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Italia a Tavola Giugno 2020

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COVID-19 | #RE-START<br />

canone dovuto ed il credito di imposta<br />

(40% del canone considerando che il credito<br />

è del 60%, 70% del canone in caso di<br />

affitto d’azienda)<br />

Il credito d’imposta può essere ceduto<br />

anche ad altri soggetti, compresi<br />

istituti di credito e altri intermediari finanziari,<br />

con facoltà di successiva cessione<br />

del credito. Le modalità attuative della<br />

cessione dei crediti d’imposta saranno<br />

però definite con provvedimento dell’Agenzia<br />

delle Entrate (art. 122 del DL<br />

34/<strong>2020</strong>). E questo è un altro punto negativo<br />

di come il sisetma bancario non sia<br />

nei fatti parte attiva in questa fase di crisi.<br />

La circolare evidenzia che per il cessionario,<br />

qualora il valore nominale del<br />

credito ceduto sia maggiore rispetto al<br />

corrispettivo pattuito con il cedente,<br />

emerge una sopravvenienza attiva tassabile.<br />

Viene inoltre chiarito che qualora<br />

non sia stato utilizzato il credito d’imposta<br />

per botteghe e negozi ex art. 65 del DL<br />

18/<strong>2020</strong> (es. per mancato pagamento del<br />

canone di marzo o per assenza dei requisiti),<br />

è possibile optare per il credito d’imposta<br />

di cui all’art. 28 del DL 34/<strong>2020</strong> ove<br />

siano soddisfatti i requisiti richiesti, cioè,<br />

cime dteto, una volta pagato il debito.<br />

Va ricordato che il credito d’imposta<br />

spetta però solo se i soggetti esercenti attività<br />

economica hanno subito una diminuzione<br />

del fatturato o dei corrispettivi in<br />

ciascuno dei mesi di marzo, aprile e maggio<br />

di almeno il 50% rispetto allo stesso<br />

mese del periodo d’imposta precedente.<br />

Il che almeno per bar e ristoranti è facilmente<br />

dimostrabile avendo chiuso l’attività<br />

e svolto al massimo un po’ di delivery.<br />

Il calo del fatturato o dei corrispettivi<br />

deve essere verificato mese per mese.<br />

Quindi può verificarsi ad esempio che<br />

qualche impresa (ripetiamo non bar o<br />

ristoranti) possa avere diritto al credito<br />

d’imposta solo per uno dei tre mesi.<br />

La questione degli affitti nel mondo<br />

della ristorazione e dei bar non smette<br />

però certo con questo adempimento. C’è<br />

un problema reale come detto di pagamenti<br />

che alcuni non possono effettuare<br />

perchè non hanno liquidità (e le banche<br />

non aiutano certo in questo momento) e<br />

c’è anche una necessità di rivedere le forme<br />

e costi degli affitti perché non è che<br />

da qui in avanti sarà molto facile fare<br />

quadrare i conti dei pubblici esercizi. E<br />

c’è chi come detto lascia i locali per non<br />

peggiorare la sua situazione.<br />

La gestione ridotta non<br />

basta per pagare l’affitto<br />

Molti gestori dovranno infatti fare i conti<br />

con incassi ancora ridotti, sia perché il<br />

distanziamento sociale riduce i clienti,<br />

sia perché molti hanno poco da spendere.<br />

Con incassi che calano la strada obbligata<br />

è ridurre i costi fissi e la scelta<br />

spesso è tra personale e affitto. Ma anche<br />

quando l’emergenza non ci sarà più e<br />

quella economica morderà meno molti<br />

negozi soprattutto del non alimentare<br />

dovranno fare i conti con un terzo fenomeno,<br />

già in atto ma cresciuto a dismisura<br />

e in maniera irreversibile: l’e-commerce.<br />

E non a caso questo è uno dei<br />

problemi su cui sta lavorando la Fipe che<br />

parte dalla considerazione che molti<br />

pubblici esercizi non possono permettersi<br />

di versare più del 10% del fatturato<br />

ai titolari degli immobili dove sorge l’attività.<br />

Dopo aver proposto una differenziazione<br />

dei canoni di locazione, ora sta<br />

lavorando sodo per far applicare un<br />

emendamento al Dl Rilancio. Nel testo<br />

infatti è previsto che “le associazioni e le<br />

società sportive, professionistiche e dilettantistiche<br />

che esercitino un’attività<br />

sportiva all’interno di un immobile concesso<br />

in locazione, hanno il diritto di ottenere<br />

una riduzione dei canoni pari al<br />

50%, da marzo <strong>2020</strong> a luglio <strong>2020</strong>”. Perché<br />

non fare questo anche per bar e ristoranti?<br />

«Abbiamo chiesto che l’applicazione<br />

venga estesa anche agli esercizi pubblici<br />

- aveva detto a <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> il presidente<br />

di Fipe, Lino Stoppani - perché rappresenterebbe<br />

una bella boccata d’ossigeno,<br />

un’occasione ghiotta per respirare. Quello<br />

che ha previsto il Dl Rilancio con i crediti<br />

d’imposta è buono, ma non va dimenticato<br />

che è previsto un tetto di 5<br />

milioni di euro di fatturato, il quale esclude<br />

le attività più strutturare che, tuttavia,<br />

hanno anch’esse risentito del lockdown.<br />

Il tema affitti è un tema delicato sul quale<br />

stiamo lavorando a stretto contatto con il<br />

Governo chiedendo anche delle facilitazioni<br />

fiscali atte ad aiutare l’incontro tra i<br />

titolari e gli affittuari. Su chi la spunterà,<br />

non lo so dire ora: di certo questa situazione<br />

evidenzia un altro problema del<br />

settore relativo al fatto che i gestori non<br />

possono investire sugli immobili e diventarne<br />

titolari».

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