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Rivista Arti Marziali Cintura Nera 424

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perdita di tempo perchè nella mia ingenuità non ero in grado di valutare la potenza e l'importanza della flessibilità del mio<br />

avversario. Comunque, lui, non appena pronto si inchinò a me alla maniera giapponese. Non risposi con un inchino ma<br />

piuttosto iniziai ad attaccarlo.<br />

All'epoca (più di 35 anni fa) il Karate Shotokan era uno stile molto duro e gli studenti erano abituati a combattere senza<br />

protezioni, con una base di condizionamento corporeo molto forte. La cintura marrone bloccò tutti i miei attacchi con potenza e<br />

facilità senza contrattaccare, ma le parate del karate erano così dure che non potevo andare avanti a causa del dolore. Poi,<br />

fermandosi mi chiese se volessi continuare e io ostinatamente, continuai a lottare. Mi aggredì solo una volta, con un solo pugno,<br />

facendomi cadere sui sassi bianchi della spiaggia. Posso ancora sentire e ricordare chiaramente quel pugno. Il mio avversario mi<br />

aiutò a rialzarmi e mi disse: “Non vai male, dovresti venire ad allenarti con noi, nel Karate". Cercando di rimettermi in piedi da<br />

solo, risposi: "No, mi allenerò più duramente e combatteremo di nuovo". Fece di nuovo l’inchino verso di me e tornò a casa.<br />

Rimasi in spiaggia da solo, in ginocchio, a piangere come un bambino.<br />

Questo è stato un momento critico del mio viaggio nelle arti marziali. Credo che ogni evento nella nostra vita sia un dono di<br />

Dio. Come esseri umani, a causa della nostra conoscenza imperfetta e limitata delle cose, la nostra natura egocentrica ci fa

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