psicologico. Varie soluzioni sono state attuate dalleaziende per giungere ad un equilibrio checontribuisca sia a migliorare la qualità di vita delsingolo collaboratore sia a fornire un contributopositivo all'azienda. Soltanto attraverso lapreparazione professionale di donne manager saràpossibile proporre gradualmente un nuovo modelloculturale, superando quelli tradizionali legati algenere e permettendo alle donne di partecipare inmodo equo a gran parte di quel mondo lavorativo,economico e sociale che permolto tempo è stato fuori dallaloro portata. L'obiettivo è da unaparte quello di fornire alle donnegli strumenti e le conoscenzeadatte per affrontare questocambiamento, dall'altrapreparare la società adaccettarlo. Infatti si è convinti cheper valorizzare effettivamente iltalento femminile non bastiinserire più donne nei ruoli dipotere, ma bisogna anchecambiare la mentalità. Senzadubbio a questo punto risultanecessario che l'intera collettivitàpartecipi all'evoluzione e siaconsapevole dei motivi principaliche sostengono determinatescelte. Solo così si possonoiniziare a rimuovere gli ostacoliche rendono ancora piùdifficoltoso alle donne l'ingressonel mondo del lavoro e creanoun enorme divario tra i sessi.Iniziando forse dai pregiudizi cheguidano la stessa scelta deglistudi e dei diversi percorsiprofessionali in generale, pienianch'essi di prerogative digenere. Ciò che si propone nonè di certo il creare una sorta diequilibrio artificiale tra vita elavoro, che penda a favore delledonne, ma di trovare insieme unmodello alternativo di equilibrioindividuale. Unire il socialeall'economico per accrescere le singole capacità epartecipare senz'altro ad un processo di cui si è certiche tutti godranno degli immensi benefici che nederiveranno. Riassumendo, la meta finale è quella di"andare oltre il femminile, per sviluppare in Italia unanuova cultura d'impresa al passo con i tempi e con ilresto del mondo". Le aziende sono perciò l'altroprotagonista indiscusso del progetto. Il loro impegnodiretto aiuta senza dubbio a coinvolgere più personee ad avere una forza propositiva maggiore. Infatti èsu di loro che cade la responsabilità di attuare dellepolitiche che favoriscano la possibilità di avere piùdonne nelle posizioni di vertice, superando lebarriere culturali di cui abbiamo parlato, consentendola crescita professionale delle donne a paricondizioni e la loro valorizzazione professionale, perarrivare infine ad una vera neutralità di genere nellefasi di inserimento. Solo in questo modo si darebbeanche una voce femminile alle scelte manageriali ealle strategie economiche che da esse derivano. Lascelta di queste donne risulta però fondamentale.Non si possono di certo tralasciare i requisiti dimerito e capacità se parallelamente ci si ponel'obiettivo di migliorare anche le prestazionieconomiche delle aziende coinvolte. Perciò il puntosu cui si insiste è quello della creazione di una rete diconsulenza sulle best practices e le possibili tatticheda attuare per formare, selezionare e reclutare lefuture leaders che andranno a ricoprire i ruoli dicomando, da sempre in mano agli uomini. Il focus è:aumentare la rappresentanza dei talenti femminili aivertici delle aziende italiane attraverso azioni tangibilie concrete. Anche la creazione e l'acquisizione dicompetenze particolari, conoscenze precise, maanche dell'autostima femminile è un lavoro dacompiere gradualmente. Imparare a far carriera perdiventare realmente competitivi è il punto da cuipartire se si vogliono realmente coltivare i talentivalorosi di domani. Le donne devono essere portatea considerare da una parte le proprie preferenze einclinazioni individuali, ma dall'altra tali preferenzedevono venir ponderate assieme alle vereopportunità lavorative che esse possono offrire.Grazie a numerose ricerche e interviste di donne chesono riuscite ad arrivare a posizioni di comando, sisono sfatati man mano alcuni dei miti che si pensavaregolassero i meccanismi sociali alla base di questasituazione, primo fra tutti la convinzione che fosserole stesse donne a non voler far carriera. Si dimostròcome la strada per riuscirci era talvolta cosìcomplicata al punto da, in un certo senso, obbligarecoloro che vi si avvicinavano a mollare l'impresaprima di finire sopraffatti. Ostacoli quali la mancanzadi strutture per l'infanzia, la bassa flessibilità delmondo del lavoro, le responsabilità domestiche lequali spesso sono completamente a responsabilitàfemminile, fanno sì che per le donne il portare avantiun percorso professionale meritevole e fruttuoso sipresenti come una fatica insostenibile. Perconcludere, il Work-Life Balance è un aspetto difondamentale importanza in qualsiasi tipo di carriera.Non esiste tuttavia una soluzione univoca perraggiungere tale bilanciamento, ma partendo dalleproposte e dalle misure ideatedalle aziende e dalle istituzioniognuno deve ricercare il proprioequilibrio. Lavoro e vita privata sidevono alimentarereciprocamente. Coltivareinteressi, esperienze e relazioniextra-lavorative può dareimportanti stimoli per la vitalavorativa. Una cosa è certa:dovremmo smettere di lottare perraggiungere la perfezione nellavita privata e in quellaprofessionale: la maggior partedelle donne per raggiungere unbuon equilibrio tra lavoro efamiglia tende a caricarsi diimpegni, a strafare. Niente di piùsbagliato. Sveglia alle 6,mezz'ora prima del resto dellafamiglia per portarsi avanti con leesigenze dei figli, la cura el'accudimento dei cari e dellacasa, la spesa, la cucina, lepulizie. Sì, forse con questadescrizione stiamo mettendodavanti ai tuoi occhi unostereotipo, quello della donna emamma lavoratrice, che ancoraoggi si occupa di tutto e di tutti.Eppure in Italia le abitudinidomestiche sembrano nondiscostarsi ancora troppo daquesto modello. Certo, gli uominisono diventati più attivi epartecipativi nel contestofamiliare, permettendo alle donnedi liberarsi di una parte di queste incombenze. Ma lastrada del work-life balance è ancora lunga e perquesto motivo sempre più donne oggi si fannoaiutare dal welfare aziendale. Le donne nonrinunciano più alla carriera e ce la mettono tutta perraggiungere i loro obiettivi ed essere soddisfatte delproprio lavoro Questo però non significa dimenticarela vita privata. Spesso, infatti, le donne (e le mammein particolare) mirano a conciliare la stanchezzalavorativa con gli impegni di vita familiare. Secondo idati di alcune recenti ricerche, sono soprattutto le
Seguire un partner checambia città, restare vicinoai genitori anziani, accettareuna proposta di lavoro,mettere da parte per i figlialtri progetti: capita spessodi rinunciare a una partedella propria vita per darela precedenza ad altro.www.dimagazine.it