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Italia a Tavola Giugno 2020

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BEVANDE<br />

famiglia: mi sono guadagnato la prima moto così! Mi<br />

portavano di tutto da distillare ed io provavo a ricercarne<br />

l’essenza. Mi ricordo come fosse ieri il mio primo<br />

distillato di prugne, anche se il mio primo grande<br />

divertimento e piacere era sperimentare con il sorbo.<br />

Quanto me ne portavano gli amici da Innsbruck! In effetti,<br />

non ho ricordi di un periodo in cui non distillassi.<br />

Cosa ti lega di più al tuo territorio, al tuo altopiano?<br />

Lo stile di vita. L’ho capito proprio in questi mesi di<br />

quarantena. Sentivo amici nelle città, costretti a stare<br />

in casa e a non poter uscire e mi sono accorto che qui,<br />

rispettando sempre le norme, si può però uscire e vivere<br />

la natura del nostro pascolo perché i primi vicini<br />

sono a centinaia di metri. In più, poter avere il proprio<br />

orto senza dover dipendere da niente e da nessuno è<br />

un grande lusso. Tante persone che sottovalutavano<br />

questa libertà l’hanno presto rivalorizzata, io compreso.<br />

D’altronde la montagna ti dà tutto, se la sai apprezzare.<br />

Quale pensi sia il futuro di questo territorio?<br />

Onestamente io spero che in futuro rimanga tutto<br />

com’è. È vero che il turismo è una grande risorsa, ma<br />

farlo esplodere solo con un criterio consumista creerebbe<br />

il caos, non sarebbe più la “vera” montagna.<br />

Qual è il filo rosso, secondo te, che unisce il mondo<br />

della distillazione con quello della ristorazione?<br />

Fin dai tempi degli antichi si usava alcol in cucina,<br />

non c’è nulla da inventare: ci sono certi cuochi che<br />

marinano diversi prodotti sia secchi che dolci. Ci sono<br />

grandi chef che utilizzano i miei rum per le bagne di<br />

prodotti da forno e altri che ad esempio utilizzano il<br />

Salz Gin per le marinature più estreme. A breve arriverà<br />

anche un distillato molto particolare di ortaggi,<br />

e anche quello sarà eccezionale in cucina. Il vero collegamento<br />

è l’esaltazione di ogni singolo elemento<br />

sensoriale: non esiste un filo rosso, esiste una complementarietà.<br />

Pensi che questo concetto possa svilupparsi anche<br />

in una cultura come quella mediterranea?<br />

Dipende da come comunichi questo legame: al<br />

nord c’è più la tradizione dell’alcol, del suo corpo e della<br />

sua potenza; al sud i gusti sono più dolci e morbidi.<br />

Se pensi al babà, al limoncello coi dolci, agli stracotti<br />

o al vino rosso col brodo, direi che non c’è niente da<br />

dover inventare. È tutta una questione di consapevolezza.<br />

Quale senso secondo te incide di più sulle emozioni?<br />

La memoria gustativa: insegnare ai bambini i sapori<br />

e guidarli nel creare il loro abbecedario sensoriale<br />

è una cosa meravigliosa, non credo esista emozione<br />

per me più forte.<br />

Se dovessi trovare nel tuo territorio il tuo alter<br />

ego nel mondo del cibo, chi sarebbe?<br />

C’è una coppia di ragazzi davvero fuori dal normale<br />

qui da noi, si chiamano Katya e Armin, che producono<br />

il cioccolato Karuna: sono dei grandi interpreti<br />

della sensorialità nel mondo del cacao e della sua lavorazione.<br />

È possibile oggi per i giovani innamorarsi di una<br />

vita artigiana in un mondo ormai ipertecnologico?<br />

Certo che è possibile, perché la vita artigiana soddisfa<br />

tutte quelle persone che di indole sono propense<br />

a tutto ciò che è vocato alla natura e alla scoperta. Non<br />

esiste una cosa giusta e una sbagliata, esiste solo un<br />

dialogo fra le generazioni affinché si riesca a portare<br />

un po’ di modernità nella tradizione e un po’ di saggezza<br />

nelle giovani leve: questo modo di fare riappacificherebbe<br />

molti animi.<br />

Cosa consiglieresti ad un’attività produttiva<br />

come la tua, però in difficoltà, in un momento come<br />

questo?<br />

Direi di credere sempre in quello che si sta facendo<br />

per avere sempre la possibilità di avere un futuro, di<br />

cercare dei partner e di fare rete... prima del Covid l’attitudine<br />

del “solismo” la faceva da padrona, ora tutto<br />

questo va cambiato. Dobbiamo fare rete sul territorio,<br />

la concorrenza fra aziende della stessa terra oggi la trovo<br />

insulsa.

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