Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Estratti dal libro: “Modello e tabella di marcia per il Jeet Kune Do<br />
contemporaneo. L'anatomia della violenza asimmetrica, di Paul Vunak.”<br />
(Paul Vunak’s Blueprint and Roadmap to Contemporary Jeet Kune Do.<br />
The Anatomy of Asymmetrical Violence.)<br />
Quando arriva il momento opportuno, il ghepardo lancia senza<br />
esitazione il suo attacco, chiudendo spietatamente il<br />
bersaglio con determinazione. Non c'è rabbia, né emozione<br />
nel ghepardo. Semplicemente strappa la sua vittima nel<br />
modo più efficiente possibile, non fermandosi fino a quando<br />
la lotta è finita. Questo è l'epitome dell'istinto omicida.<br />
C'è una grande ricchezza di conoscenze da trarre dallo studio degli<br />
animali predatori. Se si confronta il piano d’azione del Jeet Kune Do con<br />
quello del ghepardo, troverete molte somiglianze. Nelle fasi embrionali alla<br />
luce di un lampione, facciamo la nostra analisi preliminare. Ciò includerà<br />
tutte le osservazioni circa la struttura del nostro avversario (boxer, karateka,<br />
wrestler, ecc.). La nostra analisi preliminare deve essere il più accurata<br />
possibile, perché da questi dati verranno fatte le scelte tattiche. Non deve<br />
essere contaminata da troppe emozioni.<br />
Proprio come il ghepardo cerca la gazzella più debole, noi cerchiamo<br />
ogni apparente debolezza nella difesa del nostro avversario. Non sarebbe<br />
particolarmente saggio per il ghepardo cacciare la gazzella più forte e<br />
veloce; né avrebbe alcun senso per noi di a cercare il pugile più forte e più<br />
veloce. Nel nostro caso, non restiamo lì ad aspettare un'opportunità, ma<br />
proviamo a crearne una muovendoci e sondando. Attraverso questo<br />
processo possiamo ottenere che l'avversario riveli molto di più su di sé di<br />
quanto probabilmente vorrebbe, e forse anche faccia un errore. Quando<br />
arriverà il momento, entriamo con colpi dritti e finiamo il nostro avversario<br />
con un'implacabile raffica di testate, ginocchiate e gomitate. Questo è il<br />
punto di non ritorno. Si deve presumere che la nostra sopravvivenza<br />
dipenderà dal successo di questa tecnica, e la nostra intensità emotiva<br />
deve riflettere questa convinzione.<br />
Per raggiungere il pieno potenziale del nostro Istinto Omicida,<br />
dobbiamo controllare il nostro trucco emotivo. Dobbiamo<br />
passare da essere un meccanismo freddo e<br />
insensibile a diventare un orso grizzly infuriato,<br />
tornando di nuovo in un secondo se la<br />
situazione così lo richiede. Nel campo dei calci<br />
e dei pugni, dobbiamo essere quel<br />
macchinario senz'anima, liberi da qualsiasi<br />
tensione emotiva o ansia. Vediamo la<br />
situazione in modo spassionato e<br />
“L'Instinto Omicida<br />
non è un martello,<br />
ma un bisturi che deve essere<br />
continuamente levigato.”