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difficile". Mi mostrarono un pezzo di carta con alcune informazioni. Inutile dire<br />
che non resistetti alla sfida e la colsi subito.<br />
Partecipai alla selezione, insieme ad altri tre candidati, durante la notte in<br />
una zona molto brutta, e la cosa richiese un enorme sforzo fisico e mentale.<br />
L'esaminatore eseguiva sempre facilmente tutte le cose che noi candidati<br />
dovevamo fare (alcune delle quali erano anche un po' pericolose) prima di noi.<br />
Dopo molte ore, a tarda notte, ero l'unico candidato rimasto. Gli altri due erano<br />
stati allontanati dalla selezione. L'esaminatore, vedendo che non mi arrendevo,<br />
chiese al suo maestro di accettarmi.<br />
Ho praticato in quella "insolita" scuola di arti marziali per circa un anno. Era<br />
una pratica molto impegnativa e rigorosa, che comprendeva combattimento a<br />
mani aperte, armi tradizionali, acrobazie e molto altro. Per dare un esempio del<br />
rigore, ricordo che non era permesso affatto parlare o sorridere durante le<br />
lezioni. Non potevamo nemmeno muoverci senza che ci venisse ordinato di<br />
farlo. Purtroppo (o per fortuna!) quella scuola chiuse perché il maestro (di<br />
origini straniere) doveva andare all'estero per motivi personali. Più o meno in<br />
questo stesso periodo ho conosciuto Giulia la ragazza che sarebbe diventata<br />
la mia futura moglie e la mamma delle nostre due splendide figlie.<br />
Giulia ed io frequentavamo la stessa università, condividendo la stessa<br />
passione per le scienze, studiando quante più materie specialistiche possibili.<br />
Tuttavia, lei non sapeva nulla delle arti marziali. Riguardo l'attività fisica le<br />
piaceva andare in bicicletta, correre, camminare, ma questo è tutto. Mi sono<br />
innamorato di lei subito, ma lei aveva molte riserve su di me e trovava<br />
difficile vedermi come un normale studente universitario o amico (anche<br />
perché le mie abitudini, prime fra tutti l’allenamento continuo,<br />
avevano poco di “normale”). Tuttavia, avevo acceso la sua<br />
curiosità e iniziò a guardare le mie sessioni di allenamento, che<br />
occupavano la maggior parte del mio tempo. Non avevo tempo<br />
per nient'altro, tutto quello che facevo era studiare o<br />
allenarmi. Non mi piaceva nemmeno passare il tempo a<br />
mangiare, dormire o andare alle feste. Col senno di poi,<br />
non so proprio cosa ci abbia visto Giulia in me, ma dopo<br />
pochi mesi decise di unirsi a me in alcune parti del mio<br />
allenamento di arti marziali. Riesco ancora a vedere<br />
vividamente Giulia che cerca di far roteare il Nunchaku<br />
(un bastone fatto di due pezzi legati da una catena - in<br />
coreano Ssang Jyel Bong 쌍절봉). Con mia sorpresa, le<br />
piacque e da quel giorno continuammo ad allenarci<br />
insieme, senza obiettivi o piani, senza cinture o ranghi,<br />
senza seguire uno stile specifico, solo per sudare,<br />
divertirci e passare più tempo insieme.<br />
Come accennato in precedenza, la “particolare”<br />
scuola di arti marziali chiuse i battenti. C'erano molti<br />
studenti quando mi sono iscritto, circa 20, il che è<br />
molto per quel tipo di club privato di arti marziali così<br />
severo e selettivo. Dopo un solo anno, solo tre di noi<br />
erano sopravvissuti. Tutti gli altri si sono arresi e<br />
avevano lasciato a causa di infortuni, problemi di<br />
disciplina e molte altre scuse. Quando il maestro partì<br />
per andare all'estero, chiese allo studente più