br />
in locazione, hanno il diritto di ottenere<br />
una riduzione dei canoni pari al<br />
50%, da marzo <strong>2020</strong> a luglio <strong>2020</strong>”. Perché<br />
non fare questo anche per bar e ristoranti?<br />
«Abbiamo chiesto che l’applicazione<br />
venga estesa anche agli esercizi pubblici<br />
- aveva detto a <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> il presidente<br />
di Fipe, Lino Stoppani - perché rappresenterebbe<br />
una bella boccata d’ossigeno,<br />
un’occasione ghiotta per respirare. Quello<br />
che ha previsto il Dl Rilancio con i crediti<br />
d’imposta è buono, ma non va dimenticato<br />
che è previsto un tetto di 5<br />
milioni di euro di fatturato, il quale esclude<br />
le attività più strutturare che, tuttavia,<br />
hanno anch’esse risentito del lockdown.<br />
Il tema affitti è un tema delicato sul quale<br />
stiamo lavorando a stretto contatto con il<br />
Governo chiedendo anche delle facilitazioni<br />
fiscali atte ad aiutare l’incontro tra i<br />
titolari e gli affittuari. Su chi la spunterà,<br />
non lo so dire ora: di certo questa situazione<br />
evidenzia un altro problema del<br />
settore relativo al fatto che i gestori non<br />
possono investire sugli immobili e diventarne<br />
titolari».